Cibo e tristezza

Lungo sfogo e ricerca di aiuto

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Cibo e tristezza

Messaggioda MaErre » 16/01/2018, 23:52



Non so se avete presente quella sensazione di totale disagio nei confronti della vita. Quando sai di essere così giovane e avere tutta la vita davanti, ma allo stesso tempo sei consapevole di non aver concluso niente di importante. Ti guardi intorno e vedi quello che hanno fatto gli altri, vedi le vite altrui e le invidi con tutta te stessa perché sembra una normalità irraggiungibile.

Per me tutto gira intorno al corpo, all’aspetto fisico, al cibo. Ho un problema che è iniziato con la bulimia (paradossalmente più produttiva per la mia autostima e quasi esplicitamente cercata, voluta tutt’oggi per favorire i rapporti interpersonali attraverso uno “svuotamento” e una sorta di controllo su me stessa) ed è sfociato da un anno e oltre ormai nel binge eating, è la mia nemesi che mi accompagna ogni giorno abbuffata dopo abbuffata, chilo dopo chilo, il nemico della mia adolescenza per eccellenza che mi ha imprigionata nel rifugio di mia madre.
Fantastico rapporto, salvifico, ma alquanto problematico e pieno di ostacoli provenienti dal passato non ancora superati.

Essendo figlia unica, unica nipote di nonni ossessivamente attaccati alle apparenza e alla religione, in una città e in un’epoca in cui l’esteriorità è tutto, le pressioni che ho sentito su di me si sono trasformate in paure, in terrore dell’altro. Per contrappasso, il terrore è sfociato in competizione con chiunque mi passi davanti, con ogni donna, ragazza, addirittura uomo. Una gara chiaramente impari che mai sono riuscita a vincere e mi relega ogni giorno nell’angolo.
Non so più esprimersi, odio me stessa e il mio corpo, non riesco più ad avere rapporti sinceri con gli altri, non riesco più a provare amore.
Mi manca mio padre, mi manca la normale quotidianità che poche volte ho vissuto nella mia vita perché l’apatia ha sempre fatto da padrona, mi manca poter essere soddisfatta di me stessa.

Vorrei urlare, gridare al mondo che non sto bene, che non riesco a ricominciare, che non so come staccarmi e uscire da questo circolo vizioso, che il cibo è il mio fantasma più cattivo ma non riesco a lasciarlo andare, mi riempie tanto da farmi stare male ma è l’unico bene che sa colmarmi.
Vorrei urlare che odio me stessa e la vita che io mi sto imponendo e la mia famiglia ha contribuito a costruire.
Mi sento sola, abbandonata, insicura, infelice.
Aiuto.
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Cibo e tristezza

Messaggioda Ensō » 17/01/2018, 9:11



Se realmente ci rendessimo conto di quello che abbiamo, e di cosa siamo, non invidieremmo niente a nessuno. Ci manca una cosa, però : l'affetto. Abbiamo fame di affetto e cerchiamo di colmarla basandoci sulle esteriorità. Alimentiamo odio e invidia nei confronti degli altri che poi, inevitabilmente, si ritorce contro la nostra persona perché li vediamo, o li immaginiamo, godere dell'affetto a noi negato.
Se nessuno ci ha mai dato quell'affetto del quale abbiamo bisogno è giunto il momento di autoprodurlo. Proviamo ad osservarci con gli occhi di un estraneo, essere onesti con noi stessi e puntualizzare sulle cose positive e negative, cercando di valorizzare i nostri pregi e di correggere i nostri difetti. Con calma, senza fretta.
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Messaggioda Masquerade » 18/01/2018, 18:24



Da come scrivi mi pare evidente che hai fatto già il punto della situazione in modo abbastanza obiettivo. È un buon primo passo. Perché non provare a muovere i passi successivi? Sai cosa ti crea questi disagi e questi comportamenti. Magari con un aiuto mirato puoi intraprendere un buon percorso risolutivo.
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