Sul ciglio del baratro sto e guardo

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Sul ciglio del baratro sto e guardo

Messaggioda AnimaInLacrime » 04/12/2017, 0:01



L'immagine che più mi rappresenta, in questo momento, sono io che guardo una spaventosa tempesta distruttrice che ha già fatto fuori tutto quello che ha incontrato e si dirige verso di me che la guardo, immobile un po' per scelta, un po' per impotenza.
So che quando si riverserà su di me ne farà brandelli ma non posso impedirlo e chissà, forse non voglio.

Ho cominciato a stare male verso i 14 anni, facevo la prima liceo.
Non so cosa fosse ma non volevo andare a scuola perché non mi sentivo a mio agio con i miei compagni di classe, preferivo stare a casa, da sola, a pensare alle mie cose o a letto.
Ricordo che con le lacrime che mi rigavano il volto me ne stavo seduta sul pavimento del bagno dopo aver vomitato alle 7e mezza mentre mia madre mi urlava di sbrigarmi minacciandomi di trascinarmi a scuola per i capelli.

Non era malessere per lei, ignoranza.
Per lei stavi male solo se c'era del sangue, o se il mio vomito avesse contenuto del cibo. Ma a lei non hanno mai detto che l'anima non sanguina e nel mio vomito non c'era niente.

Ho iniziato ad andare da una psicologa a 15 anni.

Non so dire se fosse depressione perché la psicologa con me non ha mai usato quella parola però io stavo così, la maggior parte del tempo.

Poi un bel giorno è sparito tutto, dal giorno alla notte, come se non fosse mai accaduto.
Ripresi a frequentare la scuola con assiduità, sentendomi persino contenta qualche volta.

Ero contenta perché non sapevo che in realtà quel malessere non era sparito per niente. Perché se le cose non le affronti queste prima o poi tornano a chiederti il conto, non si scappa.

Ricominciò tutto verso i 19 anni. O erano i 20. Facevo giurisprudenza e la detestavo con tutta me stessa.
Ripresi a non voler frequentare e a stare sempre sulle mie, muta e silenziosa. Mi allontanai da quelle poche amicizie che non se n'erano già andate (non per colpa del mio malessere ma per cattiveria credo, o perché il loro affetto nei miei confronti era finito) perché volevo stare da sola. Mi faceva stare malissimo stare da sola ma era solo questo che volevo.

Le cose degenerarono fino al punto in cui per dormire avevo bisogno dei sonniferi perché se stavo sveglia mi venivano le crisi di pianto e singhiozzo, perché pensavo a quanto forte fosse il mio malessere.
Un giorno mi trovai a pensare che se fosse bastato saltare giù dalla finestra per stare bene, io l'avrei fatto. Fu un sollievo quel pensiero, un sollievo folle e assurdo ma pensare alla morte come ad una via di fuga mi faceva stare bene. Non sarebbe stato per sempre, potevo morire e potevo essere io a causarlo.

Folle.

Quanto male dovevo stare per pensare con piacere alla morte?

Capivo benissimo che non poteva andare e così feci qualcosa di inaspettato rivoluzionando la mia vita.
Una nuova facoltà, un percorso sportivo, apertura verso il prossimo, tutto da sola e stavo bene.

So bene quanto la speranza sia a doppio taglio e quanto la fortuna sia una componente importante nella vita ma io credevo, avevo fede nel domani, nel futuro, in quello che sarebbe arrivato.
Sì arrivato, perché purtroppo non tutto puoi costruirtelo da solo, per certe cose ci vuole fortuna, l'ho imparato col tempo.

Avevo stretto amicizie, intrecciato conoscenze, faticavo ma niente di insopportabile perché mi piaceva la mia vita e mi piacevo io.

Tutto sereno fino a quando qualcuno non mi ha dimostrato quanto crudele possa essere l'animo umano, quanto menefreghista sia il prossimo,quanto non ci sia più senso della misura, di porre fine ad un gioco crudele che non diverte nessuno. Ho capito quanto la sfortuna fosse parte di me. E allora la speranza si è frantumata e con lei anche una parte di me.

Adesso piango perché non voglio andare in facoltà domani ma so di doverlo fare perché allo stesso modo so cosa significherebbe non andare. So cosa verrà dopo perché è un film che ho già visto e che pensavo di aver buttato via.
Non ho più voglia di parlare con le persone a me vicine, sono contenta al pensiero che domani le mie colleghe non ci saranno e io starò da sola tutto il tempo.

Sta succedendo di nuovo tutto, lo so.

Mi sento in una gabbia da cui non so uscire, mi sento morire ogni giorno di più ma questa volta sono anche spaventata perché le ho già provate tutte e sono finita qui, perché mi sto rassegnando davanti ai fatti, perché mi sto spegnendo e non so che fare... Non so che fare...

