da Royalsapphire » 23/03/2015, 21:39
SODIO
Svolge un'azione di regolazione dell'equilibrio acido-base e del bilancio idrosalino ed è fondamentale per il funzionamento del sistema nervoso.
AZIONE FISIOLOGICA
Il sodio è presente principalmente nei liquidi extracellulari, in quantità minore nei liquidi intracellulari e nelle ossa. Svolge importanti funzioni quali regolazione della pressione osmotica, del volume dei liquidi extracellulari e dell'equilibrio acido-base; interviene nella trasmissione dell' impulso nervoso, nel mantenimento del potenziale di membrana e dei gradienti elettrochimici transmembrana. Il sodio degli alimenti è totalmente assorbito nell'intestino tenue e nel colon. La regolazione del contenuto corporeo di sodio avviene per opera dell'aldosterone.
FONTI ALIMENTARI
Il sodio è presente nella nostra dieta sia come sale aggiunto nella cucina casalinga (sodio discrezionale) sia come contenuto naturale e aggiunto nelle trasformazioni artigianali e industriali degli alimenti (non discrezionale). Il sodio discrezionale rappresenta mediamente il 36% dell' assunzione totale. Fonti alimentari naturalmente ricche di sodio sono i cereali e derivati (pane), carne, uova, pesce, latte e derivati. Prodotti come il formaggio, il pesce e la carne conservati sono ricchi di sodio aggiunto, presente soprattutto sotto forma di cloruro di sodio e minimamente come glutammato di sodio e bicarbonato di sodio.
FABBISOGNO
Nei soggetti adulti sani il livello raccomandato di assunzione è compreso fra 575 e 3500 mg/giorno corrispondenti a 1,5 e 8,8 g di sale al giorno e si mantiene tale anche durante la gravidanza e l'allattamento nonostante l'aumentato fabbisogno che è comunque soddisfatto dalla normale dieta.
CARENZE
Un deficit di sodio si può verificare solo in presenza di particolari situazioni quali una sudorazione estrema, traumi, diarrea cronica o patologie renali. L'assunzione elevata determina un aumento del volume dei liquidi extrcellulari con conseguente edema e ipertensione. Una riduzione del consumo di sodio porterebbe a una diminuzione della mortalità per patologie cardio e cerebro-vascolari.
POTASSIO
Interviene nella trasmissione nervosa e nella regolazione dell'equilibrio acido-base e del bilancio idrosalino.
AZIONE FISIOLOGICA
Il 95% del potassio è nei liquidi intracellulari mentre la restante parte si trova nei liquidi extracellulari. Questo equilibrio è mantenuto dalla pompa sodio-potassio ed è di fondamentale importanza per il controllo della pressione osmotica e dell'equilibrio acido-base. Il potassio extracellulare è coinvolto nei processi di trasmissione dell'impulso nervoso, nel controllo della contrazione muscolare e della pressione arteriosa. Più del 90% del potassio alimentare è assorbito nell'intestino tenue.
FONTI ALIMENTARI
Fonti naturali di potassio sono ortaggi, frutta e carni fresche non sottoposti a trattamenti industriali di conservazione.
FABBISOGNO
E' consigliato un apporto di potassio di 3,2 g/giorno nell'adulto ed è meglio se questo derivi dal consumo di alimenti di origine vegetale piuttosto che dall'uso di sali di potassio.
CARENZE
Una carenza di potassio può essere causata da perdite eccessive per via gastroenterica, come vomito prolungato e diarrea cronica, o per via urinaria, conseguente all'uso di diuretici e a nefropatie. Il deficit determina stanchezza muscolare, sonnolenza, anoressia, nausea, apprensione, disattenzione fino ad arrivare ad aritmie cardiache anche mortali in caso di grave carenza. Una intossicazione acuta di potassio, determinata da una somministrazione eccessiva per via parenterale o enterale, può causare arresto cardiaco.
CALCIO
Stimola muscoli e nervi e realizza la coagulazione del sangue; inoltre svolge attività di tipo enzimatico, ed è un elemento strutturale di ossa, denti e cellule.
