da Premio Nobel » 14/08/2017, 14:26
In questi giorni mi è ricapitato di ripensare al senso della vita è quindi su queste grandi questioni.
A mio modo di vedere, in assoluto la posizione più corretta dovrebbe essere l'agnosticismo (in quanto, non avendo la prova o la smentita di una specifica ipotesi, sarebbe intellettualmente corretto astenersi, come ad esempio, se non mi ricordo male, suggeriva tra gli altri Bertrand Russell).
Pur tuttavia, mi rendo conto che l'agnosticismo non è una vera e propria risposta, non fosse altro che potrebbe non essere soddisfacente - non si sta parlando ad esempio di un compito in classe o di una formazione di calcio, che anche se si ignora non provoca nessun effetto ... in ultima istanza si sta parlando di se stessi e di un argomento importante che potrebbe richiedere comunque una presa di posizione.
Ci sono varie definizioni di "Dio", ovvero, ci sono differenti figure a cui si può fare riferimento, (da ricordi del liceo, per i greci dovrebbe essere il concetto supremo della conoscenza, lo theos, da cui teologia, a cui si contrappone lo studio e la conoscenza di tutto, da cui la filosofia più in generale).
Una definizione che può essere considerata come "soddisfacente" credo sia quell'entità che permette di spiegare il senso ultimo della esistenza umana è più in generale della esistenza dell'universo stesso (ciò semplicemente pone ancora un dilemma: tutto ciò che esiste è soltanto nell'universo oppure esiste anche qualcosa fuori di esso che permette di spiegarlo - nelle illustrazioni medievali, tra cui ad esempio la divina commedia, Dio stesso viene mostrato come "fuori" dall'universo, oltre se non sbaglio il cerchio di Saturno, che regola tutta la vita ... le illustrazioni hanno poi perduto la rappresentazione divina a partire soprattutto con l'illuminismo, famoso ad esempio è la frase di Laplace a Napoleone per spiegare il sistema solare "Dio è una ipotesi di cui non necessito"). La separazione della scienza dalla religione e dalla filosofia più in generale ha dato un grande aiuto allo sviluppo della tecnica, ma al contempo stesso ha limitato l'ambito di ricerca al materiale (inteso come fenomeni naturali e non trascendenti) e all'osservabile (cioè ad eventi che possono essere percepiti attraverso i sensi) - ciò però implica che la scienza non si occupi più di tutto, ad esempio, non si occupa di fenomeni non osservabili (come possono essere precetti morali o politici o filosofici) l'esempio classico è stata la prima e la seconda guerra mondiale, l'aver avuto grandi scoperte tecniche non è andato di pari passo con lo sviluppo della morale o di una tecnica di governo o politica che fosse capace di governare gli uomini ed evitare che si massacrassero a vicenda.
Da dopo la seconda guerra mondiale, infatti, le scienze umane iniziano a prendere maggiore sviluppo (scienze politiche-sociologia-economia-psicologia) e quindi si cerca di far applicare un nuovo metodo scientifico non più agli eventi naturali, ma alle azioni umane. Finora, però, un po' perchè sono discipline recenti, un po' perchè si sono incontrati problemi (ad esempio, la difficoltà ad applicare la logica matematica per cercare di spiegare i fenomeni, o anche per via della esistenza di molti concetti astratti) in questi ambiti c'è stato uno sviluppo, ma è stato minore o quanto meno molto più frammentato rispetto alle scienze "dure". Ci sono però argomenti che non sono per nulla soggetti alla logica scientifica, ad esempio le arti, la filosofia e la teologia (per inciso, almeno per le arti, so che qualcosa è stato fatto, in quanto esistono degli studi ad esempio sulle sinfonie musicali spiegate con la matematica - ma è una cosa tutto sommato secondaria, in quanto l'analisi artistica di un brano o di un'opera viene generalmente svolta senza servirsi della matematica stessa o di un metodo scientifico).
La teologia, o meglio, l'escatologia (la parte di filosofia che si occupa di rispondere sul senso della esistenza) non sono argomenti scientifici, almeno fino ad ora la scienza contemporanea non si è mai occupata sostanzialmente di questi problemi. Come è noto, ci sono varie teorie sul destino ultimo dell'universo (come il big Rip o il big crunch) che però risultano essere un po' speculative (perchè cercano di prevedere molto a lungo nel tempo) è allo stesso tempo cercano un limite (una cosa ad esempio che mi ha colpito è che secondo la scienza contemporanea le stelle diventano alla fine nane nere, ovvero tutto il combustibile nucleare ha svolto la propria reazione è rimane aggregato vagando all'interno della propria galassia senza meta per l'eternità, o almeno fino a che l'universo stesso non si estingue). La scienza antica, in maniera molto più approssimativa bisogna dire, cercava di spiegare veramente tutto (ad essere più precisi, la filosofia antica di occupava di scienza, ad esempio, il contributo Aristotelico era sia filosofico sia scientifico, in quanto ad esempio si credeva che veramente gli astri fossero corpi ideali e perfetti, senza quindi poter avere crateri o cose varie).
Ad oggi la scienza non si occupa di teologia, potrebbe essere curioso in un futuro applicare una sorta di "metodo scientifico" anche per quelle domande filosofiche e teologiche (la tal cosa in realtà è impossibile a me, un po' perchè io stesso, essendo una persona del mio tempo sono influenzato dalla risposta che generalmente si da, un po' perchè credo che non ci sia solo la scienza come metodo di conoscenza, ma più in generale la filosofia)
Per ciò, rispondendo alla domanda iniziale: credo che la scienza ad oggi non risponda a tutto, ciò a cui risponde lo fa benone. Secondo me si dovrebbe cercare di estendere l'ambito scientifico anche quelle materie che ad oggi non lo sono (come ad esempio la morale). In ultima istanza, però, secondo me anche estendendo al massimo, ci saranno comunque delle domande che non saranno risposte.