Credete in Dio?

La fede, per chi è credente, rappresenta una colonna portante della vita. Che questo forum possa portare nuova luce, sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha. Nonché stimolare la discussione su questo tema. Ognuno potrà riportare le proprie esperienze, testimonianze, preghiere, dubbi.

Moderatore: Bonifacio

Avete fede in Dio?

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25%
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28
10%
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108
39%
_No, credo solo in ciò che si può dimostrare
29
10%
_L'avevo, ora non più
33
12%
_Prima no, ma adesso sì
10
4%
 
Voti totali : 279

Credete in Dio?

Messaggioda Premio Nobel » 18/02/2017, 17:53



Da quanto so, l'elemento supremo della conoscenza non sarebbe l'uomo. Per la filosofia greca, era la "causa incausata" che semplicemente permetteva di spiegare il tutto. Da cui, anche, la distinzione tra teologia e filosofia [generalmente: lo studio della "cosa suprema" vs lo studio in generale per la ricerca della verità. Ps. si, so comunque che la definizione di teologia, e in particolar modo della filosofia, è tutt'altro che scontata]

C'è anche da dire, però, che una cosa simile al "principio ordinatore ultimo" ci sarebbe comunque presente nel cristianesimo, come è ad esempio "lo spirito santo".
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Messaggioda Perplex » 18/02/2017, 18:28



Per arrivare a conoscere quell'elemento, ammesso che esista, occorre qualcuno che compia l'azione del conoscere. Altrimenti è, letteralmente, aria fritta.
Riguardo il cristianesimo, non è difficile ritrovarci dentro cose di altre religioni e filosofie, dato che è un culto relativamente giovane.
Ad esempio, alcune figure simili a Cristo: Virishna, Mithra (Nemrod), Horus e altri, tutti precedenti di più di un migliaio di anni.
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Messaggioda Premio Nobel » 18/02/2017, 18:50



Anche qui, se posso permettermi, dipende un po' da che cosa intendi con "azione del conoscere".
Da quanto so, il cristianesimo prevede l'istituto della "rivelazione": semplicemente, nessuna azione umana può conoscere Dio, ma Dio può farsi conoscere all'uomo.

Senza però tirare fuori questo tipo di conoscenze trascendentali, anche per quanto riguarda la conoscenza quotidiana, il conoscere avviene molto più frequentemente di quanto si pensi:
- uno può conoscere attraverso la deduzione (come ad esempio, risolvere un problema di matematica).
- uno può conoscere con l'intuizione (come, ad esempio, con le sensazioni e le esperienze: so ad esempio che il cielo è azzurro, perché guardandolo lo vedo di colore azzurro), presumo che la "rivelazione" divina rientri in questa seconda categoria.
Per conoscere, quindi, non sempre è necessario compiere un'azione attiva, ma può bastare anche subire una cosa passiva.
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Messaggioda Perplex » 18/02/2017, 19:38



A livello cerebrale è tutto azione attiva.
Risolvere un problema o provare sensazioni o esperienze di qualsiasi tipo, implica una attività cerebrale.
Come in un computer, anche se i dati vengono immessi dall'esterno, il sistema è sempre attivo per la ricezione, ad esempio con cicli di refresh.
Non siamo una pellicola fotosensibile che subisce passivamente un agente esterno.. Siamo una macchina ben più complessa e attiva anche a riposo.
http://www.istanze.unibo.it/oscar/mente/mente12.htm
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Messaggioda Premio Nobel » 18/02/2017, 21:05



In realtà non credo che l'articolo postato risolva comunque il problema - in esso, infatti, si spiega come funziona il cervello quando elabora una informazione (come la vista), oppure il pensiero stesso.

Anche un pizzicotto determina una sensazione, in quanto attiva i recettori del dolore, i quali, collegati al cervello tramite neuroni, determinano la sensazione di dolore. Pur tuttavia, il pizzicotto è una sensazione, è una esperienza, subita passivamente. Io vengo pizzicato.
Analogamente, ci possono essere stimoli che non corrispondono a cose esistenti nella realtà (le allucinazioni, causate per l'appunto dalle droghe).
L'azione attiva, invece, oltre a questo fenomeno, prevede anche il comando della mente: due esempi, alcuni movimenti dell'intestino sono involontari, ma comunque sono comandati dal cervello, conseguentemente, oltre a quanto detto, ci sarà una funzione cerebrale che ordinerà di fare ciò - alzare la mano, aggiunge a questo schema la volontà (quindi, oltre alla funzione cerebrale che ordinerà di fare ciò, la funzione cerebrale stessa potrà non dovrà necessariamente ripetersi).