AZIONE FISIOLOGICA
E' presente nell' organismo in quantità superiore a qualsiasi altro minerale: 1200 gr. circa. Quasi tutto è contenuto nelle ossa e nei denti (99%) e in minima parte nelle cellule e nel sangue. Partecipa a importanti funzioni quali la trasmissione dell'impulso nervoso, la contrazione del muscolo, la moltiplicazione e la differenzazione delle cellule, la permeabilità delle membrane. Una sufficiente quantità di vitamina D, detta perciò "calciofissatrice", deve essere presente nell'organismo perché il calcio possa essere assorbito e si fissi nel tessuto osseo. Il 35-40 % del calcio contenuto nella dieta viene assorbito nell'intestino tenue mediante trasporto con carrier specifici. L'eliminazione si ha con il sudore, con le feci e con l'urina .
FONTI ALIMENTARI
Fonti naturali sono latte e latticini, tutti i formaggi, ortaggi verdi, cereali e in piccola quantità carni e pesci. L'acqua dà un apporto di Calcio più o meno importante a seconda della quantità in essa contenuta che varia da pochi mg/l a più di 400 mg/l.
FABBISOGNO
Per determinare il bisogno di Calcio nelle diverse età ci si basa sull'effetto che questo ha sulle ossa. Nei bambini da 1 a 6 anni la dose raccomandata è di 800 mg/giorno mentre in quelli da 7 a 10 anni aumenta a 1000 mg/giorno e rimane tale fino all'età adulta. Dopo i 30 anni la dose raccomandata è di 800 mg/giorno. Il fabbisogno aumenta di 400 mg/giorno durante la gravidanza e l'allattamento. Dopo la menopausa il livello di assunzione adeguato è di 1200-1500 mg/giorno.
CARENZE
Le principali malattie da deficit sono il rachitismo, l'osteomalacia e l'osteoporosi, queste ultime caratterizzate da fragilità ossea. Un eccesso di Calcio si può avere in seguito ad una inappropriata somministrazione di vitamina D e può provocare nefrolitiasi e nefrocalcinosi.
FOSFORO
Rappresenta il componente dei legami di fosfato ricchi di energia, ed è un elemento strutturale di ossa, denti e cellule.
AZIONE FISIOLOGICA
Il fosforo è presente per l' 85% nel tessuto osseo e per il 15% nei tessuti molli e nei liquidi extracellulari. E' un elemento delle nucleoproteine e partecipa alla formazione di fosfolipidi, alla trasmissione intracellulare di messaggi ormonali, alla regolazione dell'equilibrio acido-base dei fluidi corporei. Il suo assorbimento intestinale è influenzato positivamente dalla vitamina D.
FONTI ALIMENTARI
E' presente nei cereali, nelle verdure, nel latte, nelle carni bovine, nel pesce, nel pollame, nei legumi. La biodisponibilità del fosforo presente negli alimenti d'origine animale è superiore a quella dei vegetali.
FABBISOGNO
Una dieta equilibrata soddisfa il fabbisogno di fosforo. Il rapporto molare calcio/fosforo è di 1,3; quindi è da evitare una assunzione di fosforo troppo elevata rispetto a quella del calcio, perché sia l'escrezione che l'assorbimento sono strettamente correlati. Vengono raccomandati livelli di assunzione di fosforo corrispondenti ai livelli raccomandati per il calcio, ovvero: da 7 a 10 anni,1000mg/giorno e rimane tale fino all'età adulta; dopo i 30 anni la dose raccomandata è di 800mg/giorno.
CARENZE
In particolari condizioni cliniche di malassorbimento, di abuso prolungato di antiacidi capaci di legarsi al fosforo si può determinare una carenza di fosforo i cui sintomi sono: anoressia, turbe mentali, alterazioni della conduzione nervosa e dell'apparato muscolo-scheletrico. L'iperfosfatemia può presentarsi di conseguenza a un'insufficienza renale cronica, a ipertiroidismo grave, a sindromi emolitiche e può scatenare una crisi tetanica da ipocalcemia.
CLORO Regola il bilancio idrico e produce acido cloridrico nello stomaco.
