Il passato deve vivere, per far vivere me.

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Il passato deve vivere, per far vivere me.

Messaggioda Unknown » 29/11/2017, 17:53



BlackLux ha scritto:
Non riesco a vivere con la consapevolezza che ciò che è perduto non possa mai tornare. Ho perso molte persone nella mia vita, non posso perdere tutti.


Col tempo tutto è destinato a perdersi.. compresi noi.
Che ci piaccia o no è cosi' che funziona questa vita.. e questo ci fa tanto sperare che ne esista un'altra.
Le persone vanno e vengono.. come sull'Autogrill.
C'è chi dopo aver fatto il pieno subito si rimette in marcia e chi invece decide di fermarsi a bere un caffè.
Ricordo quando venivano anche da me a "fare il pieno".. Mentre io continuavo a rimanere "vuoto"..
Non dura niente per eterno.. nemmeno l'amore, come vogliono far credere..
"Niente è permanente in questo mondo scellerato, nemmeno i nostri guai"..
Una nota positiva almeno nel finale ci voleva! ^_^
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Messaggioda ASilentVoice » 29/11/2017, 22:20



Benvenuta :welcome:
Masquerade ha scritto:Sei troppo ancorata al passato. E tra tutte le persone che hai cercato, loro sono andate avanti e tu continui a restare indietro.
Questo non ti dice nulla?
Anche la nostalgia è una zavorra che ti ancora al passato.
L'ultima volta che ho provato nostalgia mi sono sentita così triste che ho deciso di dare una svolta. Netta, precisa. Come un taglio radicale. E ora va molto meglio.
Che ti costa provare? Ti fa così paura vivere il presente per poter essere libera di andare avanti?
"Se sei depresso, stai vivendo nel passato, se sei ansioso stai vivendo nel futuro, se sei in pace stai vivendo nel presente." Lao Tzu

Concordo pienamente.

Unknown ha scritto:Le persone vanno e vengono.. come sull'Autogrill.
C'è chi dopo aver fatto il pieno subito si rimette in marcia e chi invece decide di fermarsi a bere un caffè.
Ricordo quando venivano anche da me a "fare il pieno".. Mentre io continuavo a rimanere "vuoto"..

Che mente perversa che ho,credo di aver un disperato bisogno di essere purificato :pazzo:
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Messaggioda Mustafà » 30/11/2017, 15:22



BlackLux ha scritto:Ciao a tutti. Spio questo forum da diversi mesi, ormai.. Penso sia giunto il momento di parlare io stessa. Non so cosa stia succedendo. O meglio, in parte lo so, ma non so come uscirne, come aiutarmi.. Un anno fa ho sofferto di una forma di depressione. A seguito di diversi eventi traumatici nella mia vita ho passato due mesi a letto, mangiando a malapena, dormendo di giorno e piangendo di notte. Sono riuscita a risalire, a ritrovare fiducia, ma quest'estate ho iniziato ad avere crisi di pianto, attacchi di panico, paranoia. Nulla di eccessivamente grave, ero sempre lucida, solo perennemente triste. Ma ho cominciato a vivere nel passato. A parlarne, a raccontarlo, a ripensarlo, a sognarlo. A fantasticare perennemente su ciò che è stata la mia vita 15 anni fa, 10 anni fa, 5 anni fa.. A quello che avevo, a quello che ho perso. Ho identificato questo passato in 2 persone. Perchè solo queste 2 persone possono aiutarmi.

1) Un uomo più grande di me, conosciuto quando ero un'adolescente, forse avevo appena compiuto 14 anni. E' stato per me un amore platonico, un padre, un mix di figure maschili assolutamente fondamentali e imprescindibili, mi ha insegnato la vita, ha plasmato i miei gusti, il mio carattere, il mio modo di vivere e vedere i rapporti sociali. A causa della grande differenza d'età ( all'epoca più marcata, adesso siamo entrambi trentenni) non c'è mai stato nulla di fisico, ma è stato forse l'uomo più importante della mia vita. E' stato nella mia vita fino ai miei 16 anni, Ci siamo persi di vista circa dieci anni fa dopo un breve riprendere i contatti che non portò a nulla.
2) Il mio primo ragazzo. E' stata una storia passionale, per cui avrei sacrificato qualsiasi cosa, anche me stessa. Mi lasciò, essendo lui un ragazzetto scapestrato e immaturo, ma non ho mai smesso di pensarlo, di conservargli una parte del mio cuore a vita.

Ho tentato di riprendere i rapporti con queste due persone. Il mio ragazzo, dopo qualche mese di chiacchiere, una breve uscita per bere una birra assieme, approfittando probabilmente di un periodo di pausa con la sua fidanzata, in cui ho realmente creduto che qualcosa potesse rivivere ( attenzione, non parlo necessariamente di un rapporto amoroso, volevo solo riaverlo nella mia vita ) si è rimesso con lei e io sono tornata nel dimenticatoio, ovviamente penso che lei abbia messo un qualche tipo di veto sulla mia persona, dato che si è volatilizzato nel nulla. E va bene, un'altra ferita, un'altra perdita, ritrovato e perso.