Il problema della conoscenza trascende l'attività cerebrale, cioè va oltre le semplici interazioni dei neuroni. Non per altro perché il dilemma da porsi è il seguente: "che cosa significa conoscere?", o comunque bisogna scindere il pensiero dalla idea.
L'idea è di solito il contenuto di un pensiero (se io sto pensando ad un panino, il panino è l'idea, la mia attività cerebrale è il pensiero del panino) e per questo indipendente dal pensiero (l'idea di panino non cessa di esistere o essere valida se nessuno la sta pensando)
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Messaggioda Perplex » 18/02/2017, 22:34



Ma il cervello per elaborare una azione subita deve per forza essere attivo, altrimenti sarebbe solo un pezzo di carne morta su cui un agente imprime una azione senza innescare alcun processo.
Quello che forse ti chiedi è se c'è volontarietà o meno nell'azione del conoscere.
Secondo il caso della cosiddetta "visione cieca", è possibile percepire inconsciamente (ad esempio una fonte di luce).
Non so sia possibile anche elaborare una idea inconsciamente ma non mi stupirebbe affatto. Probabilmente le "divine intuizioni" funzionano proprio così.
Ad esempio, numerosi studi comprovano che si può rintracciare e utilizzare un’esperienza del passato senza avere coscienza di usare ricordi preesistenti.
In particolare la mente può accedere all’informazione eseguendo particolari programmi senza che ne esista una rappresentazione mentale, senza che l’io ne abbia coscienza. Questo suggerisce come il ruolo dell’inconscio sia decisivo, riguardo alle motivazioni e alla volontà, nel controllo del comportamento cosciente.

In merito al panino rimasto solo nell'universo, be, ha una vita molto triste e nessuno può testimoniarlo.
Credo che alla fine quel che conti è se ci sia qualcuno a "conoscere" qualcosa, altrimenti il Tutto è solo un enorme coacervo di aria fritta.
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Messaggioda Premio Nobel » 18/02/2017, 23:53



In realtà, la conoscenza non è necessariamente volontaria, in quanto, uno può subire impulsi esterni indipendentemente dalla sua volontà.
C è il caso della vasca di deprivazione sensoriale che in parte risponde a questo problema (ch era cosa fa la mente quando non è soggetta a stimoli esterni) ... essa continua a funzionare (un po' come il motore di un automobile quando si è fermi al semaforo) - ma se si permane in questa situazione per troppo tempo si impazzisce

Il panino è un esempio un po' paradossale ...però lo stesso si può dire della gravità. Essa è esistita da prima che noi la pensassimo e se ci dovessimo estinguere, la gravità stessa continuerebbe ad esistere, ed anche la legge di gravitazione quindi continuerebbe ad essere valida ... o comunque, continuerebbe a funzionare anche se qualsiasi individuo la ignorasse ... per quello le idee non si possono limitare al semplice pensiero umano
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Messaggioda Perplex » 19/02/2017, 0:31



Le idee che vagano nello spazio privo di vita intelligente capace di pensarle, sono aria fritta.

Inoltre, anche se nel cosmo c'è vita pensante, le idee che restano celate in attesa di essere pensate da qualcuno, sono pure esse aria fritta.

Purtroppo le materie non scientifiche si occupano spesso di aria fritta.
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Messaggioda Premio Nobel » 19/02/2017, 0:39



Le idee non sono aria fritta ... comunque idee vaganti nello spazio era volgarmente L iperuranio platonico.

Le idee semplicemente non sono i pensieri, loro contenitori (come una sorta di metonimia)
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Messaggioda Perplex » 19/02/2017, 1:08



Non dico che non possano esistere tali idee, infatti sono "aria", però dico che senza soggetti che le pensino/conoscano/esperiscano sono "frittura di niente".
Sfrigolante frittura di nulla cosmico fine a se stessa.
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