Ciao VeraVita, buongiorno
Sinceramente io tendo a provare vicinanza nei confronti di tutte quelle persone che, con genuina sofferenza, esprimono anche a più riprese il proprio dolore qui. E lo dovrebbero fare mille volte ancora, perché altrimenti dove e come potrebbero farlo? Non tutti riescono a rivolgersi a sportelli o figure di supporto, ahimè. Purtroppo le persone non stanno male per diletto, hanno sempre qualcosa che non va. Stare male, almeno come stato base di malessere intendo, come penso altri ti diranno non è un qualcosa che puoi scegliere. Tu ovviamente mi potrai asserire, come posso sostenerlo anche io che oggi sto bene, che al massimo si può provare a "scegliere di imparare a stare bene", in modo progressivo. La famosa "volontà" di cui alcuni parlano, parola che io ho detestato visceralmente tutta una vita, ma che forse oggi riesco a riconoscere e intravedere (ma non fraintendetemi: se stai male, a volte, non c'è volontà che tenga - mi riferisco al disturbo depressivo maggiore, che porta disturbi fisici come stato di immobilizzazione, catatonia, astenia profonda, ipersonnia estrema e così via). Almeno, questo il mio pensiero, ci mancherebbe: lungi da me renderlo verità fusa tra le mani.
Dal canto mio, tuttavia, l'unica cosa che potrei dirti (e che probabilmente sarà in concordanza col tuo discorso) è questa: ammetto di trovare leggermente disturbanti alcune dinamiche manipolatorie usate da chi magari starà anche davvero male, benissimo okay, ma monopolizza l'attenzione inducendo tra l'altro pure senso di preoccupazione o angoscia negli altri. Mi riferisco a chi se ne esce con (a volte poco credibili) costanti frasi di suicidio o di morte, che poi appaiono oggettivamente ridicole (al limite del grottesco) e adolescenziali, giacché magari proseguono da anni e anni. Certe "mascherine", con chi è un pochino attento, purtroppo cascano male. Chi non lo sa però ci cade con tutti e due i piedi in queste "trappole", e mi dispiace tanto, perché non ha idea del loop in cui può scivolare dietro a questi siparietti ben inscenati da questi soggetti. Ci perde tempo e pure salute, perché magari si spaventa pure, e tanto. Ricordo ad esempio due signore che conosco, plus-sessantenni, che nel cuore della notte chiamarono soccorsi spaventate perché una ragazza aveva minacciato un falso suicidio. Purtroppo queste cose, mi spiace scriverlo, non sono giuste. E, di esempi, ne avrei da portare mille altri. Però bisogna dirlo (ribadirlo ed evidenziarlo): anche queste persone sono patologiche e raramente hanno delle lucide colpe vere e proprie: questi sintomi sono proprio parte della loro malattia. Non dico che non soffrano, anzi, visto che molto spesso la loro problematica mentale è un franco disturbo della personalità (es. istrionico, borderline, dipendente, ma anche narcisistico covert - perché okay che voglio fare il paladino della salute psichica e non affibbiare a caso etichette - ma a volte bisogna citarli pari pari questi tratti) che poi sfocia in una teatrale sindrome di Calimero per una mera gratificazione temporanea nel ricevere attenzioni attraverso l'egocentrismo "uff tutte a me! oggi voglio morire! no, a me il tuo aiuto non serve e io a giorni mi ammazzo! c'è qualcuno che mi risponde? perché sto per uccidermi! dove siete? adesso sparisco per sempre!" etc etc.
Un'altra situazione pesantissima da gestire sono quelli che sì, stanno male, ma sono profondamente disempatici: inconsciamente, pur di sapere che anche altri potrebbero finalmente finire nel loro stesso tugurio di pantano, sono pronti a buttare giù il prossimo con frasi disgustose oltre che disumane "tanto starai sempre male, io è una vita che sto così, lascia perdere gli psicoterapeuti, meglio morire fidati, tanto sei brutto e inetto fidati". Hai mai avuto a che fare con queste persone? Rompono anche qualsiasi tentativo di ottimismo che gli altri cercano di offrire, arrivando puntualmente a sostituirsi addirittura agli specialisti se qualcuno parla di aver superato i propri disagi. A me è successo persino online, gente che arrivava a negarmi diagnosi fatte da professionisti in materia, insomma tutto pur di poter confermare a loro stessi e a poveri innocenti in cerca di aiuto che tanto, se uno sta male, starà male per sempre. Chi ne è uscito? No, non solo non stava veramente male, ma non aveva certo le loro gravi patologie: le famose razionalizzazioni psicologiche.
Se ti ritrovi in questi due ultimi pensieri, allora posso dar atto alla tua riflessione, per il resto inviterei a priori ognuno di voi a comprendere tutte queste forme differenti dell'espressione di sofferenza, pure quelle date dal vittimismo, perché alla fine se ci si pensa si tratta sempre di persone sole, gravemente malate, spesso relegate ai margini della società, disabili sul piano psichico in sintesi. Puoi mai denigrarle? Hanno già ricevuto delle forti bastonate nella vita, bisogna pertanto cercare di concedere rispetto pure a questi individui e, semmai, ridurre al minimo i contatti se li si hanno vicini e non si è eventualmente in grado di aiutarli concretamente (a volte tentare di farlo peggiora solo il loro stato), perché neanche quella sarebbe una colpa in fondo...
Spero di aver risposto in maniera accettabile ai tuoi quesiti e, ti prego, non prendere le mie esortazioni come rimproveri o critiche: non lo vogliono essere assolutamente