E tu in cosa credi?

e perchè?

La fede, per chi è credente, rappresenta una colonna portante della vita. Che questo forum possa portare nuova luce, sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha. Nonché stimolare la discussione su questo tema. Ognuno potrà riportare le proprie esperienze, testimonianze, preghiere, dubbi.

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Messaggioda MissNable » 14/08/2017, 11:19



Nothingface ha scritto:Credo nella scienza in quanto giustifica e verifica ciò di cui tratta con regole il più possibile rigide e impersonali.
Credo che la religione sia un'illusione prodotta da un eccesso di coscienza. Credo che la religione non abbia più senso di esistere ora e se perdura, è solo perché è rimasta fin troppo radicata nella cultura. Credo che ammettere l'esistenza di un dio comporti più problemi che non ammetterla e questi problemi ci allontano dal reale così come è fatto.
Credo nella ragione come strumento di analisi. Credo nell'onestà intellettuale e nella coerenza.
Credo che la nostra coscienza sia solo un elemento proprio della nostra specie che ha superato di gran lungo l'uso per cui era stato selezionato (detto in questo modo sembra che ci sia un qualche ente che seleziona, ma non intendo affatto affermare una cosa simile). Credo che il suo reale uso sia semplicemente quello di permettere la comunicazione tra gli individui in modo da soddisfare i bisogni primari (è questa l'unico strumento efficace per l'uomo per poter sopravvivere). Una volta che l'uomo ha raggiunto un certo livello di stabilità, egli ha iniziato a riflettere su se stesso in modo più approfondito: la coscienza ha iniziato ad analizzare se stessa, producendo in noi la convinzione di un'anima, dell'esistenza di un dio, di una nostra importanza maggiore rispetto a tutto il resto, di un'indipendenza del nostro volere rispetto alle leggi del mondo (pianeta, universo). Credo che non siamo liberi di decidere assolutamente nulla nella nostra vita: ogni cosa che facciamo e decidiamo è in realtà il frutto di impulsi interiori (genetici, psicologici e così via) ed esterni (ambiente sociale, educazione, leggi, costrizioni, persone). Credo, in definitiva, che la vita sia una farsa, un'illusione insensata (dal nostro punto di vista, perché, in realtà, è sensatissima dal punto di vista della "Natura").


è molto approfondito il tuo pensiero, quindi credi più nella scienza che nell'esistenza di un Dio, da cosa è dovuto questo tuo ragionamento? Cioè l'hai sempre pensata così, hai approfondito tu o te ne hanno parlato altri?
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Messaggioda MissNable » 14/08/2017, 11:22



andrea444 ha scritto:Credo che la risposta fondamentale a livello esistenziale la si ottenga imparando ad amare.
Amore inteso come puro e semplice altruismo.
Il motivo è semplice: credo che sia l'unica vera evoluzione spirituale, quella che ti permette di sincronizzarti con l'universo intero, partendo dalla natura, dalla altre forme di vita e finendo con l'essere umano (in quest'ordine, è propedeutica).
Il tutto slegato da discorsi divini.
Per quanto le religioni trattino l'argomento 'amore' in forme molto variegate, penso siano tutte poco autentiche. Per come la vedo io, lo dimostra il fatto stesso che esista una ricompensa divina subordinata ad un determinato modo di condurre l'esistenza.


Il problema è l'interpretare in maniera sbagliata l'amore... ma si ti appoggio su quello che hai detto perchè in un modo o nell'altro ci credo anche io, magari non a quell'amore classico romantico, ma ad altri "tipi" di amore
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Messaggioda Ātman » 14/08/2017, 12:08



MissNable ha scritto:
Adrien ha scritto:Credo che siamo l'onda e l'oceano.
Il problema nasce quando dimentichiamo di essere anche l'oceano e temiamo di infrangerci sulla riva.


poetico come ragionamento, mi piacerebbe un tuo approfondimento se non ti dispiace, vorrei capire di piu


Ci provo, malvolentieri. :rolleyes:

