Ma se il mondo non è giusto...?

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"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
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La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Ma se il mondo non è giusto...?

Messaggioda Ātman » 15/12/2017, 12:20



Partiamo dal presupposto che per vivere ci vuole una buona dose di forza interiore, specie quando inizi a prendere coscienza di come vanno le cose.

La forza interiore ti permette:

- di prendere atto che potresti non incontrare mai la persona che vorresti (o di non essere ricambiata), e allo stesso tempo di non accontentarti di "surrogati";

- di non rassegnarti passivamente e lamentosamente, atteggiamento che potrebbe impedirti di vedere che quello che stai cercando ti sta magari passando accanto, o che comunque potrebbe respingere chi farebbe al caso tuo.

Obiettare che le persone hanno risorse interiori differenti e non tutti hanno quella forza che gli permette di affrontare la realtà può diventare un alibi di cui ci convinciamo e che sabota la nostra possibilità di scoprire quelle risorse che non sappiamo di avere.

Per quanto mi riguarda non avrei scommesso un centesimo sul fatto di essere ancora in piedi pur non avendo mai avuto una compagna e perdendo le mie persone più care, cioè i miei genitori e mio fratello. Ma sono ancora qui, determinato a non farmi abbattere; e considerato che non ho superpoteri speciali, ma anzi ho dovuto fare i conti con una sensibilità che mi rendeva molto vulnerabile, credo che se ce la sto facendo io può farcela chiunque.
Spero sinceramente che tu ci riesca.
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Messaggioda Lμcιfεrσ » 15/12/2017, 16:27



AnimaInLacrime ha scritto:
Azrael ha scritto:No, non è un rassegnersarsi: è una presa di coscienza di come vanno le cose. Siamo soliti pensare che ci sia una ragione o un fine, non per non nostra esperienza, ma per nostra pura mentalità: probabilmente dobbiamo staccarci da questa idea. C'è chi si abbandona a questa cosa e risponde non vivendo (non per forza suicidandosi), ma cercando di scappare. Almeno è quello che ti posso dire io.
Prendi coscienza di come vanno le cose e reagisci, reagisci di conseguenza: sapere che le cose non hanno un senso obbiettivo non è debolezza e nemmeno rassegnazione, anzi, probabilmente è maggior presa di coscienza, scusa la ripetività, di chi crede il contrario. Rispondi vivendo di conseguenza, ma rispondi, adattandoti, ma rispondi. Non essere soggetta al mare degli eventi, non farti travolgere, sii il mare: non farti trasportare dagli eventi e dall'emotività conseguente, ma sii in grado di creare i tuoi eventi. Fregatene di ciò che succede e delle sue apparenti cause, vivi seguendo quello che davvero vuoi fare e se incontrerai degli ostacoli fa lo stesso ragionamento, sono solo ostacoli dati dal nulla, non sono lì per te a posta. Faccio fatica a spiegarlo a parole, ma spero di aver reso l'idea: non essere passiva (non cogliere tutta la negativtà del termine), ma davanti ad eventi brutti, sii attiva per creare i tuoi momenti, le tue gioie.

Hai scritto delle cose interessanti...
Voglio rifletterci un po' prima di dirti cosa ne penso :)

Grazie mille, lo prendo per un complimento.
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Ma se il mondo non è giusto...?

Messaggioda AnimaInLacrime » 15/12/2017, 23:13



Masquerade ha scritto:
Ed io per esperienza personale mi permetto di dissentire.
Rassegnarsi è un atteggiamento totalmente passivo. Tu (generico) ti rassegni e subisci la vita. O il destino che chiamarlo si voglia. Qui mi riferisco alla cattiva e buona sorte a cui fai riferimento tu.
E mi accodo al tuo esempio. Nella mia vita ho incontrato tante m***e. Ma tante proprio. L'ultima m***a poi le ha superate tutte. O meglio, mi correggo. Le avrebbe potute superare tutte.
Perché se io mi fossi rassegnata, avrei ragionato così: Niente, la vita mi manda "m***e" e tanto vale che mi accontenti di questo.
Dato che io non mi rassegno, ma accetto che nella vita io ho incontrato prevalentemente m***e, divento attiva e DECIDO IO se accontentarmi di questo oppure no.
E la risposta è un secco e categorico NO. NON ACCETTO.
Sono consapevole che non è detto che possa capitarmi di meglio.Ma è importante che io sappia evitare il peggio. E infatti l'ho fatto.
Ho accettato e non mi sono rassegnata.
Questo giusto per restare in tema al tuo esempio. Di altri esempi potrei farne molti.