Non so perché ho detto tutte queste cose ma mi sento veramente a pezzi.
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Sally è già stata punita per ogni sua distrazione o debolezza, per ogni candida carezza data per non sentire l'amarezza.
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Sul ciglio del baratro sto e guardo

Messaggioda ilfalsosnake » 04/12/2017, 0:12



Posso chiederti cosa è successo da scatenare nuovamente tutto questo?
Hai avuto il coraggio e la pazienza di riniziare ogni volta, da capo, non buttare tutto nuovamente. Quello che hai fatto non è da poco, ci sono persone bloccate che non riescono a ripartire, rimangono chiuse in se stesse, tu sei riuscita ad avere momenti felici, questo significa tanto.
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Sul ciglio del baratro sto e guardo

Messaggioda AnimaInLacrime » 04/12/2017, 15:35



Sawyer ha scritto:Posso chiederti cosa è successo da scatenare nuovamente tutto questo?
Hai avuto il coraggio e la pazienza di riniziare ogni volta, da capo, non buttare tutto nuovamente. Quello che hai fatto non è da poco, ci sono persone bloccate che non riescono a ripartire, rimangono chiuse in se stesse, tu sei riuscita ad avere momenti felici, questo significa tanto.


Puoi chiederlo, è rispondere che diventa più difficile.

Credo che sia stato proprio credere, credere che le cose possano cambiare, credere che possano migliorare.

Io mi sono innamorata una sola volta nella mia vita e purtroppo mi sono innamorata della persona sbagliata che ha passato troppo tempo a fare delle cose che io ho sempre cercato di non vedere, perché non volevo illudermi, perché io sono una che non si butta dentro le cose senza pensare alle conseguenze, specialmente questo tipo di conseguenze.
Quando questi gesti si sono intensificati... Beh io non ci ho creduto con tutte le scarpe ma ci sono stati dei momenti di assoluto istinto in cui pensavo di essere ricambiata e allora l'ho cercato trovando la porta chiusa però.

Non è tanto il disinteresse a ferirmi ma le modalità con cui si è manifestato.
Se io ti chiedo di lasciarmi in pace, ti confesso i miei sentimenti e si capisce che ci sto male, tu te ne vai. Non ci sono scuse, né pretesti, né scappatoie. Invece ho rivisto tutti questi gesti per cui gli avevo chiesto di stare lontano da me, senza alcun senso perché con me non ha mai voluto parlare.

Forse è cattiveria ma non credo. Penso sia peggio, immaturità. Non curanza di guardare l'altro e capire che c'è un limite e quel limite sono i sentimenti, nessuno deve soffrire inutilmente. Umanità.

Ecco! Qui è mancata l'umanità e questa cosa mi spiazza e mi spegne dentro, spegne la speranza e la magia.

In questo momento, per me il più bello dell'anno,che per me è sempre stato pieno di magia io non riesco a sentire lo spirito del Natale, non ci riesco.
Perché quando mancano cose ordinarie, basilari, come fai a credere nella magia?
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Sul ciglio del baratro sto e guardo

Messaggioda Riccardina » 04/12/2017, 16:42



Di primo acchito ho letto: Sul ciglio del baratro e sto guarendo.
Istintivamente si cerca sempre la soluzione migliore.
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Messaggioda ilfalsosnake » 04/12/2017, 16:57



Cerca di non perdere mai la speranza nel prossimo perché fa solamente male a te stessa, soprattutto se arrivi ad isolarti, prima o poi troveremo ciò che cerchiamo ma dobbiamo rimanere sulla buona strada e non lasciarci andare come vorremmo fare.
Troveremo persone che si comporteranno in maniera superficiale e sta a noi decidere se dargli fiducia ma è un rischio da correre per approfondire un rapporto, tu lo hai fatto e sei stata ferita, ma questo non deve essere un motivo per iniziare da capo e buttare tutto!
Continua, lavora soprattutto su te stessa e vedrai che riuscirai ad attutire ogni delusione che incontrerai.
Se hai bisogno, noi siamo qua a sostenerti!
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Messaggioda Ensō » 04/12/2017, 17:09



AnimaInLacrime ha scritto:Perché quando mancano cose ordinarie, basilari, come fai a credere nella magia?


L'unica magia è la capacità di trasformazione insita nell'essere umano.
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Messaggioda AnimaInLacrime » 06/12/2017, 0:07



Riccardina ha scritto:Di primo acchito ho letto: Sul ciglio del baratro e sto guarendo.
Istintivamente si cerca sempre la soluzione migliore.


