Angelo Morbelli,
Asfissia!, 1884
È un dittico composto da due tele, una più grande e una più piccola, e rappresenta un tavolo apparecchiato dopo i resti di una grande festa.
Ci sono bottiglie di champagne in ogni dove, un il cilindro e uno scialle posati su una sedia e dei fiori sparsi su tutto il pavimento. Ogni oggetto ricorda balli sfrenati ormai conclusi.
I candelabri, con le candele consumate fino in fondo, testimoniano che sono rimasti accesi tutta la notte. L’orologio segna le dieci un quarto del mattino e dalla finestra si intravedono i raggi del sole mattutino che tentano di penetrare dalle serrande chiuse. Nella seconda tela, sullo sfondo, è presente una donna addormentata in una posa (ritenuta all'epoca) sconveniente e un uomo svenuto a terra.
Il quadro, quindi, è la rappresentazione delle brutte conseguenze di una festa.
Il titolo dell'opera, Asfissia, ricorda una mancanza d'aria e il desiderio di realizzare una trasgressione. Le finestre chiuse e le serrande abbassate danno la sensazione di oppressione, e sembra quasi di riuscir a sentire tutti gli odori aspri racchiusi nella stanza: l’odore dell'alcool, delle candele consumate, del cibo ormai stantio … odori che soffocano.