IL THE

IL THE

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 23:26



IL THE

Si può scrivere te o the e rappresenta la bevanda più diffusa nel mondo dopo l’acqua. Ha un sapore leggermente amaro ma gradevole. Il the viene ricavato dalle foglie di una particolare pianta, la “Camelia Sinensis”, un arbusto sempre verde e ramoso che può raggiungere un’altezza di due metri al massimo. Le foglie di questo arbusto, la cui raccolta avviene due volte l’anno, vengono “accartocciate” e messe ad essiccare. La coltivazione avviene principalmente in Cina, India, Giappone e Kenia. Il suo utilizzo risale al III secolo: i primi ad usarlo furono le comunità dei monaci buddisti e successivamente il popolo cinese. Nel corso dei secoli poi, questa bevanda divenne molto popolare anche in Europa, fino a diventare una vera e propria icona delle tradizioni inglesi. Era considerata principalmente la bevanda dei “ricchi” che la servivano in preziose tazze di porcellana e “rigorosamente” alle 5 di pomeriggio. Il the vanta numerosi effetti benefici di cui si dirà in seguito, ma per poter godere appieno delle sue qualità, occorre prestare attenzione alla sua preparazione: infatti la durata dell’infusione con cui si prepara la bevanda ne determina i benefici. Se la “bustina” viene immersa per 2 minuti l’effetto sarà sicuramente eccitante perché nei primi 60 secondi dalle foglie di the viene estratta principalmente la caffeina; trascorsi alcuni minuti invece, dopo aver lasciato la bustina immersa per almeno 5 o 6secondi, si può beneficiare di un effetto “tranquillante” poiché alla caffeina subentra l’acido tannico che “la disattiva” combinandosi con essa.

Tipologie del the
I cinque tipi di tè più comuni sul mercato sono: il the nero, il the rosso, l’oolong (the blu-verde), il the giallo e il the bianco. Naturalmente tutte queste varietà scaturiscono dalle foglie della stessa pianta ma vengono trattate in modi diversi e si distinguono per il processo di fermentazione che per la qualità rossa o nera è completo, per il blu e il giallo è parziale e per il verde è quasi inesistente.
- The nero: viene ricavato dalle foglie di Camelia sinensis che vengono lasciate essiccare per circa 10 ore. Dopo questo trattamento, le foglie vengono accartocciate e fermentate: le foglie più grandi vengono vendute singolarmente, mentre quelle più piccole vengono confezionate nelle bustine.
- The rosso: da alcuni antichi documenti si è al corrente che il the rosso, compresso in tavolette, rappresentò nell’antichità il primo mezzo monetario di scambio usato dai nomadi oltre la Muraglia Cinese. È originario dello Yunnan, al confine con il Tibet e le foglie rosse vengono talvolta vendute anche singolarmente, mentre sulla superficie delle tavolette è possibile notare ideogrammi ben auguranti. Come consumarlo? Tagliando dal blocchetto la quantità necessaria e lasciando le restanti foglie, ad invecchiare ulteriormente.
- The blu–verde: il nome più conosciuto è Oolong e si caratterizza per il colore verde–blu delle foglie che vengono semi fermentate (tra il 12 e il 65%); il gusto varia in base al grado di fermentazione.
- The giallo: è semifermentato, il processo di lavorazione è abbastanza simile a quello per il The verde e differisce da esso solo per il procedimento particolare a cui viene sottoposto, per far diventare gialle le foglie.
- The bianco: è poco fermentato e si caratterizza per il fatto che viene “asciugato” in luoghi ventilati e ombreggiati. Il nome deriva dal fatto che per la preparazione, vengono utilizzati i germogli (prima della loro apertura) ricoperti di una specie di “laniccia” bianca; ha un sapore delicato e appartiene ad una qualità piuttosto rara.

Proprietà del the
Il the è considerato una bevanda salutare, ricca di proprietà benefiche: innanzitutto agisce molto bene come antiossidante poiché contiene sostanze polifenoliche, note fin dall’antichità per queste efficaci capacità antiossidanti in grado di contrastare la diffusione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e della degenerazione cellulare. Ma non solo: Gli antiossidanti chiamati anche flavonoidi, presenti sia nel tè verde sia in quello nero, sono considerati armi molto efficaci nella prevenzione delle cardiopatie ischemiche. Alcuni studi americani hanno evidenziato i benefici cardiovascolari legati soprattutto al tè verde ed hanno potuto constatare una riduzione del 6% delle malattie cardiovascolari, in soggetti che consumavano questa bevanda quotidianamente. Anche nella lotta al fumo, come disintossicante e contro l’obesità e il colesterolo, il the si è rivelato un ottimo alleato del benessere. Sono note anche le caratteristiche idratanti del the, bevanda perfetta per ripristinare i liquidi persi: gli specialisti raccomandano di consumarlo frequentemente e in piccole quantità, per ottenere i migliori risultati. Anche nel conteggio delle calorie, il the “pesa” poco perché “vanta” zero calorie e zero grassi; se consumato con un una moderata quantità di latte, le calorie diventano al massimo 14. Il the rappresenta quindi un ottimo spuntino durante la giornata, specialmente se viene abbinato ad un paio di biscotti.