Magari <3
E' vero, chissà poi se l'istinto sia davvero così inaffidabile...
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Messaggioda AnimaInLacrime » 06/12/2017, 0:16



Sawyer ha scritto:Cerca di non perdere mai la speranza nel prossimo perché fa solamente male a te stessa, soprattutto se arrivi ad isolarti, prima o poi troveremo ciò che cerchiamo ma dobbiamo rimanere sulla buona strada e non lasciarci andare come vorremmo fare.
Troveremo persone che si comporteranno in maniera superficiale e sta a noi decidere se dargli fiducia ma è un rischio da correre per approfondire un rapporto, tu lo hai fatto e sei stata ferita, ma questo non deve essere un motivo per iniziare da capo e buttare tutto!
Continua, lavora soprattutto su te stessa e vedrai che riuscirai ad attutire ogni delusione che incontrerai.
Se hai bisogno, noi siamo qua a sostenerti!


Il problema grave di questa storia non è nemmeno l'essere stata ferita.
Non so mi sento come se fossi oltre il dolore, in una specie di dimensione in cui sono talmente assuefatta dall'essere delusa dagli altri che non ci faccio più nemmeno caso, ma ho fatto un passo avanti verso questa direzione.
Vedi se prima mi allontanavo dalla gente perché impaurita dalla possibilità di soffrire ancora (perché di botte ne ho prese) oggi è come se fossi salita di livello e mi sono indurita,come se la mia freddezza si fosse calcificata. Non lascio avvicinare nessuno perché non voglio.

Mi conosco abbastanza da sapere che in realtà tutto questo dipende da un dolore molto forte e so altrettanto bene che questo dolore è solo all'inizio e presto, o più facilmente, tardi dovrò farci i conti.

La forza purtroppo non è inesauribile e io non so più dove prendere nuova linfa per fronteggiare anche questo, non lo so più davvero.
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Messaggioda ilfalsosnake » 06/12/2017, 0:32



E' come se ti fossi costruita un muro per non permetterti di soffrire, ma dall'altra ti isola dal mondo.
Hai mai trovato qualche valvola di sfogo in questi anni? Io sono riuscito a trovare la voglia di continuare portando il mio fisico allo stremo, allenandomi da solo e mettendomi in gioco. Non ero felice ma mi sentivo più leggero..
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Messaggioda AnimaInLacrime » 08/12/2017, 23:00



Sawyer ha scritto:E' come se ti fossi costruita un muro per non permetterti di soffrire, ma dall'altra ti isola dal mondo.
Hai mai trovato qualche valvola di sfogo in questi anni? Io sono riuscito a trovare la voglia di continuare portando il mio fisico allo stremo, allenandomi da solo e mettendomi in gioco. Non ero felice ma mi sentivo più leggero..



Non lo so spiegare ma io non credo che sia un muro o almeno uno vero.

Il non ho paura di soffrire o almeno non è questo il mio sentimento preponderante.
E' rassegnazione.

Quando sto male non cerco di parlare e di confrontarmi con le persone a me vicine perché so quali frasi mi troverei ad ascoltare. Vedi in questo momento mi è arrivato un messaggio di una persona a me vicina in un certo senso. Io non ho voglia di risponderle perché so esattamente cosa mi direbbe se le raccontassi come sto e sono stanca.
Ho provato a conoscere nuove persone, per assurdo sono anche una persona socievole quindi non mi è venuto nemmeno difficile, ma ho sempre trovato le stesse cose, le stesse frasi, gli stessi "problemi".
Ad un certo punto ti passa la voglia di provarci. Forse anche perché ho cominciato a valutare l'ipotesi che magari gli affetti, l'amore non saranno parte della mia vita.
E' rassegnazione.

Non mi fa male nel senso che piango disperata perché vorrei qualcuno. La mia tristezza è più cupa.
E' come quando accade qualcosa e una persona piange mentre un'altra rimane immobile, ecco quella che rimane immobile con lo sguardo fisso nel vuoto sono io. Non fa rumore quello che sento e forse per questo è pure peggio.

Non ci sto bene e oggi è stata una delle giornate più difficili dell'ultimo periodo.
Io in questo periodo sto sempre bene a prescindere da quello che succede (e credimi non ho un periodo sereno totalmente da non so quanto tempo), oggi no. Oggi non riuscivo a sentire Natale e per come sono fatta io è una cosa grave.

Quando parlo di magia io mi riferisco ai sogni, alla speranza che le cose possano migliorare. La speranza è anche un po' vita, è la tensione a migliorarci, a progredire, a stare bene anche solo tra dieci minuti. Io oggi non la sento, è come se fossi senza sogni.

Mi aiutava molto lo sport, stavo davvero bene. Poi qualche mese fa è successo qualcosa nel mio corpo e ho cominciato a prendere peso, sono ingrassata, ho avuto ritardi di mesi col ciclo, e più mi vedevo brutta (ho anche questo complesso) e meno avevo voglia di fare sport. Ora mi forzo ma il carico di lavoro dell'università non mi aiuta ad avere tempo da dedicare a me.

Quindi forse è un muro o forse no ma io sono già a buon punto con l'arredamento.
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