La vita è giusta? Per come la vedo io, la giustizia non è umana. E' solo divina.
Raramente appartiene a questa dimensione. Mia opinione assolutamente personale.


Non lo so, forse allora sono io che non sono riuscita a spiegarmi.

Quella che dico io è un'altra cosa.
Quando parlo di rassegnarsi non mi riferisco al fatto che conosco gente di m***a e siccome non posso avere di meglio me li tengo. Non ho mai detto questo.
Però prendo atto del fatto che se per tutto questo tempo le persone, anche quelle cosiddette insospettabili (e anticipo che so bene che su nessuno si possa mettere la mano sul fuoco), e penso che forse io non avrò mai questo nella vita.

Perché cercare di cambiare le cose va bene ma c'è bisogno di un incentivo, di uno stimolo e quando non riesci più a trovarlo dentro di te è un problema.
E' come un ragazzo che vuole fare il ballerino ma continua a ricevere "no". Ad un certo punto finirà per chiedersi se è davvero portato per essere un ballerino.

Il mio ragionamento viene dopo.
So cosa è sbagliato, cosa mi fa male e lo evito ma quando lo faccio resto da sola. E il problema non è restare da sola ma il fatto che il dubbio che forse sono io a non andare bene, che non andrò mai bene mi viene e non posso non chiedermi questo.

L'ultima botta, già bella intensa, è stata un po' la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Ho già detto che la mia domanda era abbastanza estremizzata, lo riconosco.
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Messaggioda AnimaInLacrime » 16/12/2017, 22:42



Adrien ha scritto:Partiamo dal presupposto che per vivere ci vuole una buona dose di forza interiore, specie quando inizi a prendere coscienza di come vanno le cose.

La forza interiore ti permette:

- di prendere atto che potresti non incontrare mai la persona che vorresti (o di non essere ricambiata), e allo stesso tempo di non accontentarti di "surrogati";

- di non rassegnarti passivamente e lamentosamente, atteggiamento che potrebbe impedirti di vedere che quello che stai cercando ti sta magari passando accanto, o che comunque potrebbe respingere chi farebbe al caso tuo.

Obiettare che le persone hanno risorse interiori differenti e non tutti hanno quella forza che gli permette di affrontare la realtà può diventare un alibi di cui ci convinciamo e che sabota la nostra possibilità di scoprire quelle risorse che non sappiamo di avere.

Per quanto mi riguarda non avrei scommesso un centesimo sul fatto di essere ancora in piedi pur non avendo mai avuto una compagna e perdendo le mie persone più care, cioè i miei genitori e mio fratello. Ma sono ancora qui, determinato a non farmi abbattere; e considerato che non ho superpoteri speciali, ma anzi ho dovuto fare i conti con una sensibilità che mi rendeva molto vulnerabile, credo che se ce la sto facendo io può farcela chiunque.
Spero sinceramente che tu ci riesca.


Io odio questa condizione in cui mio malgrado mi trovo da 6 anni e contro cui ho sempre e dico sempre lottato. Odio stare così, odio sentirmi così, odio scoprire puntualmente nuove dimensioni della sofferenza.
Se potessi farlo prenderei tutto e lo butterei nella spazzatura per togliere quello schifo dalla mia vita.

Concordo con quello che dici.

Penso anche io che la persona giusta, per dirne una, non è detto che arrivi.
Ecco forse sono ancora nella fase di accettazione o meglio in quel momento che trasforma la rassegnazione in accettazione e che mi permette di vivere serena.

Vedi io ho sempre sognato l'amore, una famiglia, diventare madre. Sogni comuni ne sono consapevole ma da ragazzina ero molto ingenua, romantica e senza filtri. Non capivo nemmeno cosa fossero le prese in giro.
Non mi riferisco alle persone che parlano male di te perché ho cominciato a 8 anni ad affacciarmi a questa realtà. Non credevo che fosse possibile mentire fino ad un certo punto, prendere in giro qualcuno nei sentimenti... Ero molto ingenua.

Forse dovrei accettare questa condizione, accettare e rimodularmi di conseguenza.