Nel frattempo, avevo cercato l'altra persona. Freddamente, ho avuto un riscontro. Mi ha rivelato di avermi anche lui cercato in questi anni, senza trovarmi, su Facebook non uso il mio vero nome, abbiamo chiacchierato un po', mi ha anche telefonato ed è stato come essere avvolta in una calda coperta di nostalgia. Come ritrovare le mie origini, me stessa, ciò da cui tutto era iniziato. Ma è finita lì. Si è ben lontani dai tempi in cui si condivideva la vita via sms se non ci si poteva vedere, ma quella persona, quell'uomo, è parte di me. Anche dopo tanti anni, riesco ancora a vedere me stessa attraverso lui. E per quei 20 minuti di telefonata mi sono ritrovata.
Ma tutto è finita lì. Non c'è stato un buongiorno la mattina dopo, non c'è stata un'altra telefonata, solo miei messaggi visualizzati e non risposti.
Perchè la vita va avanti, si sa, il passato è passato.

Ma deve per forza essere così? Sono veramente condannata a dover lasciare alle spalle una cosa così importante, perchè gli dei, il fato, la legge della vita e i proverbi hanno deciso che ciò che è passato, passato deve rimanere?

Non riesco a vivere con la consapevolezza che ciò che è perduto non possa mai tornare. Ho perso molte persone nella mia vita, non posso perdere tutti.


Ti capisco,ho una storia simile, è mi sono dato pure una spiegazione. Anche a me è capitato di rivedere una ragazza di molto tempo fa, e mi sono per un attimo ritrovato,poi mi sono riperso.
La spiegazione che mi do è la seguente e non so se è giusta, ma a me viene così.
Siamo deboli e incapaci di mantenere noi stessi, incapaci di mantenere da soli la nostra essenza. La nostra personalità. Quindi ci perdiamo nelle personalità altrui fino a perderci come persone.
Le persone di cui parli,non tanto il ragazzo,che può darsi sia un'idealizzazione, ma piuttosto l'uomo più grande di te con cui avevi un amore platonico(ma poteva anche essere fisico), ti fanno sentire di nuovo te perchè evidentemente corrispondono veramente alla tua parte interiore per così dire "maschile", quell'archetipo che Jung chiama animus. Con quelle persone,che fuori di te sono immagine di te della tua parte di fantasia,immaginativa e di creattività riesci a percepire te stessa. A me succede lo stesso:una ragazza di molto tempo fa risveglia in me me stesso. Ma non perchè sia una arbitraria idealizzazione, ma perchè senza non siamo in grado di percepirci,abbiamo bisogno del supporto esteriore. Se per contro ci mescoliamo a gente che non ci corrisponde,perdiamo la nostra natura,per tanto ci sentiamo noi stessi solo con quelle persone. E' come se fosse una dipendenza di Anima/Animus dall'elemento esteriore,dal riscontro esteriore,perchè in noi,per debolezza, per ferite infantili(probabilemnte) non riusciamo a trovarci. Quindi non è una dipendenza affettiva, ma proprio una dipendenza interiore dalla controparte esterna.
Dimmi se ti ritrovi, ma forse sono io che vaneggio eccessivamente.
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Messaggioda BlackLux » 30/11/2017, 18:42



Disperso ha scritto:Ti capisco,ho una storia simile, è mi sono dato pure una spiegazione. Anche a me è capitato di rivedere una ragazza di molto tempo fa, e mi sono per un attimo ritrovato,poi mi sono riperso.
La spiegazione che mi do è la seguente e non so se è giusta, ma a me viene così.
Siamo deboli e incapaci di mantenere noi stessi, incapaci di mantenere da soli la nostra essenza. La nostra personalità. Quindi ci perdiamo nelle personalità altrui fino a perderci come persone.
Le persone di cui parli,non tanto il ragazzo,che può darsi sia un'idealizzazione, ma piuttosto l'uomo più grande di te con cui avevi un amore platonico(ma poteva anche essere fisico), ti fanno sentire di nuovo te perchè evidentemente corrispondono veramente alla tua parte interiore per così dire "maschile", quell'archetipo che Jung chiama animus. Con quelle persone,che fuori di te sono immagine di te della tua parte di fantasia,immaginativa e di creattività riesci a percepire te stessa. A me succede lo stesso:una ragazza di molto tempo fa risveglia in me me stesso. Ma non perchè sia una arbitraria idealizzazione, ma perchè senza non siamo in grado di percepirci,abbiamo bisogno del supporto esteriore. Se per contro ci mescoliamo a gente che non ci corrisponde,perdiamo la nostra natura,per tanto ci sentiamo noi stessi solo con quelle persone. E' come se fosse una dipendenza di Anima/Animus dall'elemento esteriore,dal riscontro esteriore,perchè in noi,per debolezza, per ferite infantili(probabilemnte) non riusciamo a trovarci. Quindi non è una dipendenza affettiva, ma proprio una dipendenza interiore dalla controparte esterna.
Dimmi se ti ritrovi, ma forse sono io che vaneggio eccessivamente.


