Salve a tutti. Non sono nuovo.
Forse alcuni di voi avranno qualche ricordo di me; forse nessuno ormai ricorderà il motivo della mia dipartita da questo forum (d'altronde anch'io faccio fatica a ricordarne i dettagli). Sono stato un utente piuttosto attivo fino al 31 dicembre 2014 (ricordo la data perché la sto leggendo dall'email di disattivazione dell'account, non perché sia tanto maniaco da ricordarmi le date di certi eventi), quando, al seguito di una diffamazione nei miei confronti, decisi di congedarmi. In realtà, nonostante la mia presenza fosse praticamente quotidiana e i miei interventi numerosi, non avevo mostrato molto spirito corporativo o comunque una qualche forma di legame nei confronti del gruppo; con pochissimi avevo un minimo di confidenza e la maggior parte degli utenti mi considerava una persona decisamente non empatica, qualcuno addirittura scrisse pubblicamente che ero un falso o un paraculo. Ora, a prescindere dal fatto che io so benissimo di non aver fatto nulla di ciò di cui mi si accusava e che quelli che si lanciarono in messaggi poco carini o in insulti pubblici erano spinti dall'astio personale causato dalle mie posizioni etico-esistenziali che non mandavo di certo a dire a nessuno - quei messaggi, così come la freddezza generale nei miei confronti, mi diedero degli spunti di riflessione. Se riconosco apertamente di trovarmi in un momento di difficoltà, capisco che la causa è da ricercare soprattutto in me stesso (e non in "quanto è ingiusto il mondo", "quanto sono stupidi gli altri", "io sono solo perché sono troppo diverso dagli altri" etc.). In questi 15 mesi sono stato benissimo (si fa per dire) senza questo forum; avevo quasi l'impressione che la mia permanenza qui avesse peggiorato alcuni tratti della mia personalità. Allora perché ora sono di nuovo qui? Non so ancora quanto tempo ci resterò, ma ho sentito il bisogno di riprovare a mettermi in gioco in un terreno potenzialmente pericoloso. Ho sentito il bisogno di scrivere e di avere la risposta, anche muta, di qualcuno che legge. Non racconterò pubblicamente i cazzi miei, ma non esiterò a dire ciò che penso, esattamente come facevo prima. Scrivere sui problemi degli altri aiuta ad alleggerirmi e a scaricare i miei, ma anche a fare maggiore chiarezza in me. Ora mi sento veramente precario, a tratti disperato e spaventato, ma devo reagire in qualche modo, anche rischiando.