A febbraio di quest'anno non avrei mai immaginato di avere ciò che ho ora, amici, un lavoro, un nuovo inizio, anche se il lavoro ancora non è una cosa certa.
Eppure mi sento così stanco e privo di prospettive, i miei problemi con la percezione della realtà vacillano, saltuariamente vedo cose con la coda dell'occhio che non esistono, persone, che passeggiano nell'ombra, non so se sia normale o no, mi succede davvero molto raramente tipo una volta o due l'anno, o forse di più solo che lo scordo, in quei momenti sento anche voci in rarissimi casi in cui mi isolo in modo eccessivo.
A lavoro le persone sono così diverse da me, hanno in mente solo il sesso ed il calcio, e bestemmiano tutto il tempo, io le trovo persone così vuote ed ho tanta paura di diventare come loro, di perdere la mia piccola bizzarra unicità e conformarmi unendomi all'ordine delle persone "piccole ed insignificanti".
Inoltre li a lavoro non mi sento utile a nulla, non so mai cosa fare o come farlo è un lavoro nuovo che non conosco e tutti si aspettano che io sappia cosa fare, che io conosca trapani o flessibili, che io sappia già tutto ma non è così.
Mi chiedono: - Ma cosa facevi prima? - .
Ed io mento, dicendo che ho già lavorato, non in regola e per quello non potevo mettere le informazioni sul curriculum, ma vorrei urlare loro la verità, che mi sono chiuso in una stanza per dieci anni, fin anche arrivando a dimenticare il colore di un alba o di un tramonto, arrivando ad essere stordito ed accecato dalla luce del sole, arrivando ad aver paura persino del postino.
Vorrei urlare loro che quel che faccio è il massimo dello sforzo, che solo 9 mesi fa io ero rannicchiato in un letto e ripetevo a me stesso che se non avessi trovato la forza di cambiare la mia vita alla fine dell'anno mi sarei ucciso, che loro non hanno idea di cosa significhi fare fatica anche solo per restare in piedi, sentire il dolore dei muscoli che si risvegliano dal torpore.
Mi ripetono: - Eh ma io alla tua età - .
TU ALLA MIA NON SAPEVI NIENTE, non conoscevi il dolore come lo conosco io, non sai quanto profondo ed oscuro è il baratro e quanti siano gli sforzi che sto facendo per uscirne e di quante energia impegno e tenacia ci sia bisogno.
Di quante volte al mattino ti dici "che lo faccio a fare tanto nessuno mi ridarà gli anni che ho perduto....le cose e le persone che ho perduto." .
Eppure dovrei essere felice, in meno di un anno, sono passato dal non avere nulla ed il desiderare la morte, al avere amici, un lavoro e speranze per il futuro.
E allora perché mi sento così stanco, inutile e avvilito?
Perché non sono felice dei miei traguardi?
Ho ottenuto molto, eppure vorrei ancora di più, vorrei una ragazza con la quale condividere tutto questo.
Vorrei che qualcuno mi dicesse "bravo! c'è la stai mettendo proprio tutta", che apprezzasse i miei sforzi invece di denigrarli come quei bastardi a lavoro...