In realtà mi ritrovo profondamente in quello che dici, se vogliamo escludere il discorso amoroso e affettivo, che comunque è molto presente. Parlare al telefono con quella persona è stato come riattaccarmi un braccio tagliato, ritrovare la via in un labirinto...
Ma, come dicono tutti, posso solo rassegnarmi.. e vivere rinunciando a tutto questo.
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Messaggioda Mustafà » 30/11/2017, 19:29



BlackLux ha scritto:
Disperso ha scritto:Ti capisco,ho una storia simile, è mi sono dato pure una spiegazione. Anche a me è capitato di rivedere una ragazza di molto tempo fa, e mi sono per un attimo ritrovato,poi mi sono riperso.
La spiegazione che mi do è la seguente e non so se è giusta, ma a me viene così.
Siamo deboli e incapaci di mantenere noi stessi, incapaci di mantenere da soli la nostra essenza. La nostra personalità. Quindi ci perdiamo nelle personalità altrui fino a perderci come persone.
Le persone di cui parli,non tanto il ragazzo,che può darsi sia un'idealizzazione, ma piuttosto l'uomo più grande di te con cui avevi un amore platonico(ma poteva anche essere fisico), ti fanno sentire di nuovo te perchè evidentemente corrispondono veramente alla tua parte interiore per così dire "maschile", quell'archetipo che Jung chiama animus. Con quelle persone,che fuori di te sono immagine di te della tua parte di fantasia,immaginativa e di creattività riesci a percepire te stessa. A me succede lo stesso:una ragazza di molto tempo fa risveglia in me me stesso. Ma non perchè sia una arbitraria idealizzazione, ma perchè senza non siamo in grado di percepirci,abbiamo bisogno del supporto esteriore. Se per contro ci mescoliamo a gente che non ci corrisponde,perdiamo la nostra natura,per tanto ci sentiamo noi stessi solo con quelle persone. E' come se fosse una dipendenza di Anima/Animus dall'elemento esteriore,dal riscontro esteriore,perchè in noi,per debolezza, per ferite infantili(probabilemnte) non riusciamo a trovarci. Quindi non è una dipendenza affettiva, ma proprio una dipendenza interiore dalla controparte esterna.
Dimmi se ti ritrovi, ma forse sono io che vaneggio eccessivamente.


In realtà mi ritrovo profondamente in quello che dici, se vogliamo escludere il discorso amoroso e affettivo, che comunque è molto presente. Parlare al telefono con quella persona è stato come riattaccarmi un braccio tagliato, ritrovare la via in un labirinto...
Ma, come dicono tutti, posso solo rassegnarmi.. e vivere rinunciando a tutto questo.


Mah, no, in realtà secondo me,essendo queste persone controimmagine del nostro mondo immaginativo,di fantasia,creatività ed erotico, basterebbe riuscire a ridestare la propria creattività. Se deve avere per forza qualcuno al di fuori per essere desta questo è perchè non è stata sufficientemente riconosciuta da genitori ed educatori. Quindi noi non la riconosciamo se non quando incontriamo qualcuno che la rappresenta. Ma non so come fare...
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Messaggioda Masquerade » 30/11/2017, 19:58



BlackLux ha scritto:Ma, come dicono tutti, posso solo rassegnarmi.. e vivere rinunciando a tutto questo.


La rassegnazione e la rinuncia ti incollano ancora di più al passato, ovvero ad un tempo che non c'è più. Non devi rassegnarti, devi accettare che il passato è, come dice la parola stessa, passato. E invece di rinunciare, molla la presa e lascialo andare.
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Messaggioda BlackLux » 01/12/2017, 11:21



Masquerade ha scritto:
La rassegnazione e la rinuncia ti incollano ancora di più al passato, ovvero ad un tempo che non c'è più. Non devi rassegnarti, devi accettare che il passato è, come dice la parola stessa, passato. E invece di rinunciare, molla la presa e lascialo andare.


Per me lasciare andare equivale a rinunciare. Ma ci tengo a precisare una cosa.. Il primo ragazzo, ad esempio, dopo la seconda delusione da parte sua, lo considero un ricordo dolce/amaro, ma un capitolo chiuso. Proprio perchè c'è stato una conclusione, un "sbatterci la faccia" e chiudere quella porta immaginaria che lo conteneva nella mia testa. Ora sono pronta a lasciarlo andare.

