Deliri in libertà!!

La malattia mentale ci guarisce dalla sanità mentale!

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Messaggioda Mustafà » 29/06/2017, 9:19



Credevo di essere malato di mente fino a quando non mi sono reso conto che la pazzia é la cura con la quale si guarisce dalla sanità mentale.
Nel cercare soluzioni mi sono messo a cercare quale terapia scegliere e mi sono imbattuto nella gestalt che mi ispirava particolarmente.
Una cosa che ho sentito dire dai gestaltisti, ma non solo da loro,anzi è una cosa in comune credo a tutte le scuole terapeutiche è che una terapia dovrebbe avere come scopo quello di aiutare la persona a trovare se stessa, di aiutarla ad essere ciò che veramente è. Allora mi sono detto: "che gran figata!"
Poi sono incappato nei video sul tubo di un certo Fabio de Santis che ho iniziato a seguire con interesse, finchè non ho sentito delle cose che ho considerato agghiaccianti. In un video c'è un terapeuta che sostiene che per stare meglio uno deve trovare "nuove forme di adattamento", in un altro lo stesso Fabio de Santis spiega come in quel paese più evoluto che è la Gran Bretagna la psicoterapia sia una cosa normale e che invece in italia è relegata ad una condizione di ghetto dei pazzi. Spiega come in Gran Bretagna si pensi alla terapia come prevenzione perchè si è capito che prevenire costa meno che curare e perchè un individuo "sano" è più "produttivo".
Ed è quì che ho iniziato a pensare: gran parte dell'arte degli ultimi due secoli e anche più, viene partorita da menti decisamente disadattate. Che fine farebbe quell'arte se le persone trovassero nuove forme di adattamento?
Ve lo immaginate Leopardi che trova "una nuova forma di adattamento"?
Ve lo immaginate un dialogo tra Leopardi e il suo terapeuta?
Una cosa del tipo: "Leopardi, ma lei vede l'infinito oltre la siepe? Lasci stare l'infinito, si fermi alla siepe e non rompa i co*****i! Trovi una nuova forma di adattamento e vada a zappare i campi come i suoi compaesani,...sarebbe più produttivo!"
Conosco un sacco di gente "sana di mente", sono produttivi! Lavorano otto, dieci o quindici ore al giorno. Che figata la sanità mentale dei produttivi!
Ed è allora che la pazzia ha fatto sentire la sua voce dicendomi "io sono la cura per guarire da quella poca sanità mentale che ancora ti resta, perchè mi vuoi eliminare? Sei scemo!?"
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Messaggioda kiono » 29/06/2017, 15:15



In merito all'arte che oggi non esisterebbe se non ci fossero state le persone "disadattate", voglio fare solo un appunto.
I "disadattati" creavano opere d'arte.
I "non-disadattati" godevano delle opere d'arte create dai "disadattati".
Alla fine della festa, a trarre giovamento dal lavoro dei "disadattati" non sono stati i "disadattati" stessi, ma i "non-disadattati".
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Messaggioda Pandino » 29/06/2017, 23:35



Argomento molto interessante...
In effetti le opere d'arte ritraggono i disadattati...colti dall'acume del disadattamento assoluto dei disadattati...in questo caso gli artisti..
Difficile che in una realtà dipendente dalla materia si riesca a scovare un individuo non disadattato..
Qualche mistico magari..ma pure lui ne ha ingoiati di rospi
L'Urlo di Munch è concepito ritraendo una realtà che vedeva in cui nessuno può dirsi consapevolmente immune...
Lo stesso vale per '' Vecchio disperato''di Van Gogh..moltissimi anziani che erano ''adattati'' in passato si sono ritrovati disadattati e riflettono la realtà del'opera di Van Gogh...
Stesso discorso per le opere di Hopper...
Diciamo che le opere d'arte venivano create dai disadattati assoluti per disadattati comuni,che riflettevano una condizione in cui potevano identificare il proprio disagio ed elogiarne l'opera proprio per questo motivo,sapendo di essere disadattati che fingevano di essere adattati
Anche ''Il Quarto stato'' di Pellizza da Volpedo riflette i disagi sociali...
''La Febbre dell'oro''di Chaplin riflette un disadattamento galoppante..per non parlare di ''Tempi Moderni''
L'artista non ritraeva il proprio disadattamento ma il convergersi di un disadattamento comune che ne svilupparono,appunto,l'acume
Se Pasolini fosse nato nel Medioevo non avremmo avuto Pasolini..per quanto disadattato poteva essere la sua struttura di pensiero non si sarebbe evoluta senza la distorsione dell'epoca del ''disadattamento dei consumi''
Per come la vedo io
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