Se posso dare qualche consiglio,
- bisogna definire con la figura professionale di riferimento gli obiettivi da raggiungere e cercare di ricondurre il discorso sempre su quegli obiettivi, perché molti tendono a divagare o concentrarsi su cose che non sono sempre quotidianamente rilevanti. Insomma, non bisogna prendere tutto come oro colato e lo dice una che venerava con timore reverenziale chi riusciva a “curare l’anima”.
- Si può sempre cambiare psichiatra o smettere di vederlo, importante memento.
- È utile tenere un quaderno su cui prepararsi un canovaccio delle domande e informazioni da dire in seduta per essere parte attiva e conscia. (Io credevo di dover dare molto spazio all’inconscio e di dover vomitare tutto ciò che mi passava per la mente: ecco, è molto dispersivo + rischi di dimenticare le questioni importanti.) Io, in seduta, a volte, restavo muta perché non riuscivo a pensare a NULLA: scrivendo durante la settimana si evita il rischio.
- se c’è qualcosa che non ti torna nel comportamento dello psichiatra, puoi chiedere sulla pagina dell’ordine degli psichiatri (attenzione perché alcune cose potrebbero essere interpretate come un tuo vaneggiamento)
- importante documentarsi sul background della figura professionale: ci sono molti tipi di terapeuta... non basta rivolgerci “al migliore” per avere un trattamento adeguato ai nostri bisogni
Sarei anch’io interessata ad ascoltare altre esperienze, soprattutto di persone che hanno avuto a che fare con psicanalisti