FABBISOGNO CALORICOEsistono diverse formule teoriche per poter calcolare il fabbisogno calorico al fine da gestire una dieta equilibrata (molto gettonata la Harris-Benedict, ad esempio). La verità è che solamente recandosi da un medico che vi avrà sottoposti a dei controlli dettagliati potrete stabilire professionalmente quanto consumate nel corso di una vostra giornata. Per questo motivo, ho deciso di fornirvi un metodo che può sembrare approssimativo ma che nella pratica quotidiana funziona bene e vi evita di spendere inutilemte soldi per effettuare test. Sarà il caso di fare delle prove e vedere se mantenete il pesoforma (*). Se ingrassate o dimagrite, avete sovrastimato o sottostimato il calcolo (se avete bisogno di ingrassare o dimagrire, vi gestite a secondo del caso per una dieta ingrassante o dimagrante utilizzando il metodo che vi sto per dare). Il metodo ha sempre come retorica di fondo parametri come il sesso, l’altezzza, l’IMC (**), la massa magra, il metabolismo basale. L’età sarà considerata successivamente nella parte dedicata al calo del metabolismo. Ecco come fare per calcolare il proprio fabbisogno calorico:
altezza (in m) x altezza (in m) x 24 x 18.50-22.00 (18.50-20.00).
L’altezza è misurata in metri, non in centimetri. La cifra 18.50-22.00 rappresenta il range dell’IMC per potersi considerare normopeso da parte degli uomini. Fra parentesi, il range è quello per le donne. Può sembrare restrittivo un IMC abbassato a tal punto (vedi il paragrafo più sotto “IMC restrittivo?”), quando avrete sicuramente letto tabelle che riportano la soglia di sovrappeso con un IMC di 25.00 (peso regolare fino a 24.99). Un primo errore delle suddette tabelle è che, incredibilmente, ancora non si distingue l’IMC per gli uomini da quello per le donne, in quanto uomini e donne hanno una percentuale di massa grassa diversa. Nel caso degli uomini, una condizione salutistica vede una percentuale di massa grassa non oltre il 12% e non oltre il 20% nel caso delle donne (***). Il core report dell’Eurodiet (troverete facilmente il documento in rete) rivaluta la soglia di pesoforma a 21.00-22.00, meglio ancora a 20.00. Sembra pertanto ragionevole optare per i range soprastanti, sostituendo quelli vecchi che purtroppo ancora molti medici adoperano. La formula proposta non è di mia invenzione, ma riscontrabile in letteratura per calcolare (sulla carta) il metabolismo basale. Senza entrare nel dettaglio, il metabolismo basale è l’energia spesa per le attività fondamentali dell’organismo, in condizioni di totale riposo, senza alcun movimento, distesi. Per calcolarlo precisamente, si usa essere a digiuno da almeno 12 ore, dopo aver dormito regolarmente 7-8 ore. Deve inoltre essere rimosso tutto ciò che può causare reazione fisica e/o mentale, con nessuna attività fisica intensa svolta nelle ore precedenti alla misurazione (****).
* La pesata iniziale e quella finale devono essere nelle medesime condizioni. Se vi siete pesati di mattina la prima volta, senza vestiti, anche la seconda pesata dev’essere la mattina, senza vestiti, questo per evitare che entrino in gioco fattori che sfasino i risultati ottenuti. Ripetere la pesata nelle medesime condizioni al 100% è impossibile, chiaro, ma si può trovare un compromesso senza sfociare nella maniacalità.
** IMC è acronimo di Indice di Massa Corporea (in inglese diventa BMI, ovvero Body Mass Index). L’indice è comunemente adottato per verificare lo stato di pesoforma. Esso è condizione sufficiente ma non necessaria a valutare lo stato di pesoforma di un individuo, poiché mette in correlazione altezza e peso tacendo tuttavia riguardo la massa grassa e quella magra. Ci sono soggetti maschi molto atletici che hanno un IMC di 23.00 e non sono sovrappeso semplicemente perché hanno una massa magra maggiore rispetto a chi è in pesoforma con IMC a 22.00. Per il limite inferiore, il dato è quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS offre una soglia di sottopeso a 18.49 (peso regolare fino a 18.50) senza distinzione fra uomo e donna, ma ragionevolmente la cifra va bene per entrambi i sessi. Controllate la percentuale di massa grassa, che è un dato inequivocabile! Se avete una massa grassa oltre il 12% (20% le donne), non siete in pesoforma anche con un IMC a 22.00 (20.00 le donne).
