dave81 ha scritto:Escludendo il nostro paese (dove i politici hanno paura di perdere i voti), in molti paesi civili ed evoluti i politici fanno anche scelte impopolari. perché hanno più coraggio dei nostri.
Falso ... in realtà non è vero che è una caratteristica solo italiana, come ad esempio dimostra il concetto di "elettore mediano" ideato da Kenneth Arrow (recentemente scomparso, come avevo postato precedentemente). - Ad esempio, anche negli Stati Uniti (dove del resto è stato sviluppato questo concetto), succedono cose sostanzialmente eguali, con anche attività di lobby.
Limitare la dottrina della "decrescita felice", il cui esponente di spicco è Latouche (che io comunque non ho avuto molto modo di approfondire) soltanto al fatto che servano dei limiti e che inquinare troppo fa male è sbagliato. Essa infatti sostiene proprio una correlazione negativa tra utilità marginale e crescita della produzione. Bisogna poi sempre ricordarlo, tutte le tradizioni economiche sostanzialmente non ritengono che sia possibile una crescita infinita (con ad esempio il concetto di "stato stazionario di lungo periodo"). Un altro autore relativamente di spicco di queste questioni ambientali è almeno in parte Amartya Sen (inventore, ad esempio, dell'Indice di Sviluppo umano), che anche lui è critico nei confronti della tradizione economica tradizionale (i cui studi gli valsero il Nobel nel 1998).
L'economia è sostanzialmente figlia dell'umanità, e quindi non può esimersi dall'avere tutte le pecche degli uomini. A me va bene dire che ci siano queste problematiche di stampo ambientale,
dave81 ha scritto:Tornando al discorso del "limite", sono in aumento i sostenitori di quella che molti chiamano "decrescita felice". è un'utopia forse, ma certamente va nella direzione giusta a mio avviso, almeno c'è qualcuno che prova a cambiare le cose. combattere il consumismo, smettere di acquistare prodotti inutili, rinunciare a seguire le mode, coltivare un proprio orticello, mangiare meno carne: sono tutti gesti importanti. non è questo forse porre un limite alle cose? non è questo forse stabilire dei limiti oltre i quali non si deve andare? per il bene della natura e del pianeta. tutto è una questione di limite nella vita, persino mangiare o lavorare: entrambe le cose servono, ma se esageri poi stai male..
Di sostenitori di Latouche in realtà non ne so molti, so però che lui è sicuramente molto stimato come economista, quello che sostanzialmente si può chiamare un grande economista (come ad esempio possono essere Piketty, oppure Stiglitz, i quali possono essere considerati autori relativamente simili). So, però di per certo che la vecchia teoria Keynesiana è in parte ritornata ad essere considerata (ad esempio nei suggerimenti dell'FMI che invece aveva adottato delle strade più di austerity ... oppure anche la politica monetaria della BCE dal 2012 ad oggi è tutto fuorché monetarista).
dave81 ha scritto:L'uomo invece, che se ne pone moltissime, dovrebbe essere più intelligente rispetto agli altri animali, invece a volte si ha l'impressione che non lo sia. il discorso del LIMITE è sacrosanto e non l'ho inventato certamente io. limitare significa per esempio porre un freno a tutte le attività umane che hanno un impatto negativo sull'ambiente, anteponendo il rispetto dell'ambiente al profitto. un'Economia seria dovrebbe parlare di questo. significa per esempio che le aziende che inquinano DEVONO CHIUDERE, punto e basta, e non importa se la chiusura di quell'azienda crea disoccupati. il lavoro è usato solo come ricatto sociale per non far chiudere aziende che inquinano, e che invece dovrebbero essere chiuse all'istante. e i capi di quell'azienda dovrebbero andare in galera. Io preferisco un disoccupato oggi che un malato di cancro domani (vedi caso Ilva a Taranto). Chiamala "economia etica", chiamalo "ambientalismo", chiamalo come ti pare. ma a me pare che la questione centrale sia questa oggi. Se permetti, la fame in Africa per me non è una priorità, detto senza ipocrisia. è uno dei tanti problemi. sicuramente triste e doloroso, non lo nego, aggravato dal fatto che l'Occidente ha delle grosse responsabilità in quel continente, come saprai.
Come avevo detto, soggetti intelligenti entrando in contatto tra di loro e comportandosi razionalmente possono arrivare a risultati irrazionali (come dimostra il dilemma del prigioniero e più in generale cerca di spiegare la teoria dei giochi) ciò non significa che dobbiamo invidiare gli animali, ma semplicemente che possiamo provare a porre rimedio a quei limiti che abbiamo (cosa che invece potrebbe non essere possibile per gli animali, i quali ad esempio non hanno un tipo di intelligenza simile al nostro).
Il fatto che poi suggerisci che le aziende che inquinano devono chiudere è forse un po' troppo radicale. In realtà non possiamo immaginare veramente di far chiudere tutte queste aziende, anche perché sostanzialmente non potremmo usare quasi più niente di tutto quello che conosciamo (nemmeno usare questo forum tanto per dire). Di per sé è anche possibile (in fondo, fino al XVIII secolo non si inquinava) ma probabilmente non è la strada migliore che potremmo percorrere, in quanto comunque ci potrebbero essere altri problemi (un esempio fra tutti: quale sistema di trasporti potrebbe essere alternativo al nostro contemporaneo?).
L'occidente e l'Africa: per quanto l'occidente possa avere avuto delle responsabilità, non credo si possa per nulla limitare al colonialismo il fenomeno della povertà (poiché ci sono stati altri stati che hanno subito l'occupazione, ma che invece non sono così poveri: il Brasile ad esempio o anche il Sudafrica ... in un certo qual modo l'Italia stessa) anche qui, il problema della povertà credo sia più complicato.