da Premio Nobel » 18/02/2017, 21:05
In realtà non credo che l'articolo postato risolva comunque il problema - in esso, infatti, si spiega come funziona il cervello quando elabora una informazione (come la vista), oppure il pensiero stesso.
Anche un pizzicotto determina una sensazione, in quanto attiva i recettori del dolore, i quali, collegati al cervello tramite neuroni, determinano la sensazione di dolore. Pur tuttavia, il pizzicotto è una sensazione, è una esperienza, subita passivamente. Io vengo pizzicato.
Analogamente, ci possono essere stimoli che non corrispondono a cose esistenti nella realtà (le allucinazioni, causate per l'appunto dalle droghe).
L'azione attiva, invece, oltre a questo fenomeno, prevede anche il comando della mente: due esempi, alcuni movimenti dell'intestino sono involontari, ma comunque sono comandati dal cervello, conseguentemente, oltre a quanto detto, ci sarà una funzione cerebrale che ordinerà di fare ciò - alzare la mano, aggiunge a questo schema la volontà (quindi, oltre alla funzione cerebrale che ordinerà di fare ciò, la funzione cerebrale stessa potrà non dovrà necessariamente ripetersi).
Il problema della conoscenza trascende l'attività cerebrale, cioè va oltre le semplici interazioni dei neuroni. Non per altro perché il dilemma da porsi è il seguente: "che cosa significa conoscere?", o comunque bisogna scindere il pensiero dalla idea.
L'idea è di solito il contenuto di un pensiero (se io sto pensando ad un panino, il panino è l'idea, la mia attività cerebrale è il pensiero del panino) e per questo indipendente dal pensiero (l'idea di panino non cessa di esistere o essere valida se nessuno la sta pensando)