La forza interiore di cui parli potrebbe essere composta in parte da spirito di adattamento, da prendere quello che la vita ti concede e di farci la classica limonata. Non è facile e sinceramente non so da dove partire.

Da ragazzina sognavo una famiglia, un marito o meglio un amore, e dei figli.
Oggi il sogno di una famiglia e dei figli è rimasto, anche grazie alle moderne tecnologie, quello dell'amore no. Così come quello dell'amicizia.
E' che ogni tanto fa male, specie quando ti sembra di crederci e invece ti ritrovi di nuovo con un pugno di mosche in mano.

Le tue parole però mi hanno dato qualcosa su cui riflettere, grazie :)
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Messaggioda Ātman » 16/12/2017, 23:45



Sei ancora tanto giovane, spero che non rinuncerai alle speranze di un tempo.
Certo potresti andare incontro a delusioni, ma anche a qualcosa di bello.
Non arrenderti.
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Messaggioda AnimaInLacrime » 18/12/2017, 23:05



Azrael ha scritto:
AnimaInLacrime ha scritto:
Azrael ha scritto:No, non è un rassegnersarsi: è una presa di coscienza di come vanno le cose. Siamo soliti pensare che ci sia una ragione o un fine, non per non nostra esperienza, ma per nostra pura mentalità: probabilmente dobbiamo staccarci da questa idea. C'è chi si abbandona a questa cosa e risponde non vivendo (non per forza suicidandosi), ma cercando di scappare. Almeno è quello che ti posso dire io.
Prendi coscienza di come vanno le cose e reagisci, reagisci di conseguenza: sapere che le cose non hanno un senso obbiettivo non è debolezza e nemmeno rassegnazione, anzi, probabilmente è maggior presa di coscienza, scusa la ripetività, di chi crede il contrario. Rispondi vivendo di conseguenza, ma rispondi, adattandoti, ma rispondi. Non essere soggetta al mare degli eventi, non farti travolgere, sii il mare: non farti trasportare dagli eventi e dall'emotività conseguente, ma sii in grado di creare i tuoi eventi. Fregatene di ciò che succede e delle sue apparenti cause, vivi seguendo quello che davvero vuoi fare e se incontrerai degli ostacoli fa lo stesso ragionamento, sono solo ostacoli dati dal nulla, non sono lì per te a posta. Faccio fatica a spiegarlo a parole, ma spero di aver reso l'idea: non essere passiva (non cogliere tutta la negativtà del termine), ma davanti ad eventi brutti, sii attiva per creare i tuoi momenti, le tue gioie.

Hai scritto delle cose interessanti...
Voglio rifletterci un po' prima di dirti cosa ne penso :)

Grazie mille, lo prendo per un complimento.


Lo è, è un complimento. Mi piace molto il dialogo ma ancora di più con persone con il pensiero diverso dal mio.

Credo che il mio problema sia alla base.
Io ho sempre pensato all'amore e agli affetti come via per la felicità. Forse è questo l'errore. Magari sono davvero le vie più immediate per stare bene ma non sono le uniche.

Forse non incontrerò mai l'amore, forse arriverò al punto di non volerlo più nemmeno, però questo non significa che non posso aspirare alla gioia, alla serenità. Giusto? E' questo che vogliono dirmi le tue parole?

E' un concetto intenso, sicuramente nuovo per me ma non posso dire che non abbia senso, anzi.
E' un nuovo modo di vedere la speranza.

Se non sarà nel mio destino l'amore (perché io continuo a credere che le cose accadano per un motivo) questo non significa che non potrò vivere bene.

Scusami se lo ripeto ma devo abituarmi all'idea, accettarla, tanto per rimanere in tema. XD
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Messaggioda AnimaInLacrime » 20/12/2017, 23:09



Stamattina stavo facendo delle ricerche sull'accettare quegli eventi che sono traumatici per noi. Accettarli e non rassegnarsi.

Mi sono imbattuta in una serie di siti interessanti ma uno più di tutti ha catturato la mia attenzione dandomi uno spunto per una riflessione importante ma un po' complicata, per me.

Accettare, stando alle parole di questo sito, sarebbe cercare il l'altro lato della medaglia, comprendendo gli eventi, convincendoci a livello emotivo, non solo razionalmente, di quello che ci è successo, del senso e di conseguenza della lezione che questa situazione ci avrebbe impartito.

