Royalsapphire ha scritto:1) Cosa c'è dietro la maschera?
2) Cosa ti aiuterebbe a toglierti la maschera?
3) Se non avessi il dono della vista, se fossi quindi cieco, ti sarebbe più facile vivere senza maschere? [Vedere, può farci provare molta paura..]
1) Dietro la "maschera" non c'è "qualcosa". Primo, perché non c'è una maschera, ma un insieme di comportamenti che mutano col tempo e le circostanze, quindi al massimo bisognerebbe parlare di una pluralità di "maschere". Secondo, "dietro" non c'è niente. Forse c'è un'altra "maschera", ovvero l'io oggetto di osservazione, mutevole nel tempo e nelle circostanze, quindi associabile al concetto di "maschera" anch'esso. Ci sarebbe da considerare anche l'io soggetto osservante, ma lasciamolo perdere per semplicità.
Allora, per provare a rispondere alla domanda, fissiamo un tempo, oggi, e una circostanza, io che incontro un conoscente per strada.
Questa persona mi conosce (nel senso che è a conoscienza dei fatti salienti dei miei ultimi anni) ma non siamo "amici". Casualmente ci incontriamo e ci salutiamo stringendoci la mano, lui mi chiede "Come stai?". Io gli rispondo "Sto benino, te?". Lui risponde che va tutto bene e ci si divide cordialmente.
La "maschera" che è avevo oggi, in quella circostanza, è stata quella del
"Faccio finta, ma non troppo, di stare bene ma suggerisco con la comunicazione non verbale che c'è qualcosa che non va ma che sarebbe troppo lunga da spiegare in quel momento, oppure l'interesse dell'interlocutore sarebbe troppo poco affinché possa soddisfare il mio bisogno di essere compreso".Dietro questa "maschera", c'è l'io che avevo oggi in quella circostanza, ovvero un io frustrato dall'impossibilità ad esprimersi compiutamente, bloccato dalle regole sociali e dalle altrui aspettative, desideroso di incontrare, rendersi complementare e nutrirsi.
2)Affinché mi sia possibile togliermi la "maschera" (anzi, in questo caso posso intendere proprio qualunque delle "maschere", perché l'atto del mostrarsi è universale se le condizioni sono soddisfatte) è necessario che la persona con cui entro in contatto desideri intimamente, non superficialmente, conoscermi e che voglia inoltre condividere con me i suoi pensieri più sinceri, poiché non riesco ad aprirmi senza reciprocità.
3)Non sono molto sicuro del senso di questa domanda, ma io la interpreto come: Se non fossi in grado di vedere le maschere degli altri, riuscirei a mostrarmi più facilmente?
La mia risposta è: non è possibile non vedere una maschera. Anche se gli altri la nascondono o non la portano, comunque il mio io osservante assegna una maschera a queste persone (cioè se la inventa; se la inventa sempre!).
Se invece la domanda era più "fisica", nel senso "se fossi non vedente?", allora userei gli altri sensi per dedurre immagini degli altri e delle loro maschere. Quindi comunque non avrei benefici.
Se, infine, la domanda è da intendere "Se non ci fossi altri che io al mondo?", allora diverrei il mio stesso mondo (o la mia stessa gabbia, a seconda dell'umore).