Elcoco92 ha scritto:il top sarebbe avere al tuo fianco una fidanzata che ti capisce a 360 gradi
I primi anni.
Poi inizia a rompere...
Elcoco92 ha scritto:il top sarebbe avere al tuo fianco una fidanzata che ti capisce a 360 gradi
germano ha scritto:Elcoco92 ha scritto:il top sarebbe avere al tuo fianco una fidanzata che ti capisce a 360 gradi
I primi anni.
Poi inizia a rompere...
Hystèria ha scritto:Non scambiate affiatamento e intesa con un blando essere compresi a 360 gradi, che neanche esiste.
Lena ha scritto:@germano
Sono d'accordo che bisogna stare con gli altri perché si ha voglia. I rapporti umani vanno curati, le persone non dovrebbero essere un ripiego per la solitudine, altrimenti si costruisce ben poco di decente
Come è andata la tua serata in mezzo ai boschi?
TheDarkKnight ha scritto:Riguardo la tua domanda la risposta è ovviamente no. Non credo nemmeno che l'essere umano sia programmato di base per vivere felice, quello forse è un obiettivo che da poco anni si pone per dare valore al tempo che passa qui sulla terra. Poi ovvio la ricerca di benessere passa da mille attività ed è di certo meglio vivere provando benessere invece di sconforto, noia, dolore, tristezza, rabbia e quant'altro.
germano ha scritto:
Oh, solo ora ho visto che mi avevi citato.
Dunque: la bivaccata solitaria è andata molto bene. Avevo già fatto spesso simili notti in montagna alla selvaggia, ma solamente in estate. E devo dire che l'inverno, con la neve, ha il suo fascino. Se ci si copre molto bene e si ha l'attrezzatura adeguata (bisogna spendere un po' di soldi) non si soffre il freddo.
L'argomento "solitudine" e in particolare "vita da single" mi interessa sempre moltissimo (mi affascinava anche durante il lungo periodo di matrimonio) e ,adesso che ho la possibilità di viverlo sulla mia pelle, mi sto accorgendo di curiose dinamiche sociali oltre al fatto di poter autoanalizzare meglio i miei pensieri, i miei approcci mentali.
Quando si è in coppia si è... come dire... "anestetizzati". Il proprio "io" e la propria "individualità" (non volevo usare il termine "solitudine") vengono sormontati dal "chiasso" e si smette di ascoltarli, ma ciò non significa che non esistano: vengono solo zittiti e non è detto che sia una cosa positiva. Affatto.
Parallelamente ogni tanto sento la mancanza di un qualcosa, di una completezza. Mi sento come eternamente in stand-by, in attesa di qualcosa di migliore, ma credo che questo sia fisiologico in ogni essere umano: è l'eterna insoddisfazione umana.
Insomma: "essere o non essere, questo è il problema".
Mi piacerebbe molto confrontarmi su questo tema. Magari anche con un professionista, ma come "collega" non come paziente (altrimenti addio: si finisce nel vortice infinito delle sedute a 80 euro a botta solo per star lì a parlare io a lui di ciò che io già so).
Germano
Lena ha scritto:Buongiorno utenti del forum,
in questi giorni riflettevo sul fatto che secondo me nella solitudine di per sé non c'è è non dovrebbe esserci niente di male.
Io sono una persona solitaria, mi piace fare cose da sola, passare del tempo con me stessa e con i miei gatti. Mi piacciono molto anche le occasioni sociali ma non ho l'energia per stare dietro a tanti stimoli.
Penso sia più importante avere amici su cui si può contare davvero che generici amici con cui uscire. Apparte ciò a volte sento la pressione sociale di socializzare per forza, specialmente in feste come capodanno, Halloween, ferragosto etc.. (Le classiche feste con amici)
Sento che se non mi aggrego a qualche evento sono un po' strana, bizzarra, un lupo solitario. Allo stesso tempo, però, non mi importa niente di festeggiare certe festività e starei bene per conto mio.
Dopo 8 anni di una lunga relazione sento che la libertà di fare quello che mi pare è veramente appagante, ma allo stesso tempo ho timore di isolarmi troppo.
Voi come la vedete? Festeggiate le ricorrenze obbligate con delle persone o state da soli? Vi pesa essere in solitudine?
Come la vivete? Cosa ne pensate?
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