Pareri graditi.
Buona lettura.
Sei proprio come una vecchia ed insistente canzone, di quelle che restavano nel lettore cd per giorni. Gli sbarbatelli ahimè, non potranno capire quella sensazione che permetteva all'album di sopravvivere cosi a lungo tra le casse dello stereo. Oggi basta caricare un dispositivo digitale nemmeno fosse un mitra e PAM! Una raffica di brani a ripetizione quando vuoi e come puoi. No.
La situazione era assai diversa, il disco restava lì dentro al calduccio approfittando della tua pigrizia o della sbadataggine del non trovare più il suo contenitore, scivolato magari dietro a qualche angolo del mobile. Ma anche perché un album era un atto di fiducia: raramente potevi ascoltarlo prima, a volte lo si prendeva a scatola chiusa o era un regalo prezioso; sopratutto i prezzi erano quello che erano. E se le composizioni non ti convincevano, non è che trascinavi la cartella nel cestino e poi lo svuotavi a colpi di click. Eh no.
Almeno una seconda possibilità gliela dovevi concedere.
Noi quante ce ne siamo date? E dimmi, ricordi le volte che ci siamo acquistati, venduti e consumati? L'ho scordato, sicuramente. O adesso non avrei la forza di essere qui di fronte a te. Bisogna conservare un briciolo di ignoranza per avere un po' di coraggio nella vita, altrimenti non ce la farei. Non potrei sostenere di presentarmi dopo sei lunghi anni. Mi morderei la lingua prima di ammettere ora che, in realtà, negli ultimi mesi eravamo più che altro un disco che continuava a girare perché nessuno dei due aveva voglia cambiarlo. Anzi peggio, c'era il timore che entrambi non fossimo capaci di sostituirlo con un altro della grandezza adeguata da inserire nell'impianto. L'orrore di rimanere al silenzio, per sempre. Col fantasma delle note che sapevi a memoria ed in fin dei conti non erano poi cosi male.
Sei proprio una vecchia ed insistente canzone, perché eri fissata in repeat sulle tue convinzioni e non c'era verso di passare al discorso successivo o a farti cambiare impressione. Quando ci siamo distaccati, abbiamo smesso completamente di parlarci, perché la nuova situazione avrebbe modificato alcune tue opinioni nei miei riguardi e non l'avresti confessato nemmeno a te stessa.
Sei proprio la canzone che sto ascoltando: "Nutshell", la prima che condividemmo assieme la seconda sera che tornasti esausta dal fast food dove lavoravi il sabato sera, mentre tutti si rilassavano magari al tavolo dove prendevi le ordinazioni. Io attendevo dietro la porta; perché restare in silenzio a casa, conscio che hai una persona da aspettare, scalda il petto molto di più di un alcoolico in mezzo ad un chiacchiericcio diffuso di un pub. Quando ti feci sentire questo brano per la prima volta, non avevi anelli al dito, ma un sorriso come fosse un diadema e la tua bocca lo indossava con altrettanta regalità. Non importava se il testo fosse triste o che i tuoi capelli fossero ancora odoranti di frittura. Un bacio non chiede scusa.
La canzone che sto ascoltando è l'unica ad essere rimasta se stessa. Io non lo sono più, la band ha cambiato cantante, di te mi è rimasto questo odore di fritto sugli occhi. Sono venuto a portarlo ora che, a goccia a goccia, te lo sto restituendo tutto. Sperando di non urtare la sensibile fiamma di qualche lumino.
