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Dentro di me ci sono delle crepe, profonde e irradiate al punto da aver invaso tutto il tessuto carnoso, pulsano e gettano ansia fino al cervello, trasmettono il marcio di tutto l'astio e la frustrazione covata nei giorni, mesi, anni.
Provo a ignorarle, sputarle via da me ma è impossibile, loro si arrampicano dentro di me come una pianta carnivora e mi divorano, masticandomi con gusto fino a lasciarmi inerme e depressa sul pavimento, senza voglia di andare avanti.
Un tempo passionale, attiva e ingegnosa, adesso macchiata da una vita disastrosa, in cui circondarsi di cose materiali è facile, raccogliere coraggio e sentimenti positivi difficile.
Sento rumore da quelle crepe, sembrano stalattiti in frantumi, i frantumi della mia vitalità.

Cioè stai leggendo?

Eccone uno di pochi giorni fa:

Tu sei quel livido che non guarisce mai, che pulsa quando mi guardi, che sanguina quando mi parli. In tua assenza sembra sparito, ma quando torni mi accorgo che è solo un'illusione. Vorrei tagliarlo via, ma il ricordo di te rimarrebbe sulle mie labbra e non si laverebbe neanche via, come una macchia pruriginosa che cresce e pulsa nelle tempie, assieme a quei ricordi sdruciti che non abbandonano la mia mente desolata.

La sofferenza è di matrice egoista, non sente le ragioni di nessuno e vuole solo giacere da sola in silenzio, senza troppi schiamazzi, senza troppe lamentele, senza troppi consigli. È un veleno che si annida nelle tue vene e raramente ti abbandona, rimbomba nella tua mente e con un urlo secco ti rinfaccia tutto ció che ha portato lei da te, come una fastidiosa cantilena continua.
Striscia dentro di te come un cobra assetato di nuove vittime, s'insinua facendoti macinare pensieri e frustrazioni come un martello che schiaccia la tua voglia di vita sempre più giù, non importa cosa succede attorno a te, chi si presenta o chi polemizza, tutto passa in secondo piano per lasciare spazio a lei, tritura tutto ciò che incontra, dai sogni alle speranze, dai bei ricordi alle più vane ambizioni. Il futuro diventa una strana nebulosa in sua presenza, qualcosa di indefinito, una strana dimensione impalpabile che tenti di afferrare ma non riesci a vedere in mezzo alla foschia, al che resti impassibile, apatica, senza sapere cosa fare della tua vita che appare così fragile nelle tue fredde mani. La sofferenza uccide la tua speranza che finisce in un baratro irraggiungibile e ti impedisce di pensare a quel remoto momento in cui, una volta, sei stata felice.