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Dolce e cara pazzia.
Tu vieni a me per cullarmi nelle tue braccia roventi, ricoperte di spine.
Sei forse una rosa?
Tanto bella ma tanto dolorosa.
Ti accetto e mi lascio cullare, sedotto dalla tua bellezza.
Una bellezza pericolosa, una bellezza misteriosa.
Una domanda effimera svanisce per far posto ad un'altra, e ad un'altra, e ad un'altra ancora.
Quante domande mi fai porre, o regina del mistero.
Sei davvero tu la pazzia? Cos'altro potresti essere?
Sai che sto male, sai quanto soffro, ma tu non vieni per dirmi "soffri". Tu vieni per dirmi "godi".
"Godi della sofferenza, godi di ogni male, finché io sarò con te".
Allora resta pure con me, caccia via ogni senso e fammi ridere del dolore,
o dolce rosa dalle spine roventi.

mica male, complimenti! Io anche se leggo molto non ho mai avuto la passione per la poesia (preferisco la storia e i romanzi)

Vi ringrazio per i complimenti.
In realtà non è nemmeno paragonabile a una poesia, è semplicemente uno sfogo, scritto nell'unico modo in cui mi sono saputo esprimere. Nulla di più.