Nutellaia ha scritto:Sei in una relazione tossica, prima trovi modo di andartene e meglio sarà per te. Fa molta attenzione perché la situazione che hai descritto è ad alto rischio per la tua incolumità. Chiedi aiuto alla tua famiglia, senza vergogna, perché tu non sei la causa delle sue violenze né del suo cambiamento. Non ci sono attenuanti né scusanti per il suo comportamento, è una persona che evidentemente ha bisogno di essere seguito da un professionista, non sarà certo né il tuo amore, né il tuo sacrificio ad aiutarlo. Anzi più rimani con lui e più non gli dai modo di toccare il fondo dei suoi problemi e di rendersi conto che ha bisogno di aiuto psicologico.
Ti invito a guardarti su youtube i video di "amore criminale" e a prendere in seria considerazione il fatto che beva e sia violento è un grosso campanello d'allarme.
Assolutamente d'accordo.
Ovvio che dopo quattro anni ci sono certi sentimenti in gioco, ma mi sembra di capire che di possibilità gliene hai date eccome. Siete arrivati a un punto in cui ogni altra possibilità che gli concedi è più un pericolo per te che un aiuto per lui. Non la vedo una scelta egoistica ritrarre la mano e lasciarlo ai suoi problemi a questo punto, la scelta egoistica l'ha fatta lui quando ha deciso di metterti alle corde scaricando su di te in blocco tutti i suoi guai e soprattutto le sue reazioni ai suoi guai. L'amore non è solo aspettarsi che l'altro si sacrifichi per i nostri problemi, magari il sacrificio dobbiamo farlo prima noi bilanciando la quantità di dolore che è possibile condividere con l'altro.
Ma a questo credo tu ci sia già arrivata, se ho ben capito il problema è su come tenerlo lontano senza ricorrere a una denuncia. Beh, se continua a fregarsene delle tue richieste perché pensa solo al Suo disagio, semplicemente non puoi. Se sto benedetto documento è realmente in arrivo, ma tipo questione di settimane, forse quest'ultimo sforzo, con cautela, lo puoi fare. Ma se si tratta di molto più tempo, forse dovresti proprio ricorrere alle misure drastiche a cui ti ha costretta a pensare.