Prendere l'altro verso delle cose, prendere il lato costruttivo, non distruttivo di ciò che ci succede. Il sito suggerisce di seguire la pancia, l'istinto.

Ecco io qui non capisco.
Non mi riferisco esclusivamente a seguire l'istinto anche se io sono una molto molto molto razionale che fatica a seguire le proprie emozioni senza ragionare un po', mi riferisco a questo benedetto senso degli eventi.

E se un lato positivo ( il sito fa l'esempio di persone che mi sarebbero state vicine in questo momento o di insegnamenti da questo situazione) non ci fosse? Se tutto ciò che è scaturito fosse solo negativo?

Domanda scema, lo so, ma come si fa a capire un evento?
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Messaggioda drop » 21/12/2017, 7:47



AnimaInLacrime ha scritto:Ma se il mondo è ingiusto, la vita è ingiusta e nemmeno comportarsi cercando sempre di non fare male a nessuno, nel massimo rispetto di tutti, ti può dare serenità, gioia, un ritorno, l'unica cosa che resta da fare è rassegnarsi?


Ci tengo a precisare il mio pensiero:
Il mondo non è ingiusto, la vita non è ingiusta. Né l’uno né l’altro fanno nulla. Entrambi sono governati da noi, perciò al limite si può dire che le persone sono ingiuste. Inconsciamente questo tipo di pensiero, secondo me, porta a sganciarsi da ogni responsabilità attribuendo le cause del male al povero generico mondo e alla povera generica vita che nulla ci hanno mai fatto se non darci una possibilità di realizzazione. Potrebbe sembrare sciocco ma forse è proprio questo ragionamento che porta alla rassegnazione.
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Messaggioda Ātman » 21/12/2017, 11:32



E se un lato positivo ( il sito fa l'esempio di persone che mi sarebbero state vicine in questo momento o di insegnamenti da questo situazione) non ci fosse? Se tutto ciò che è scaturito fosse solo negativo?
Domanda scema, lo so, ma come si fa a capire un evento?


Il problema è che è difficile capirlo nell'immediato. In realtà a volte non basta una vita per capire il senso di ciò che ci accade.

Se hai una qualche fede spirituale puoi iniziare a considerare le cose con una prospettiva più ampia (com'è successo a chi ha sperimentato la ricapitolazione della propria vita durante una near-death experience), altrimenti è difficile accettare che ciò che ci capita ha un senso inimmaginabile per il nostro piccolo ego.

Rimanendo in un ambito meno metafisico, può capitare che dopo una serie di eventi che ci colpiscono duramente s'inizi a scoprire - magari a distanza di qualche anno - una forza che non immaginavamo di avere.
Magari dopo una prima fase in cui ci siamo chiusi in noi stessi a leccarci le ferite, scopriamo che siamo in grado di riaprirci alla vita e agli altri. Con cautela e realismo, certo, ma senza risultare incattiviti e inaciditi dagli eventi del passato.
In questo senso, se vuoi a tutti i costi trovare un positivo e un negativo va cercato a mio avviso nella nostra reazione a lungo termine agli eventi: quelli non li possiamo cambiare, in realtà è difficile cambiare anche tutta la prima fase della nostra reazione ad essi, però alla lunga può venir fuori qualcosa di diverso, un cambiamento interiore che ci arricchisce e ci rende migliori di ciò che saremmo stati senza le sofferenze vissute. Possono sembrare frasi scontate e cliché irrealistici, e magari lo sono per chi si è permanentemente chiuso in seguito a eventi dolorosi, ma per alcuni ti assicuro che sono un'esperienza viva e reale.

Non so quali cambiamenti interiori ci saranno nel tuo caso, spero davvero saranno i migliori possibili, anche se al momento può essere arduo crederlo.
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Messaggioda crisbil » 22/12/2017, 2:24



AnimaInLacrime ha scritto:Ma se il mondo è ingiusto, la vita è ingiusta e nemmeno comportarsi cercando sempre di non fare male a nessuno, nel massimo rispetto di tutti, ti può dare serenità, gioia, un ritorno, l'unica cosa che resta da fare è rassegnarsi?

Lo so che comportarsi bene non significa che ci siano cose dovute, lo so. La mia riflessione è un po' più ampia e forse anche un po' inutile.