Il the alleato della prevenzione
I medici raccomandano di consumare the verde e nero in abbondanza, per ridurre i rischi di cancro perché questa bevanda ha la caratteristica di poter prevenire la formazione delle cellule cancerogene grazie all’alto numero di polifenoli. Il the verde inoltre si è rivelato molto efficace per combattere la leucemia, a causa di un componente, conosciuto come EGCG (epigallocatechine-gallato), che ha un potere ossidante 20 volte maggiore rispetto alla Vitamina E nel proteggere i lipidi del cervello. I polifenoli sono anche utili per inibire l’assorbimento del colesterolo nel sangue, a prevenire la formazione di grumi nel flusso sanguigno e anche a raccogliere e disattivare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare che possono portare problemi cardiovascolari, tumori, infiammazioni, artriti oltre al morbo di Alzheimer e al Parkinson. Inoltre, chi beve frequentemente the ha un rischio ridotto di sviluppare ipertensione. Il the verde combatte anche efficacemente la cellulite perché “limita” l’assorbimento dei grassi e berlo regolarmente per 10 anni, sembra possa fare aumentare del 5% la densità minerale e proteggere le ossa dall'osteoporosi.

I benefici effetti del the nero
Il the nero è l'alleato ideale per combattere la fatica fisica e intellettuale perché è in grado di accelerare la velocità del cervello e migliorare la concentrazione. Tutto merito della teina che in questa qualità di the è facilmente assorbibile. Una tazza di te nero contiene infatti più teina del the verde, è quindi opportuno non abusarne perché potrebbero insorgere effetti spiacevoli quali nervosismo e irritabilità. La dose massima consigliabile è di non più di 4 tazze al giorno. Ma il the nero ha anche effetti benefici in cosmesi: infatti se usato sottoforma di spray, prima di esporsi al sole e subito dopo, ha la capacità di “curare” i danni provocati dai raggi ultravioletti e di prevenire il tumore della pelle.

Come preparare un buon the
Per preparare un buon the, la prima regola da tener presente è che più il the è pregiato e più l’acqua non deve essere troppo calda altrimenti le foglie si bruciano e la bevanda perde tutte le sue proprietà. I tempi di infusione nella preparazione del tè variano dai due o tre minuti per i tè verdi, fino a 5 minuti per i tè neri. Il tè nero va bevuto appena fatto, mentre il tè verde può “usufruire” di qualche minuto in più. Sicuramente le bustine sono più pratiche delle foglie, tuttavia se si vuole gustare una bevanda “ad hoc”, occorrerà prediligere “le foglioline”, meno esposte all’aria e più ricche di aroma. Molte persone tendono a consumare il the con un goccio di latte e allora, in questo caso, meglio versarlo prima nella tazza, così il latte si raffredda un po’ e si evita la coagulazione della caseina.
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LE TISANE

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 23:27



A cura di Francesca Soccorsi

Le tisane sono bevande medicinali ottenute per infusione o decozione di fiori, erbe, semi e cortecce. Si preparano con piante fresche o essiccate e, a seconda delle fonti vegetali utilizzate, possono avere proprietà dimagranti, drenanti, lassative, anticellulite, diuretiche, digestive, sedative, antinfiammatorie. Nel mondo vengono consumate al ritmo di circa quattrocento miliardi di tazze all’anno. Nei supermercati sono reperibili preparati per infusi in bustine, che tuttavia permettono di ottenere bevande poco ricche di principi attivi e con scarso potere terapeutico. In erboristeria, al contrario, è possibile acquistare singole droghe o miscele concentrate altamente efficaci e ricevere consigli per la preparazione e l’assunzione. Una tisana di erboristeria contiene, oltre all’ingrediente principale, uno o più elementi adiuvanti, cioè piante che hanno lo scopo di aumentare gli effetti benefici dell’erba principale, e altre droghe che servono a correggere il gusto ma che, in alcuni casi, accrescono la biodisponibilità dei principi attivi presenti. Le erbe sono in genere trinciate in piccolissime scaglie: proprio la trinciatura è di fondamentale importanza per la preparazione di una tisana poiché influisce sulle proprietà terapeutiche e medicamentose. Altrettanto importanti sono l’omogeneità delle erbe utilizzate e la loro quantità: la farmacopea internazionale raccomanda di non utilizzare mai più di otto diverse droghe vegetali, in modo da non inibire la bontà dell’effetto del singolo ingrediente, ma l’ideale è non superare il numero di cinque, dosate in eguale misura. Le erbe medicamentose, infatti, interagiscono tra loro: non tenere conto dei delicati equilibri tra le diverse piante può portare al rallentamento, se non addirittura all’annullamento, dell’effetto benefico.

