ale81 ha scritto:Vedo una lista della spesa con relativo blog pieno di concetti abbastanza corretti anche se noto una stesura avente una tendenza di massima eccessivamente critica.
Ti rispondo non in tono polemico, ma perché hai sollevato diversi punti interessanti e mi piace il confronto.
La "lista della spesa" è perché rimando a temi che magari possono non interessare alla persona a cui rispondo, ma forse ad altri sì. Poiché sono temi che toccano in molti, immagino che ci possa sempre essere qualcuno che dica "Ah, volevo proprio capire questo!".
Quella che tu vedi come "critica", magari è il mio modo di dire "Se ti metti in discussione hai delle chance, se invece ti limiti a piangerti addosso resterai dove sei".
Io adotto una mentalità pragmatica e non consolatoria (vedi oltre):
"Muovi il kiulo e provaci".
Mi rendo conto che questa non è accolta da tutti, e lo accetto. Ma ritengo che sia quella più fruttuosa.
Non ricordo quante volte aver letto su più articoli frasi del tipo il problema è tuo. Non sono d'accordo su questo concept, spesso equiparabile alle tipiche frasi come il destino te lo crei tu.
Allora: anch'io ritengo che se stai male, in genere "il problema è tuo" nel senso che è una
tua responsabilità occupartene. Da bambino sono i genitori ad occuparsi dei tuoi problemi; da adulto tocca a te. Chi dovrebbe risolverlo al posto tuo, Babbo Natale o la Fata Turchina?
Attenzione però! Questo NON vuol dire attribuire la colpa! Se uno nasce bruttino, od ha avuto un'infanzia infelice,
certo che non è colpa sua! Anzi, poveretto. Però comunque è andata così; per cui, se ora la tua situazione non ti va bene, torniamo al concetto di
responsabilità:
chi è responsabile della tua felicità?Per me l'unica risposta ragionevole è
te stesso (se sei un adulto).
Quanto al "destino", io non credo alla sua esistenza. Amo la sintesi proposta nel film Terminator 3:
"There is no fate but what we make for ourselves."(Non c'è alcun destino tranne quello che noi stessi creiamo)
In questo senso, IMHO, "il tuo destino te lo crei tu". Poiché non è scritto, esso sarà in buona parte
il risultato delle tue scelte.
- Più semino, più avrò creato opportunità di raccogliere (non tutte daranno frutto, ma alcune sì).
- Se invece non semino e rimango passivo, che chance potrei avere?
Il destino è destino punto. O devo credere, ad esempio, che mia madre abbia scelto di ammalarsi e morire volontariamente di tumore al cervello?
Poiché non credo al destino (scritto a priori o determinato da forze ignote), quello lo chiamo
fato o casualità: a volte le cose vanno storte.
Il mondo non è creato per renderci felici.
Shit happens.
Guardarsi dentro, non ripetersi e anche fare auto-critica va bene, ma bisogna anche mettere in campo che ci sono persone molto sfortunate in determinati ambiti di vita e ciò non dipende da loro.
Certamente c'è un elemento di fato, o eventi negativi imprevedibili, che può colpirci.
Però è anche vero che quella che chiamiamo "sfortuna",
a volte, è invece il risultato di nostre scelte.
Esempio stupido: io a 60 anni ho ancora tutti i miei denti in bocca; mio padre a 50 anni aveva già la dentiera. E' stato sfortunato... o magari lui ha trascurato la salute dentale?
Quando alcuni mi vedono suonare le tastiere, dicono "Che fortuna che sai suonare!"... ed io penso "Fortuna un piffero! Io stavo alzato le notti per imparare a suonare, talmente mi piaceva" (a 13 anni già lavoravo).
A volta la fortuna ci cade dal cielo (un'eredità, buoni geni...), ma il più delle volte ce la costruiamo.
"The more I practice, the luckier I get."(Ben Hogan, golfista)
(Più faccio pratica, più divento fortunato)
C'è anche, tornando al topic, chi nasce con una sorta di "handicap" che comunque vada lo fa apparire sterile agli occhi di tutte le donne.
Vero.
Ma il più delle volte, lavorandoci sopra, anche quelli potrebbero sviluppare delle qualità che li rendono più appetibili.
Ci sono innumerevoli storie di persone nate (o finite) nelle peggiori situazioni, ma che hanno migliorato significativamente la loro condizione.
"Winners find a way, losers find an excuse."