E' nato tutto quando mi è capitato di vedere gente del mio passato che si è comportata veramente male non solo con me ma con molta gente, passeggiare mano nella mano per le strade illuminate dalle lucine di Natale con i rispettivi fidanzati.
A loro l'amore, a me prese in giro.

Lo so che niente è dovuto ma allora davvero l'unica cosa da fare è rassegnarsi?


Questo tuo post, insieme a quell'altro su cosa succede ai sentimenti che nessuno vuole, è uno di quelli in cui mi ci son più (tristemente) rivisto.

Anche io son cresciuto con quest'idea (alla fine rivelatasi non solo falsa ma pure "malsana") che comportarsi bene e non danneggiare gli altri, portare rispetto, fossero la maniera in cui tutti si dovrebbe vivere.. che alla fine vivere così avrebbe dovuto darlo un "ritorno" di qualche tipo.. (che non significa affatto aspettarsi qualcosa di dovuto in cambio, come hai specificato bene anche tu, è qualcosa di totalmente diverso.. )..

Ma non funziona così.

Come in tutta la natura.. anche nei comportamenti umani, soprattutto quelli legati ai sentimenti e alle relazioni, prevalgono e "funzionano" dinamiche solo di tipo competitivo ed egoistico.. E sembra non esserci scampo a tutto questo... per cui .. non so.. a me ha distrutto rendermi conto che alla fine tutto quello che pensavo fosse il bello e la parte migliore di me (sincerità, ingenuità, onestà.. una natura di fondo mite, buona e compassionevole) in realtà non solo non vale assolutamente niente ai fini che contano (i rapporti umani) ma è pure un handicap.

E questa consapevolezza acquisita non mi serve comunque a niente.. perché non cambia la natura di ciò che sono e ciò che sento.. mi rende solo tragicamente inadeguato, inadatto.. troppo vulnerabile, fragile.. debole.. in un mondo dove conta solo l'apparenza e la forza.

Credo che le difficoltà nel "rassegnarsi" o "accettare" la realtà delle cose che provi possono essere legate a questo, al fatto che comunque ti devi in un certo senso "snaturare" per accettarle e rassegnarti.

In più c'è il fatto (almeno per quello che mi riguarda) che la rassegnazione è l'antitesi della speranza: e il dramma è che "vivere" (nel senso di provare entusiasmo, agire, reagire) senza speranza non è cosa possibile, ci si spegne, non si trova un senso nemmeno nell'alzarsi dal letto; e, in modo differente, sperare in cose che non esistono (illudendosi soltanto) porta comunque ad una profonda sofferenza che sortisce lo stesso identico effetto... perdere sé stessi, l'entusiasmo, la spontaneità, la capacità di esprimersi e di comunicarsi...

Per cui io, per quanto mi riguarda, un'uscita più non la vedo.
La stanchezza e la fatica che faccio ormai anche solo nel respirare.. la totale (ma proprio TOTALE) mancanza di interessi, passioni, stimoli.. unita anche al problema età.. non lo permette.. è diventato tutto un serpente che si morde la coda da solo.. .

Tu non sei ancora a quel punto...

Magari, realizzando che puoi vivere "decentemente" e sufficientemente appagata anche senza alcune cose "ideali" che sognavi (tipo l'amore come lo sognavi.. ), accettando dei compromessi, è probabile che qualcosa possa sbloccarsi, che si ridefinisca in maniera più equilibrata il tuo rapporto con i tuoi sentimenti, le tue emozioni, te stessa e gli altri (son tutte cose inscindibilmente collegate tra loro)..

Forse l'unica uscita da questa situazione è quella.. rassegnarsi "in parte" e fare dei compromessi con la realtà delle cose senza stravolgere troppo la propria natura... ma devi imboccarla prima possibile.. perché poi il tempo porta altre difficoltà e, ad un certo punto, spariscono tutte le possibilità e occasioni che magari avresti potuto avere..
E realizzare che non puoi più averle, insieme al peso delle troppe cose irrisolte (tutte) che ti porti dentro, ti sottrae per sempre quelle capacità e risorse interiori che servono per riuscirci, a vivere.

A me questo è successo.

Non sono più nemmeno l'ombra di me stesso.
Non sono più niente.
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We all know the truth: more connects us than separates us.
But in times of crisis the wise build bridges, while the foolish build barriers."
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