AZIONE FISIOLOGICA
Il 70% del cloro si trova nel liquido extracellulare, il rimanente è nell'osso, nel tessuto connettivo e nel liquido intracellulare .E' presente soprattutto come cloruro di sodio e di potassio e interviene nella regolazione della pressione osmotica, dell'equilibrio acido-base e del bilancio idro-elettrolitico. Nel succo gastrico è presente come acido cloridrico. Viene assorbito nell'intestino tenue
FONTI ALIMENTARI
La più importante fonte alimentare di cloro è il cloruro di sodio mentre apporti più bassi derivano dal cloruro di potassio. Il contenuto in cloro degli alimenti varia in base al loro contenuto in cloruro di sodio.
FABBISOGNO
In un soggetto normale l'apporto alimentare e la perdita del cloro sono parallele a quelle del sodio, perciò il livello di assunzione raccomandato è uguale a quello del sodio ed equivale all'ingestione di 1,5-8,8 g di sale.
CARENZE
Normalmente non si verifica il deficit di cloro se non in caso di perdite abbondanti di succo gastrico attraverso il vomito o di perdite di sali a causa di diarrea cronica, di eccezionale e prolungata sudorazione e di patologie renali. Dosi eccessive di cloro possono, interagendo con il sodio, causare ipertensione.
MAGNESIO
Funge da attivatore enzimatico e agisce da modulatore dell'attività elettrica della muscolatura.
AZIONE FISIOLOGICA
Il 60% del magnesio si trova nelle ossa mentre la restante parte è nei liquidi extracellulari e negli spazi intracellulari E' necessario per molti processi metabolici quali la biosintesi dei lipidi, delle proteine e degli acidi nucleici e la glicolisi con trasformazione del glucosio in energia. Interviene nel trasporto di membrana e nell'attività di 300 sistemi enzimatici. Nei liquidi extracellulari mantiene il potenziale di membrana dei nervi e dei muscoli, partecipa alla trasmissiopne dell'impulso nervoso, a processi di mineralizzazione e di sviluppo scheletrico. La quantità di magnesio assorbita nell'intestino tenue varia in base alla sua concentrazione nella dieta e alla presenza di alcuni componenti quali i fitati, calcio, fosforo e acidi grassi. L'eliminazione del magnesio avviene con le feci, le urine e con il sudore.
FONTI ALIMENTARI
La maggior concentrazione di magnesio si ha nei legumi, nei cereali integrali, nella frutta secca, nei vegetali a foglia verde e nelle banane mentre è presente in minor quantità nella carne, nel pesce e nel latte. Diete ricche di vegetali e cereali non raffinati sono più ricche di magnesio rispetto a quelle ricche di carni, di prodotti lattiero-caseari e di alimenti raffinati.
FABBISOGNO
Nel soggetto sano l' apporto compreso fra 150 e 500 mg/die è adeguato.
CARENZE
Data la diffusione del magnesio negli alimenti uno stato di carenza può essere riscontrato in particolari situazioni quali patologie gastroenteriche, malnutrizione, alcoolismo, uso di farmaci (diuretici, nefrotossici) che interferiscono con il suo assorbimento e si manifesta con un'alterazione del metabolismo del calcio, del sodio e del potassio con conseguente debolezza muscolare, alterazioni cardiache e crisi tetaniche. Ipermagnesiemia può essere presente in caso di abuso di farmaci contenenti magnesio: inizialmente determina nausea, ipotensione e vomito, in seguito bradicardia, vasodilatazione cutanea, alterazioni elettrocardiografiche, depressione del sistema nervoso e infine depressione respiratoria, coma e arresto cardiaco.
Microelementi
FERRO
Compito principale del ferro è legare l'ossigeno nella molecola di emoglobina e in altri trasportatori di ossigeno (mioglobina, citocromi).