Credo che la nostra essenza coincida con quella dell'Assoluto (l'Oceano), ma per sperimentare l'avventura in questa dimensione terrena ci siamo identificati con una singola onda, tanto da dimenticare la nostra origine.
Da quell'amnesia nascono i nostri guai, perché l'identificazione esclusiva con l'onda ci fa sentire separati da tutto ciò che ci circonda, e innesca la paura: paura delle altre onde, degli scogli che possono frantumarci, della riva sulla quale inevitabilmente c'infrangeremo.
E dalla paura scaturisce spesso la rabbia, rabbia verso quell'Oceano che riteniamo responsabile della nostra sorte. Ma se Lui siamo noi, chi è responsabile di cosa?
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Messaggioda Premio Nobel » 14/08/2017, 14:26



In questi giorni mi è ricapitato di ripensare al senso della vita è quindi su queste grandi questioni.

A mio modo di vedere, in assoluto la posizione più corretta dovrebbe essere l'agnosticismo (in quanto, non avendo la prova o la smentita di una specifica ipotesi, sarebbe intellettualmente corretto astenersi, come ad esempio, se non mi ricordo male, suggeriva tra gli altri Bertrand Russell).
Pur tuttavia, mi rendo conto che l'agnosticismo non è una vera e propria risposta, non fosse altro che potrebbe non essere soddisfacente - non si sta parlando ad esempio di un compito in classe o di una formazione di calcio, che anche se si ignora non provoca nessun effetto ... in ultima istanza si sta parlando di se stessi e di un argomento importante che potrebbe richiedere comunque una presa di posizione.

Ci sono varie definizioni di "Dio", ovvero, ci sono differenti figure a cui si può fare riferimento, (da ricordi del liceo, per i greci dovrebbe essere il concetto supremo della conoscenza, lo theos, da cui teologia, a cui si contrappone lo studio e la conoscenza di tutto, da cui la filosofia più in generale).
Una definizione che può essere considerata come "soddisfacente" credo sia quell'entità che permette di spiegare il senso ultimo della esistenza umana è più in generale della esistenza dell'universo stesso (ciò semplicemente pone ancora un dilemma: tutto ciò che esiste è soltanto nell'universo oppure esiste anche qualcosa fuori di esso che permette di spiegarlo - nelle illustrazioni medievali, tra cui ad esempio la divina commedia, Dio stesso viene mostrato come "fuori" dall'universo, oltre se non sbaglio il cerchio di Saturno, che regola tutta la vita ... le illustrazioni hanno poi perduto la rappresentazione divina a partire soprattutto con l'illuminismo, famoso ad esempio è la frase di Laplace a Napoleone per spiegare il sistema solare "Dio è una ipotesi di cui non necessito"). La separazione della scienza dalla religione e dalla filosofia più in generale ha dato un grande aiuto allo sviluppo della tecnica, ma al contempo stesso ha limitato l'ambito di ricerca al materiale (inteso come fenomeni naturali e non trascendenti) e all'osservabile (cioè ad eventi che possono essere percepiti attraverso i sensi) - ciò però implica che la scienza non si occupi più di tutto, ad esempio, non si occupa di fenomeni non osservabili (come possono essere precetti morali o politici o filosofici) l'esempio classico è stata la prima e la seconda guerra mondiale, l'aver avuto grandi scoperte tecniche non è andato di pari passo con lo sviluppo della morale o di una tecnica di governo o politica che fosse capace di governare gli uomini ed evitare che si massacrassero a vicenda.

Da dopo la seconda guerra mondiale, infatti, le scienze umane iniziano a prendere maggiore sviluppo (scienze politiche-sociologia-economia-psicologia) e quindi si cerca di far applicare un nuovo metodo scientifico non più agli eventi naturali, ma alle azioni umane. Finora, però, un po' perchè sono discipline recenti, un po' perchè si sono incontrati problemi (ad esempio, la difficoltà ad applicare la logica matematica per cercare di spiegare i fenomeni, o anche per via della esistenza di molti concetti astratti) in questi ambiti c'è stato uno sviluppo, ma è stato minore o quanto meno molto più frammentato rispetto alle scienze "dure". Ci sono però argomenti che non sono per nulla soggetti alla logica scientifica, ad esempio le arti, la filosofia e la teologia (per inciso, almeno per le arti, so che qualcosa è stato fatto, in quanto esistono degli studi ad esempio sulle sinfonie musicali spiegate con la matematica - ma è una cosa tutto sommato secondaria, in quanto l'analisi artistica di un brano o di un'opera viene generalmente svolta senza servirsi della matematica stessa o di un metodo scientifico).

