Polvere di gesso - Gianmaria Testa
Io ogni mattina ascolto l'alba
e la sera il tramonto
e tutto il rumore che fa
e poi per ogni giorno che passa
faccio un segno su un muro
di questa città
perché non è il tempo che mi manca
e nemmeno l'età .
Io ogni mattina quando parto
lascio aperta la mia porta
se qualcuno verrà
e poi metto polvere di gesso
sul pavimento di casa
per i passi che farà
perché quando c'è una porta aperta
di sicuro prima o dopo si sa.
Io ogni sera quando torno
lascio delle tracce bianche
sulla polvere che sa
che qui non ci viene mai nessuno
e nemmeno per oggi
non ci sono novità
e poi richiudo la mia porta
per la notte e per il freddo che ci fa.
Io ogni mattina ascolto l'alba
e la sera il tramonto
e tutto il rumore che fa
e poi per ogni giorno che passa
graffio un pezzo di muro
di questa città
perché non è il tempo che mi manca
e nemmeno l'età.
È nella vita che soffriamo e piangiamo… è nella vita che proviamo la delusione… e è alla fine la vita stessa che ci fa desiderare la morte con le sue sofferenze e i suoi dolori.
Persino l’amore deve cedere il passo alla morte e chinarsi di fronte ad essa. Nulla possono le lacrime e i lamenti a resuscitare la persona amata. Lacrime e lamenti che cederanno il passo ad un nuovo amore, rivolto ad un altro individuo. Ehhh sì… la morte è anche più forte dell’amore…
Se un giorno i morti dovessero tornare alla vita, chissà quanti di essi troverebbero il loro consorte insieme ad un altro/a…
Sono morto dal punto di vista affettivo e sessuale...è quello che ho sempre desiderato... niente mi può toccare... indifernte...sguardo di ghiaccio...cuore di pietra...
La follia è la realtà di un mondo difficile da conoscere, nel quale noi "normali" siamo ospiti indesiderati.
Pirandello - La carriola
IL CONTENUTO DELLA NOVELLA
Si tratta di una novella di ambientazione borghese. Il protagonista, un avvocato di successo e richiestissimo, sta tornando da un viaggio in treno e nel dormiveglia si vede vivere, ovvero si riconosce come altro da sé. Il treno è simbolico, e indica il fluire del tempo. Questa crisi di identità si acuisce ancora di più sulla strada verso casa, finché il protagonista giunge sotto la porta di casa e vede sulla targhetta il suo nome e cognome e la sua professione. In quel momento capisce che sotto quella forma che la società gli ha dato si nasconde il vuoto, che non ha mai vissuto veramente. Ma egli non può fuggire totalmente dalla forma e dalle convenzioni sociali. Non gli resta che accettare quella sua forma. Per sopportarla, però, dovrà inventarsi dei momenti in cui dare libero sfogo a questo altro da sé. La novella termina con la descrizione di uno di questi momenti: l'avvocato afferra la sua cagnetta per le zampe posteriori e le fa fare la carriola, facendole compiere otto o dieci passi nel suo studio.
Dal punto di vista narrativo è interessante l’incipit della novella che è fortemente enigmatico. C'è una descrizione che potrebbe far pensare ad una donna, ma che in realtà si riferisce alla cagnetta, spaventata dal comportamento deviato del padrone.
Il mondo ha imposto al protagonista una maschera: costui è, infatti, obbligato a mostrarsi una persona affidabile, precisa, colta, sicura di sé, delle proprie capacità e possibilità. Il protagonista ci spiega che ogni sua forma, ogni sua maschera è una forma di morte, perché è comunque una maschera. Pirandello, nello scrivere questa novella intende comunicare che la pace è solo nella follia, che è il sovvertire tutti gli schemi. In questo brano è presente, infatti, la visione di vita pirandelliana, che si caratterizza da una realtà di uomo che non vive ma interpreta una parte; è inoltre pervasa dal pesante incombere di una maschera che non si può togliere perché è vincolante per la riuscita della nostra vita, e che ci porta a un senso di angoscia e solitudine.
Paolo ha scritto:l'unica cosa certa da quando nasci è che devi morire, se non mi piace vivere, se lo reputo inutile, se lo reputo sensa senso, perchè non decidere di farla finita un pò prima ? cosa c'è di strano.
giainuso ha scritto:non c'è nulla di strano infatti ne io mi permetterei mai di giudicare negativamente una persona che decide in piena coscienza di porre termine alla propria vita...alla fine chi sono io per arrogarmi il diritto di dirti che devi continuare a vivere senza sapere quello che provi tu davvero, le tue sofferenze o senza aver vissuto le tue esperienze?
mi limito solo a suggerirti , come ho fatto altre volte , di prenderti ancora un po' di tempo e di pensarci bene . E soprattutto a riflettere sul fatto che ponendo fine alla tua vita ora ti priverai anche delle future esperienze che potrai vivere e che non è detto ( come il senso di ineluttabilità del tuo post lascia intendere che tu pensi) che siano per forza TUTTE sempre e solo negative o dolorose....che ne sai se dietro l'angolo ti aspetta invece qualcosa di diverso e bello e che , così facendo , ti perderai ?
solo questo...
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