AnimaInLacrime ha scritto:Ma se il mondo è ingiusto, la vita è ingiusta e nemmeno comportarsi cercando sempre di non fare male a nessuno, nel massimo rispetto di tutti, ti può dare serenità, gioia, un ritorno, l'unica cosa che resta da fare è rassegnarsi?
Lo so che comportarsi bene non significa che ci siano cose dovute, lo so. La mia riflessione è un po' più ampia e forse anche un po' inutile.
E' nato tutto quando mi è capitato di vedere gente del mio passato che si è comportata veramente male non solo con me ma con molta gente, passeggiare mano nella mano per le strade illuminate dalle lucine di Natale con i rispettivi fidanzati.
A loro l'amore, a me prese in giro.
Lo so che niente è dovuto ma allora davvero l'unica cosa da fare è rassegnarsi?
Questo tuo post, insieme a quell'altro su cosa succede ai sentimenti che nessuno vuole, è uno di quelli in cui mi ci son più (tristemente) rivisto.
Anche io son cresciuto con quest'idea (alla fine rivelatasi non solo falsa ma pure "malsana") che comportarsi bene e non danneggiare gli altri, portare rispetto, fossero la maniera in cui tutti si dovrebbe vivere.. che alla fine vivere così avrebbe dovuto darlo un "ritorno" di qualche tipo.. (che non significa affatto aspettarsi qualcosa di dovuto in cambio, come hai specificato bene anche tu, è qualcosa di totalmente diverso.. )..
Ma non funziona così.
Come in tutta la natura.. anche nei comportamenti umani, soprattutto quelli legati ai sentimenti e alle relazioni, prevalgono e "funzionano" dinamiche solo di tipo competitivo ed egoistico.. E sembra non esserci scampo a tutto questo... per cui .. non so.. a me ha distrutto rendermi conto che alla fine tutto quello che pensavo fosse il bello e la parte migliore di me (sincerità, ingenuità, onestà.. una natura di fondo mite, buona e compassionevole) in realtà non solo non vale assolutamente niente ai fini che contano (i rapporti umani) ma è pure un handicap.
E questa consapevolezza acquisita non mi serve comunque a niente.. perché non cambia la natura di ciò che sono e ciò che sento.. mi rende solo tragicamente inadeguato, inadatto.. troppo vulnerabile, fragile.. debole.. in un mondo dove conta solo l'apparenza e la forza.
Credo che le difficoltà nel "rassegnarsi" o "accettare" la realtà delle cose che provi possono essere legate a questo, al fatto che comunque ti devi in un certo senso "snaturare" per accettarle e rassegnarti.
In più c'è il fatto (almeno per quello che mi riguarda) che la rassegnazione è l'antitesi della speranza: e il dramma è che "vivere" (nel senso di provare entusiasmo, agire, reagire) senza speranza non è cosa possibile, ci si spegne, non si trova un senso nemmeno nell'alzarsi dal letto; e, in modo differente, sperare in cose che non esistono (illudendosi soltanto) porta comunque ad una profonda sofferenza che sortisce lo stesso identico effetto... perdere sé stessi, l'entusiasmo, la spontaneità, la capacità di esprimersi e di comunicarsi...
Per cui io, per quanto mi riguarda, un'uscita più non la vedo.
La stanchezza e la fatica che faccio ormai anche solo nel respirare.. la totale (ma proprio TOTALE) mancanza di interessi, passioni, stimoli.. unita anche al problema età.. non lo permette.. è diventato tutto un serpente che si morde la coda da solo.. .
Tu non sei ancora a quel punto...
Magari, realizzando che puoi vivere "decentemente" e sufficientemente appagata anche senza alcune cose "ideali" che sognavi (tipo l'amore come lo sognavi.. ), accettando dei compromessi, è probabile che qualcosa possa sbloccarsi, che si ridefinisca in maniera più equilibrata il tuo rapporto con i tuoi sentimenti, le tue emozioni, te stessa e gli altri (son tutte cose inscindibilmente collegate tra loro)..
Forse l'unica uscita da questa situazione è quella.. rassegnarsi "in parte" e fare dei compromessi con la realtà delle cose senza stravolgere troppo la propria natura... ma devi imboccarla prima possibile.. perché poi il tempo porta altre difficoltà e, ad un certo punto, spariscono tutte le possibilità e occasioni che magari avresti potuto avere..
E realizzare che non puoi più averle, insieme al peso delle troppe cose irrisolte (tutte) che ti porti dentro, ti sottrae per sempre quelle capacità e risorse interiori che servono per riuscirci, a vivere.
A me questo è successo.
Non sono più nemmeno l'ombra di me stesso.
Non sono più niente.