Un po’ di storia
Da secoli l’uomo fa uso di piante curative e medicinali a scopo terapeutico. Una tradizione, questa, che continua ancora grazie alla chimica e alla medicina moderne. Già nel Medioevo i monaci e gli adepti delle scuole mediche condussero studi rigorosi sulle erbe medicinali, effettuando precise classificazioni e suddividendole in base al loro effetto e alla loro efficacia. Ma solo dopo l’invenzione della stampa, nel XV secolo, fu possibile uniformare gli elenchi delle erbe con le loro possibili applicazioni: nacque così la medicina erboristica. Nell’Ottocento, poi, studiosi e botanici fecero importanti passi avanti nella ricerca ponendo le basi della farmacognosia, la scienza volta allo studio dell’efficacia terapeutica dei principi attivi di fiori, foglie, radici e cortecce, singolarmente e nell’interazione dei loro principi attivi.

Come si preparano
La scelta del contenitore per l’infusione o la decozione, preferibilmente in ceramica o porcellana priva di piombo, è fondamentale per la buona riuscita di una tisana, che deve essere preparata con uno o due cucchiaini di miscela poco prima dell’assunzione. È sconsigliabile raccogliere da soli le erbe da utilizzare, poiché la raccolta è un passaggio essenziale del procedimento: chi la esegue deve conoscere lo stato di salute della pianta, il periodo dell’anno più indicato (chiamato anche tempo balsamico), la modalità corretta per la conservazione, per il trasporto e per la successiva essiccazione. Il ‘fai da te’ può portare all’annullamento degli effetti benefici o anche rivelarsi dannoso per la salute. Dopo l’acquisto gli ingredienti devono essere riposti in recipienti chiusi ma non ermetici e posizionati in un luogo fresco, buio e asciutto, fuori dalla portata dei bambini, e consumati entro sei mesi. Per aromatizzare la bevanda è bene evitare lo zucchero e preferire un cucchiaino di miele oppure aumentare, dietro consiglio dell’erborista, la percentuale di droghe aromatiche.

La scelta tra infusione o decozione dipende dalle caratteristiche delle erbe scelte:

Infusione. È il metodo estrattivo di elezione in ambito domestico. Si prepara versando acqua bollente sulla miscela o sulla bustina già pronta, lasciandola poi in ammollo dai cinque (tisane principalmente aromatiche) ai venti minuti (tisane principalmente terapeutiche) in un contenitore chiuso con coperchio e mescolando prima dell’assunzione. Rispetto al decotto, l’infuso è più adatto per estrarre componenti volatili (che andrebbero perduti con l’ebollizione) da tessuti teneri e delicati (fiori, foglie ed erbe aromatiche). Prima dell’assunzione si filtra l’infuso ottenuto attraverso una tela o un colino a maglie strette.

Decozione. Si esegue ponendo la droga in acqua all’interno di un contenitore con coperchio e portando a ebollizione per un tempo che varia dai cinque (tessuti più teneri come fiori, foglie e sommità fiorite, per i quali però in genere è preferibile l’infusione) ai trenta minuti (parti più coriacee, come radici, rami, bacche e cortecce). Segue una macerazione a fuoco spento per qualche minuto e una filtrazione finale. Il decotto viene utilizzato soprattutto per le droghe costituite da parti dure meno penetrabili dall’azione dell’acqua calda. Si beve in tazza, ma può anche essere utilizzato nell’acqua del bagno o per impregnare compresse di garza o di cotone da applicare sulla pelle.

Possibili effetti collaterali
È importante fornire all’erborista informazioni dettagliate sul proprio stato di salute (incluse eventuali allergie), sulle motivazioni per cui si decide di assumere una tisana e sugli eventuali farmaci assunti contemporaneamente. Le erbe medicinali, infatti, non sono un gioco o una pozione miracolosa e vanno utilizzate sotto stretto controllo di figure professionali qualificate. Anche i rimedi naturali, infatti, possono causare effetti collaterali indesiderati a causa della tossicità di numerose erbe. Consumare prodotti di erboristeria e tisane in modo scorretto può, a lungo andare, dare origine a disturbi gastrointestinali, ipo e ipertensione, tachicardia, reazioni allergiche. In più le tisane possono interagire negativamente con alcune patologie e con alcuni farmaci tradizionali. In caso di gravidanza, poi, è bene evitarne l’assunzione o limitarla a preparati specifici suggeriti dal ginecologo.

Bibliografia
Sala O., Tè e tisane, Vallardi
Pedrotti W., Tisane. Il gusto della salute, Giunti Demetra
Del Principe S., Mondo L., Come fare tisane e infusi. Proprietà e benefici, Gribaudo
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