*** Il grasso “brucia” meno rispetto la massa magra, pertanto avere per costituzione più massa grassa implica per forza un metabolismo basale minore. Si considerano, per il confronto, un uomo e una donna della stessa altezza, della stessa età e con la stessa attività fisica.
**** Un’attività fisica intensa fa aumentare il metabolismo basale anche fino a 12-13 ore dal gesto atletico, quindi una più realistica misurazione si ha rimanendo senza praticare alcuna attività fisica intensa per tale lasso di tempo.- Termogenesi indotta dalla dieta e attività fisica -Al metabolismo basale, vanno aggiunti altri due valori: quello della termogenesi indotta dalla dieta (TID) e quello dell’attività fisica. La TID si riferisce all’energia che il corpo consuma per digerire, assorbire e utilizzare gli alimenti introdotti mangiando (o bevendo se la bibita è calorica). La TID occupa una percentuale ridotta, nel fabbisogno calorico (circa il 5-10%), mentre quella dell’attività fisica è più complessa da calcolare, poiché ciascuno svolge un lavoro diverso dall’altro, ha un grado di attività ora maggiore e ora minore. Per quanto riguarda un sedentario che fa un lavoro d’ufficio o studia e non altro se non stare a guardare la televisione, compiere il tratto dal parcheggio alla stazione, si devono aggiungere 150-250 kcal: ben poche! Tenendo conto di questo, è evidente come uno stile di vita corretto si abbia anche (ma non solo) con l’introduzione di uno sport (*). Con 4-5 sedute settimanali da un’ora, il dispendio calorico aumenta ulteriormente di 340-430 kcal al giorno. 4-5 sedute settimanali sono il numero ideale per poter godere di concreti benefici, per poter subire un netto cambiamento del proprio corpo a partire dalla condizione di sedentarietà (**). C’è chi consiglia 3 sedute settimanali, ma tale quota è solo il minimo sotto il quale non si dovrebbe scendere. Si preferisce salire a 4-5 sedute.
* Un vero sport deve apportare uno sforzo aerobico importante. Calcio e basket sono dei giochi, il judo una disciplina tecnica, la danza una forma di espressione artistica. Per quanto ci sia un non indifferente grado di fatica, non stiamo parlando di veri sport. Corsa e ciclismo sono esempi di veri sport. Un buon allenamento per la corsa è quello dei 10 km, derivante dagli studi di Fox e Matthews effettuati nel 1976. Fox e Matthews hanno valutato l’efficacia dell’energy pathway durante un allenamento di corsa basato sui 10 km. Più siete allenati aerobicamente, più avete capacità di trasportare ossigeno, migliorando l’efficienza del vostro sistema cardiovascolare. Se riuscite a percorrere 10 km su un percorso pianeggiante in almeno un’ora, siete dei salutisti. L’equivalente per chi preferisce il ciclismo è pari a 28 km, sempre su percorso pianeggiante, sempre in almeno un’ora. Come bici, ne usiamo una standard, fra quelle più mediocri da corsa per non correre il rischio che il mezzo dia troppo “slancio”. Non è ora il caso di approfondire il perché 10 km di corsa su percorso pianeggiante corrispondano a 28 km di ciclismo (su percorso pianeggiante, ovvio). Per ora, vi posso dire che influiscono indubbiamente il mezzo meccanico e la resistenza dell’aria che a certe velocità è tutt’altro che banale, rispetto a quando si corre. Chi “mastica” un po’ di fisica da liceo sa che la resistenza dell’aria cresce secondo una funzione quadratica rispetto la velocità. Ciò significa che, se consumo 500-600 kcal a 30 km/h (pedalata di un’ora), a 15 km/h (sempre pedalata di un’ora) non consumo 250-300 kcal, ma appena 125-150 kcal! Se volete saperne di più, un bel Halliday, Krane, Resnick Fisica 1 vi aspetta.
** Ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2002, ha stabilito che la sedentarietà toglie mediamente 3.3 anni di vita. Ma alla sedentarietà si associano spesso altri fattori di rischio, come un ridotto consumo di frutta e verdura, il sovrappeso e via via altro ancora come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia (causate dal sovrappeso che a sua volta è causata dalla sedentarietà). Questo è lo status dei più in occidente!- IMC restrittivo? -Qualcuno può pensare che gli IMC che ho riportato siano troppo bassi e istighino l’anoressia. Non penso. Non sono stato io a promulgare un IMC da 20.00 a 22.00 come ottimale, ma l’Eurodiet. Un motivo ci sarà stato per restringere il range da parte loro, no? Il limite superiore delle donne non può certamente essere lo stesso degli uomini. Lo ripeto, le donne hanno per costituzione una massa grassa maggiore rispetto gli uomini, quindi va bene il dato di 20.00 dell’Eurodiet. Direte che non c’è alcunché di scientifico nei miei numeri, ed è vero. La critica è concessa, poiché la medicina non è una scienza. Wikipedia vi può dire che è una scienza, ma non è difficile riscontrare che, nella medicina, spesso un evento non si ripete come invece avviene nella scienza (e allora parliamo di statistica!). I miei numeri si basano sulla ragionevolezza e sul buon senso a partire da studi e ricerche altrui. Non penso di istigare l’anoressia, perché chi sviluppa l’anoressia ha un disagio psicologico alle spalle e non vuole fermarsi a 18.50. Chi soffre di anoressia vuole scendere, scendere e scendere sempre di più.
- Calo del metabolismo basale -Il metabolismo basale non rimane invariato, con il passare degli anni, a causa della riduzione della massa magra a vantaggio di quella grassa. A partire dai 30 anni, il metabolismo basale inizia a calare di un tot, pari al 5% circa ogni 10 anni. Valutate bene di calare il vostro fabbisogno calorico di 90-100 kcal circa ogni decennio o in alternativa aumentare l’attività fisica. Il che ci fa comprendere che l’attività fisica non è per mangiare di più, ma per riuscire a rendere più soddisfacente e, man mano, più tollerabile la propria dieta. Finché si ha dalla parte l’età giovane è un conto, ma poi finisce che bisogna prendere i dovuti accorgimenti per evitare il sovrappeso e le relative patologie. La tendenza dei più è anzi quella di cessare le maggiori attività fisiche con la scusa del “non ho più l’età”: grosso errore! Due motivi per cui si è in sovrappeso a mezza età sono dovuti al fatto che 1) si riduce drasticamente l’attività fisica (addio partitella del giovedì sera, addio discoteca fino l’alba – si capisce che sto pigliando per il c*lo chi non fa un vero sport?) e 2) si mangia come se si avesse ancora 20 anni senza considerare il calo del metabolismo basale. 90-100 kcal in più ogni giorno, dopo un anno, equivalgono a 4.9-5.4 kg in più sulla bilancia. Ma tanto è normale, vero?
- Il “break” settimanale -Molte riviste e molti siti consigliano di rimanere a dieta per poter mangiare ciò che si vuole un giorno alla settimana, o comunque il classico week end. Proposto così, il consiglio è tutt’altro che educativo, ma c’è un fondo di verità. In un regime dimagrante, se non ci si concede delle “pause”, il dimagrimento può rallentare o addirittura fermare. Questo perché il nostro organismo si abitua al nuovo regime, si “impigrisce”, e occorre dargli sempre un motivo per evitare che si atrofizzi impedendo una regolare diminuzione del peso. In soldoni, aumentare di circa 300 kcal una volta alla settimana il proprio fabbisogno calorico è necessario. Faccio notare: 300 kcal sono 300 kcal, un concetto ben diverso dal mangiare ciò che si vuole senza limiti come veleggiano certe riviste e certi siti. 300 kcal corrispondono più o meno alle calorie derivanti dalle fibre che quotidianamente assumiamo, cioè pari a 25 g (se non consumate 700 g tra frutta e verdura, soprattutto verdura, provvedete alla mancanza). Il giorno di “break” non è consigliato solo a chi deve dimagrire, ma in generale a tutti! L’utilità del “break” è sottolineata anche da Andrea Tibaldi nel suo manuale intitolato “La dieta ideale“, che consiglio di acquistare se siete interessati.
Da
http://www.orphaeusest.altervista.org