AZIONE FISIOLOGICA
Il ferro interviene nella sintesi dell'emoglobina, della mioglobina e di diversi enzimi e svolge importanti funzioni quali il trasporto di ossigeno ai tessuti e l'attività di importanti sistemi enzimatici. Il 65% del ferro contenuto nell'organismo è nell'emoglobina, la restante parte si trova nella mioglobina, nella ferritina e nell'emosiderina come deposito. Minime quantità sono associate alla transferrina, che è una proteina di trasporto. Il ferro in forma eme, presente nelle emoproteine del pesce e della carne, viene assorbito come complesso porfirinico senza interazioni con gli altri componenti della dieta, mentre quello in forma non-eme è dipendente dai costituenti della dieta e dallo stato nutrizionale del soggetto. Negli alimenti di origine vegetale il ferro è presente solo in forma non-eme.
FONTI ALIMENTARI
Il ferro è presente sia in alimenti di origine animale (carne e pesce) che in alimenti di origine vegetale (legumi, indivia, radicchio verde e spinaci). Circa 1/3 del ferro assunto giornalmente deriva da verdure e ortaggi mentre minore è la quota di assunzione dai cereali, dalla carne e dal pesce, per cui prevale la forma non-eme. Nella dieta italiana il contenuto di acido ascorbico è piuttosto elevato, mentre sono presenti in basse concentrazioni sostanze inibenti, per cui si ha un soddisfacente livello di assorbimento del ferro.
FABBISOGNO
Le raccomandazioni sui livelli di assunzione sono basati sulle perdite negli adulti e sulle quantità necessarie per la crescita per bambini e adolescenti. Il calcolo della quantità giornaliera varia fra i due sessi, perché diversa è la perdita del ferro. Nell'uomo adulto e nella donna in età post-menopausale la dose raccomandata è di 10 mg/giorno mentre nel periodo fertile la donna , calcolando la perdita di ferro con le mestruazioni, ha bisogno di 18mg/giorno. In gravidanza è opportuno un surplus di 30 mg/giorno. Nell'adolescenza la dose raccomandata è di 12 mg/giorno che diventano 18 mg/giorno nelle ragazze con la comparsa delle mestruazioni. Nella prima infanzia uno scarso apporto di ferro può interferire con il giusto sviluppo psicomotorio del bambino perciò il livello consigliato è di 7 mg/giorno nei bambini dai 6 mesi ai 3 anni e di 9 mg/giorno in quelli da 4 a 10 anni. Prima dei 6 mesi è da privilegiare l'allattamento materno, perché il ferro del latte umano è altamente disponibile.
CARENZE
Il deficit di ferro e conseguente esaurimento delle riserve determina l'anemia sideropenica che presenta sintomi quali pallore, astenia, tachipnea e tachicardia. Se lo stato di carenza si protrae il livello di emoglobina scende al di sotto dei valori normali, si hanno alterazioni dell'eritropoiesi, e conseguente grave anemia microcitica e ipocromica. Malattie da accumulo di ferro sono soltanto di natura genetica.
ZINCO
E' coinvolto nella produzione, deposito e secrezione dell’insulina.
AZIONE FISIOLOGICA
Essenziale per la sintesi proteica, concorre a regolare la contrattilità muscolare e si concentra in particolare nella muscolatura striata. Catalizza e regola numerose reazioni enzimatiche; influenza con selenio e iodio la funzionalità tiroidea, influenza inoltre il sistema di difesa immunitario. Riduce come antiossidante la formazione di radicali liberi. Lo zinco in percentuale del 10-40% viene assorbito nell'intestino prossimale secondo la sua concentrazione ematica. L'eliminazione avviene attraverso sudore, urine, feci. Una parte di zinco passa nel circolo entero-epatico e viene riassorbita nell' intestino tenue.
FONTI ALIMENTARI
Carne di manzo, maiale, agnello, germe di grano, lievito di birra, uova, semi di zucca, senape ne sono ricchi. Negli alimenti di origine animale la biodisponibilità dello zinco è maggiore che in quelli di origine vegetale a causa di sostanze contenute nei secondi come acido fitico e fosfati che ne limitano l'assorbimento.
FABBISOGNO
La dose consigliata è di circa 10 mg giornalieri per l'uomo e 7 per la donna. Durante l'allattamento è consigliabile un aumento di 5 mg al giorno per reintegrare la quota persa con il latte.
