AnimaInLacrime ha scritto:
E riesci a conviverci?
Io dopo aver visto per l'ennesima volta qualcuno a cui tenevo, e che diceva di tenere a me, sparire dalla mia vita non so che fare. Non riesco a mettere da parte niente, anzi tutte quelle volte in cui avevo fatto finta di niente, ero andata oltre, sono tornate prepotentemente a farsi sentire. E' come se questa delusione avesse scoperchiato il posto in cui avevo nascosto le altre.
E con loro è tornata la domanda che mi faccio, in varie declinazioni da anni, "sono io che forse non sono adatta ad amare ed essere amata?".
Se, in alcuni casi, arrivi al punto di essere oggetto di scherno solo perché tu vuoi bene a qualcuno e questo qualcuno no... Mi spiazza e non so veramente più che fare.
Io credo che il dolore sia un'energia che vada in qualche modo spesa, debba essere buttata fuori, si può fare scrivendo, dipingendo, suonando, in qualsiasi modo possa essere espressa e così in parte consumata, perché ogni volta che invece ci pensi e stai a rimuginare, quel dolore si alimenta. Ci si può convivere, ciò non toglie che faccia male, è un fastidioso sottofondo della propria vita. Non credo che tu non sia adatta ad amare, io personalmente non sono "abituato" ad esserlo, ma non può dipendere sempre e solo da noi, a meno che uno non sia un sociopatico xD anche se alla fine ho visto perfino sociopatici essere amati Vorrei avere la risposta giusta, premere l'interruttore giusto, ma forse è proprio il concetto di giusto e sbagliato che non c'è, in qualcosa di così irrazionale come l'amore, e questo ci fa sentire impotenti.