La teologia, o meglio, l'escatologia (la parte di filosofia che si occupa di rispondere sul senso della esistenza) non sono argomenti scientifici, almeno fino ad ora la scienza contemporanea non si è mai occupata sostanzialmente di questi problemi. Come è noto, ci sono varie teorie sul destino ultimo dell'universo (come il big Rip o il big crunch) che però risultano essere un po' speculative (perchè cercano di prevedere molto a lungo nel tempo) è allo stesso tempo cercano un limite (una cosa ad esempio che mi ha colpito è che secondo la scienza contemporanea le stelle diventano alla fine nane nere, ovvero tutto il combustibile nucleare ha svolto la propria reazione è rimane aggregato vagando all'interno della propria galassia senza meta per l'eternità, o almeno fino a che l'universo stesso non si estingue). La scienza antica, in maniera molto più approssimativa bisogna dire, cercava di spiegare veramente tutto (ad essere più precisi, la filosofia antica di occupava di scienza, ad esempio, il contributo Aristotelico era sia filosofico sia scientifico, in quanto ad esempio si credeva che veramente gli astri fossero corpi ideali e perfetti, senza quindi poter avere crateri o cose varie).
Ad oggi la scienza non si occupa di teologia, potrebbe essere curioso in un futuro applicare una sorta di "metodo scientifico" anche per quelle domande filosofiche e teologiche (la tal cosa in realtà è impossibile a me, un po' perchè io stesso, essendo una persona del mio tempo sono influenzato dalla risposta che generalmente si da, un po' perchè credo che non ci sia solo la scienza come metodo di conoscenza, ma più in generale la filosofia)

Per ciò, rispondendo alla domanda iniziale: credo che la scienza ad oggi non risponda a tutto, ciò a cui risponde lo fa benone. Secondo me si dovrebbe cercare di estendere l'ambito scientifico anche quelle materie che ad oggi non lo sono (come ad esempio la morale). In ultima istanza, però, secondo me anche estendendo al massimo, ci saranno comunque delle domande che non saranno risposte.
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Messaggioda MissNable » 14/08/2017, 15:51



Premio Nobel ha scritto:Ad oggi la scienza non si occupa di teologia, potrebbe essere curioso in un futuro applicare una sorta di "metodo scientifico" anche per quelle domande filosofiche e teologiche (la tal cosa in realtà è impossibile a me, un po' perchè io stesso, essendo una persona del mio tempo sono influenzato dalla risposta che generalmente si da, un po' perchè credo che non ci sia solo la scienza come metodo di conoscenza, ma più in generale la filosofia)

Per ciò, rispondendo alla domanda iniziale: credo che la scienza ad oggi non risponda a tutto, ciò a cui risponde lo fa benone. Secondo me si dovrebbe cercare di estendere l'ambito scientifico anche quelle materie che ad oggi non lo sono (come ad esempio la morale). In ultima istanza, però, secondo me anche estendendo al massimo, ci saranno comunque delle domande che non saranno risposte.



Quindi anche tu, a quanto ho capito, credi nella scienza, e quindi alle prove materiali dell'esistenza umana e agli studi che si sono fatti in questo ambito e in altri. La teologia però come la si studia adesso per quanto mi risulta è lo studio delle religioni, si sà che scienza e religione non sono mai andate d'accordo ma io personalmente rispetto a te penso che potrebbero andare, perchè magari dove no riesce (ancora) ad arrivare la scienza può arrivare la religione.. qualunque essa sia perchè come hai detto tu ci saranno comunque delle domande che vorranno una risposta ma che non avranno risposte..
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Messaggioda Premio Nobel » 14/08/2017, 18:09



Più che altro, ci sono domande che ad oggi la scienza non riesce a rispondere, ma ci sono anche domande che non si pone proprio.

Io credo che potrebbe essere desiderabile spiegare tutto con la scienza, ma che ciò non sia possibile è che quindi ci si deve affidare alla filosofia (diversamente da quanto il mio prof di fisica al liceo diceva).