CARENZE
Una grave carenza di zinco si manifesta con deficit di crescita, epatomegalia, e anemia. Una particolare malattia genetica che causa un malassorbimento di zinco è la acrodermatite enteropatica ed è caratterizzata da dimagrimento, alopecia, lesioni mucose e cutanee, ritardo nella cicatrizzazione e diminuzione delle difese immunitarie. A rischio di carenza sono in particolare i neonati prematuri, gli ammalati di AIDS, le donne in gravidanza o durante l'allattamento e gli anziani. La tossicità dello zinco si può manifestare oltre i 150 mg/giorno con nausea, vomito, febbre e ridotta risposta immunitaria.
RAME
E' un costituente fondamentale degli enzimi coinvolti nel metabolismo del ferro e nella produzione di sangue.
AZIONE FISIOLOGICA
Il rame è necessario all'organismo per utilizzare il ferro nella sintesi dell'emoglobina; è inoltre importante per il metabolismo energetico cellulare, per la produzione di tessuto connettivo, e interviene nei processi di pigmentazione e cheratinizzazione dei capelli e della cute e nella catena respiratoria. Ha un'influenza anche sull'attività cardiaca. Il 40% del rame dell'organismo si trova nei muscoli mentre la restante parte è nel fegato, nel cervello, nel sangue, nel cuore e nei reni. L'eliminazione del rame avviene attraverso le urine, il sudore e la bile.
FONTI ALIMENTARI
E' presente nelle frattaglie, nei cereali, nelle fave, nella frutta secca, nei gamberetti e nella maggior parte dei frutti di mare.
FABBISOGNO
Una dieta equilibrata in genere fornisce quantità adeguate di rame. Nei bambini da 1 a 6 anni l'apporto adeguato è di 30 µg/Kg/giorno mentre dai 15 ai 18 anni è di 18 µg/Kg/giorno. Nei nati prematuri con un peso inferiore a 1500 g non si è avuto deposito di rame, perciò il fabbisogno giornaliero è di 80 µg/Kg. L'adulto necessita di 1,2 µg/giorno. Per le donne questa quantità deve essere aumentata di 30 µg/giorno nel periodo dell'allattamento per la produzione di 750 ml di latte al giorno, essendo il latte umano particolarmente ricco di rame.
CARENZE
Si sono evidenziati stati di deficit nei nati prematuri e nei bambini allattati con latte vaccino, in soggetti adulti che seguono una dieta particolarmente ricca di zinco e di cereali e povera di proteine o in situazioni di alimentazione parenterale totale. I sintomi di carenza sono: leucopenia e neutropenia, osteoporosi grave e fratture patologiche anche nei bambini, maggior disponibilità a infezioni respiratorie, anemia. Situazioni di tossicità di rame si hanno esclusivamente in caso di contaminazione delle bevande, da parte di tubazioni o di recipienti, o per ingestione volontaria. In questa situazione di dosaggio eccessivo si determinano accumuli del minerale nel fegato che portano a necrosi epatocellulare, insufficienza e cirrosi epatica. Il rame può essere ingerito sotto forma di solfato di rame e da 10 mg/giorno d'ingestione inizia a essere tossico, perciò questa quantità è considerata come la soglia di tossicità.
MANGANESE
E' indispensabile per il funzionamento di alcuni enzimi
AZIONE FISIOLOGICA
Nell'uomo il contenuto di manganese varia da 12 a 20 mg. Gli organi più ricchi sono: ossa, fegato, rene, pancreas. E' un oligoelemento che attiva numerosi enzimi tra cui quelli necessari per una buona utilizzazione di alcune vitamine; è necessario per il normale sviluppo osseo e favorisce l'efficienza muscolare. Eliminato tramite la bile, si trova in tracce nelle urine. L'ingestione di elevate quantità di calcio, fosforo, ferro e cobalto inibiscono l'assorbimento del manganese
FONTI ALIMENTARI
Cereali integrali, frutta secca, tè, vino, barbabietole, patate.
FABBISOGNO
La dose giornaliera consigliabile non è ancora stata definita ufficialmente; è accettata una variabile compresa tra 1 e 10 mg al giorno.