Ma per l'altra persona non funziona così.. In primis per l'importanza magistrale che ha avuto nella mia vita, anche quando non c'era. Non credo di riuscire a trovare le parole per descriverlo, nè per descrivere quanto felice sarei se potesse di nuovo far parte della mia vita quotidiana. Fra me e lui non c'è stata una conclusione vera e propria, c'è stato un perdersi di vista, un ritrovarsi e riperdersi, ma senza motivi di rottura. Lui mi ha cercato senza riuscire a trovarmi, io ci sono riuscita. Vorrei lasciarlo andare, ma l'ho cercato per 10 anni..
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Messaggioda Mustafà » 01/12/2017, 12:22



BlackLux ha scritto:
Masquerade ha scritto:
La rassegnazione e la rinuncia ti incollano ancora di più al passato, ovvero ad un tempo che non c'è più. Non devi rassegnarti, devi accettare che il passato è, come dice la parola stessa, passato. E invece di rinunciare, molla la presa e lascialo andare.


Per me lasciare andare equivale a rinunciare. Ma ci tengo a precisare una cosa.. Il primo ragazzo, ad esempio, dopo la seconda delusione da parte sua, lo considero un ricordo dolce/amaro, ma un capitolo chiuso. Proprio perchè c'è stato una conclusione, un "sbatterci la faccia" e chiudere quella porta immaginaria che lo conteneva nella mia testa. Ora sono pronta a lasciarlo andare.

Ma per l'altra persona non funziona così.. In primis per l'importanza magistrale che ha avuto nella mia vita, anche quando non c'era. Non credo di riuscire a trovare le parole per descriverlo, nè per descrivere quanto felice sarei se potesse di nuovo far parte della mia vita quotidiana. Fra me e lui non c'è stata una conclusione vera e propria, c'è stato un perdersi di vista, un ritrovarsi e riperdersi, ma senza motivi di rottura. Lui mi ha cercato senza riuscire a trovarmi, io ci sono riuscita. Vorrei lasciarlo andare, ma l'ho cercato per 10 anni..


Forse mi sono perso qualcosa, ma ti sei fatta avanti esplicitamente con lui? Una volta ritrovato?
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Messaggioda BlackLux » 01/12/2017, 13:04



Disperso ha scritto:Forse mi sono perso qualcosa, ma ti sei fatta avanti esplicitamente con lui? Una volta ritrovato?


Abbiamo chiacchierato, ha voluto telefonarmi e parlare di cinema principalmente ( passione comune ) sembrava imbarazzato ma contento. Dopo quella telefonata in cui gli ho detto che poteva telefonarmi quando voleva, che mi faceva piacere... Abbiamo parlato un po' su messenger di Facebook, ha visualizzato i miei ultimi messaggi dopo un giorno e non mi ha più risposto.
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Messaggioda Masquerade » 01/12/2017, 15:10



BlackLux ha scritto:
Masquerade ha scritto:
La rassegnazione e la rinuncia ti incollano ancora di più al passato, ovvero ad un tempo che non c'è più. Non devi rassegnarti, devi accettare che il passato è, come dice la parola stessa, passato. E invece di rinunciare, molla la presa e lascialo andare.


Per me lasciare andare equivale a rinunciare. Ma ci tengo a precisare una cosa.. Il primo ragazzo, ad esempio, dopo la seconda delusione da parte sua, lo considero un ricordo dolce/amaro, ma un capitolo chiuso. Proprio perchè c'è stato una conclusione, un "sbatterci la faccia" e chiudere quella porta immaginaria che lo conteneva nella mia testa. Ora sono pronta a lasciarlo andare.

Ma per l'altra persona non funziona così.. In primis per l'importanza magistrale che ha avuto nella mia vita, anche quando non c'era. Non credo di riuscire a trovare le parole per descriverlo, nè per descrivere quanto felice sarei se potesse di nuovo far parte della mia vita quotidiana. Fra me e lui non c'è stata una conclusione vera e propria, c'è stato un perdersi di vista, un ritrovarsi e riperdersi, ma senza motivi di rottura. Lui mi ha cercato senza riuscire a trovarmi, io ci sono riuscita. Vorrei lasciarlo andare, ma l'ho cercato per 10 anni..


Non confonderli. Non sono la stessa cosa. Nella rinuncia c'è rassegnazione. Nel lasciare andare c'è accettazione. La prima guarda sempre al passato. La seconda guarda "oltre".
Nessuno vuole cancellare l'importanza del ruolo di queste persone nella tua vita. Sarebbe come negare l'evidenza. Però il loro tempo forse è scaduto con te. E se non lo è torneranno che tu lo voglia o meno.
Nel frattempo, mentre rincorri il passato, è il TUO tempo che stai perdendo.
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