La scienza non mi spiega perchè sarebbe sbagliato uccidere (al più può spiegare perchè ad una persona o alla società in generale possa apparire sbagliato l'omicidio - grazie alla psicologia e alla sociologia) ma non da giudizi di valore. La scienza di per se non si pone nemmeno questo dilemma perchè secondo una consolidata tradizione (che dura sostanzialmente dal 700) la scienza non si pone dilemmi morali. Se è comunque vero che è possibile pensare che in un futuro si porrà questa domanda (ad esempio per uno sviluppo delle scienze politiche) credo che altre domande non verranno poste comunque (come per l'appunto quelle filosofiche, o anche le stesse domande logiche, a cui fa correttamente riferimento).
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Messaggioda Nothingface » 15/08/2017, 0:24



MissNable ha scritto:
Nothingface ha scritto:...


è molto approfondito il tuo pensiero, quindi credi più nella scienza che nell'esistenza di un Dio, da cosa è dovuto questo tuo ragionamento? Cioè l'hai sempre pensata così, hai approfondito tu o te ne hanno parlato altri?


Sono più portato ad affidarmi alla scienza, perché essa tratta del mondo facendo riferimento al mondo: è verificabile (anche se magari non lo è immediatamente), può tornare sul proprio percorso per correggersi e/o abbandonare quanto c'era di sbagliato. Fa riferimento a fatti e i fatti sono inemendabili. Certo, la nostra percezione o interpretazione del fatto può essere parziale o sbagliata, ma questa cosa prima o poi viene a galla e si cerca quindi un nuovo punto di vista. Detto così, è un po' semplificato, ma fondamentalmente i motivi sono questi.
Durante il periodo del liceo, riguardo a questo argomento, ho passato varie fasi, tutte abbastanza confusionarie, in quanto non sapevo cosa pensare, principalmente perché la scuola non ti insegna che cosa vuol dire pensare in maniera veramente libera - e si tratta comunque di un ambiente in cui non si favorisce il ragionamento, soprattutto perché il professore si trova su un piano superiore e spesso tende a non argomentare le sue idee, quando le espone, o a farlo in maniera parziale, talvolta ridicola e faziosa. Ho dovuto imparare da solo a pensare con la mia testa, dovendo prima abbattere una muraglia di pregiudizi. Prima del liceo non è che fossi molto in grado di ragionare, come un po' tutti, credo, comunque non credo di aver mai veramente creduto a Dio da bambino e ho sempre trovato le prediche dei preti (sono stato costretto ad andare a messa fino ad una certa età) un po' insensate o incomprensibili (anche se a dire il vero spesso mi annoiavo e, di conseguenza, non ascoltavo). Al di là di questa invadente parentesi, volevo solo dire che non l'ho sempre pensata così, si tratta del frutto di ragionamenti, letture, stimoli ricevuti, etc.
Per quanto riguarda il discorso sulla coscienza, è frutto di ragionamenti nati in questi mesi in seguito a stimoli di testi (Nietzsche soprattutto) e professori. Ho intenzione di approfondire in questa direzione, ma per ora mi baso su ragionamenti e piccoli approfondimenti personali, perché si tratta di una cosa abbastanza recente. E' comunque di un argomento di cui si è trattato (e si sta trattando) molto negli ultimi decenni e in cui convergono svariate discipline (filosofia, psicologia, neuroscienze, antropologia).
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Messaggioda Ātman » 15/08/2017, 9:57



Per approfondire il rapporto tra scienza e spiritualità può essere utile questa raccolta antologica di testi dei padri della fisica quantistica (con un'ottima introduzione dello psicologo Ken Wilber):

http://4evangiles.fr/pdf/Wilber/1984%20 ... icists.pdf

Purtroppo per i non anglofoni, è in lingua originale... :rolleyes:
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Messaggioda MissNable » 15/08/2017, 10:40



interessante con calma ci darò un occhiata Adrien! ;)
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Messaggioda Ātman » 15/08/2017, 10:47



MissNable ha scritto:interessante con calma ci darò un occhiata Adrien! ;)


Ah, bene. ^_^
Temevo sarebbero scappati tutti... :rolleyes:
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