CARENZE
Mancano dati significativi a tale proposito nell'uomo; la tossicità può derivare unicamente dalla inalazione cronica di manganese derivante da impianti industriali ed in questo caso si possono avere manifestazioni simil-parkinsoniane ed allucinazioni.
IODIO
E' il componente degli ormoni tiroidei.
AZIONE FISIOLOGICA
La maggior parte dello iodio presente nell'organismo fa parte degli ormoni tiroidei T3 e T4, perciò la sua principale funzione è quella legata all'attività di questi ormoni nel processo di crescita e nella morfogenesi di vari apparati e organi. Lo iodio contenuto nell'organismo è legato alla tireoglobulina. Lo iodio della dieta è assorbito nell'intestino tenue e trasportato nel plasma verso quei tessuti che lo concentrano, primo fra tutti la tiroide. L'eliminazione è soprattutto urinaria.
FONTI ALIMENTARI
Fonte naturale maggiormente ricca di iodio è il pesce. La sua presenza negli ortaggi e nella frutta dipende dalla loro coltivazione in terreni più o meno ricchi di iodio. Si trova nel latte e nelle uova, mentre nella carne il suo contenuto varia molto. Nonostante ciò nella nostra dieta la quantità di iodio introdotta con il latte, la carne e con i vegetali è spesso superiore di quella introdotta con il pesce. La massima parte del territorio è caratterizzata da un carente apporto di iodio. Questo potrebbe facilmente essere evitato dall'uso regolare di sale iodurato/iodato sia nell'alimentazione quotidiana sia nell'industria. Alcuni alimenti come il cavolo, la rapa, la manioca, la cipolla e la noci contengono sostanze gozzigene, che inibiscono cioè la captazione dello iodio.
FABBISOGNO
Il livello di assunzione raccomandato per entrambe i sessi è di 150 µg/giorno, mentre durante l'allattamento si deve aumentare la dose di 50 µg/giorno , in gravidanza l'aumento è di 25 µg/giorno.
CARENZE
La patologia determinata da carenza è il gozzo, dovuto a un aumento dell'ormone dell'ipofisi, il TSH, che stimola maggiormente la tiroide, determinandone il conseguente ingrandimento, per aumentare la captazione e la fissazione dello iodio circolante nel plasma. Alcuni difetti genetici, una malnutrizione proteico-energetica e l'ingestione di sostanze gozzigene possono determinare la formazione del gozzo. La carenza di iodio durante la gravidanza può causare aborti, incrementare la mortalità peri-neonatale, determinare anomalie congenite, alterazioni neurologiche e deficit mentale. Un apporto eccessivo di iodio causa il gozzo tossico nodulare e l'ipertiroidismo. L'ipertiroidismo, più frequente nel sesso femminile, è caratterizzato da un aumento degli ormoni tiroidei circolanti dovuti ad iperplasia della tiroide. Il gozzo tossico nodulare si rileva soprattutto in persone che precedentemente si trovavano in una situazione di carenza di iodio, quindi con bassi livelli serici di ormoni tiroidei e con aumento del TSH ipofisario. L'azione prolungata nel tempo del TSH determina la comparsa dei noduli multipli che possono portare a ipertiroidismo.
CROMO
Costituente di alcuni enzimi, viene coinvolto nel metabolismo del glucosio e in generale nel metabolismo energetico.
AZIONE FISIOLOGICA
Il ruolo del cromo non è ancora ben definito; sembra che potenzi l'azione dell'insulina influenzando il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine. Il cromo, dopo l'assorbimento, viene trasportato dalla transferrina e dall'albumina ed è eliminato per via renale e in minima parte attraverso i capelli, con il sudore e con la bile
FONTI ALIMENTARI
Fonti naturali di cromo sono le nocciole, il tuorlo d'uovo, il pollo, i formaggi, le verdure, i cereali e i loro derivati.
FABBISOGNO
E' difficile fare una stima del fabbisogno di cromo. L'apporto di cromo nelle diete alimentari dei paesi occidentali varia da 25 µg/giorno a 200 µg/giorno.
CARENZE
Un deficit di cromo, determinato in caso di nutrizione parenterale totale, porterebbe come conseguenza una grave intolleranza al glucosio resistente all'insulina . Nei bambini malnutriti e in alcuni diabetici la carenza del minerale avrebbe determinato una ridotta tolleranza ai carboidrati cromosensibili. Uno scarso apporto è associato a ipercolesterolemia e ad aterosclerosi. In caso di esposizione industriale a polveri contenenti cromo si hanno dermatiti allergiche, ulcere cutanee e carcinoma broncogeno.
SELENIO
Svolge la sua funzione in associazione con la vitamina E, proteggendo le cellule dai danni dell'ossidazione ed ostacolando la formazione dei radicali liberi.
AZIONE FISIOLOGICA
Il selenio, insieme ad altri enzimi, svolge una funzione antiossidante a livello delle membrane e delle cellule. La richiesta di selenio da parte di tiroide, cervello, ipofisi e ghiandole sessuali viene soddisfatta dalla mobilizzazione e cessione del minerale da parte del fegato e del muscolo, sottoforma di seleniocisteina. Il selenio viene eliminato per il 60% con le urine, per il 35% con le feci e in minima parte con il sudore e la saliva. Viene assorbito nell'intestino tenue.
FONTI ALIMENTARI
Le maggiori fonti alimentari in Italia sono i derivati del frumento, soprattutto la pasta che viene prodotta con il grano duro seguita dal pane, normalmente preparato con il grano tenero. Molto ricchi di selenio sono le frattaglie, i pesci, le carni, i cereali, i prodotti lattiero caseari, la frutta e le verdure in relazione al terreno in cui vengono coltivate.
FABBISOGNO
Il livello di assunzione per l'adulto è di 55 µg/giorno, il fabbisogno per il bambino in crescita è minimo ed è di 0,2 µg/giorno. Nel periodo dell'allattamento si raccomanda un aumento dell'apporto di 15 µg/giorno.
CARENZE
Una grave carenza alimentare di selenio determina il Morbo di Keshan che è caratterizzato da una grave cardiomiopatia. In caso di leggero deficit i sintomi sono: difficoltà nella deambulazione dovuta a una miopatia dei muscoli scheletrici, albinismo causato da un'alterazione della pigmentazione dei capelli e della cute, aumentata fragilità delle unghie, aumento della creatinachinasi e macrocitosi. Dosi eccessive di selenio determinano un'intossicazione che si manifesta con nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, alopecia, alterazioni delle unghie, dermatiti bollose, anomalie neurologiche e un caratteristico odore di aglio nel sudore e nell'aria espirata, dovuto all'escrezione di un composto volatile dimetilato del selenio.
MOLIBDENO
E' un cofattore di enzimi coinvolti in reazioni di ossidoriduzione.
AZIONE FISIOLOGICA
Il molibdeno nell'organismo si trova soprattutto nelle cellule epatiche. Favorisce il metabolismo dei carboidrati e dei grassi e con alcuni enzimi interviene in reazioni di ossidoriduzione. E' assorbito dall'intestino e viene eliminato con le urine sotto forma di molibdato.
FONTI ALIMENTARI
Principali fonti alimentari sono il latte e i suoi derivati, i legumi, i cereali, gli ortaggi dalle foglie verde scuro, il fegato e il rene.
FABBISOGNO
Si ritiene che l'apporto dato dalla normale dieta sia di 50-100 µg/giorno e, non conoscendo il fabbisogno di molibdeno, viene considerato adeguato.
CARENZE
Si conoscono solo due casi di carenza di molibdeno: una rara anomalia metabolica congenita e un caso di Morbo di Crohn in cui il paziente fu sottoposto a nutrizione parenterale senza aggiunta del minerale e in entrambe si sono verificati gravi danni cerebrali. Il molibdeno è un antagonista del rame per cui alcuni sintomi di tossicità, quali l'anemia e una riduzione della crescita,sono simili a quelli presenti quando si ha un deficit di rame. In particolari situazioni quali esposizioni ambientali, alimentari ed occupazionali si sono verificate sindromi gottose con elevate concentrazioni ematiche di molibdeno e acidi urici. Ingestione di dosi meno importanti determinano una perdita di rame con le urine.