Ief ha scritto:Buongiorno, stamattina mi sono svegliato, reduce da una fase onirica piuttosto burrascosa, con un dubbio amletico cui ancora mi assale e a cui tuttora sto cercando di rispondere. Guardando lo show televisivo del Grande Fratello, mi chiedevo quanto possa essere futile una vita di un individuo spesa senza una giusta causa (ammesso che ci debba essere) , o perlomeno, nel non chiedersi neppure se ci debba essere o non essere una causa nello stesso vivere. Insomma spendere giornate ad attirare l'attenzione sulla propria persona e a bighellonare tutto il giorno in maniera demenziale con la consapevolezza o meno di essere guardati da milioni di persone, proprio come fenomeni da baraccone. Mi chiedevo a questo punto se ci potrebbe essere una relazione fra la crescita della mia consapevolezza e il disprezzo che comunque nutro verso ciò che fanno queste persone. Mi spiego meglio, è direttamente proporzionale la crescita della propria coscienza con l'insorgere di un eventuale narcisismo? Perché partendo da questa premessa logica è come se fosse una lama a doppio taglio a questo punto la crescita personale. Crescendo a livello umano e spirituale si tende a screditare ciò che la massa tende a fare, ossia pascolare. La stessa consapevolezza dovrebbe essere trascendente e ricolmare quel gap che ci distingue da chi non si fa alcuna domanda e in cui ci si tende ad impantanarsi, ovvero il giudizio.
Ātman ha scritto:Ief ha scritto:Buongiorno, stamattina mi sono svegliato, reduce da una fase onirica piuttosto burrascosa, con un dubbio amletico cui ancora mi assale e a cui tuttora sto cercando di rispondere. Guardando lo show televisivo del Grande Fratello, mi chiedevo quanto possa essere futile una vita di un individuo spesa senza una giusta causa (ammesso che ci debba essere) , o perlomeno, nel non chiedersi neppure se ci debba essere o non essere una causa nello stesso vivere. Insomma spendere giornate ad attirare l'attenzione sulla propria persona e a bighellonare tutto il giorno in maniera demenziale con la consapevolezza o meno di essere guardati da milioni di persone, proprio come fenomeni da baraccone. Mi chiedevo a questo punto se ci potrebbe essere una relazione fra la crescita della mia consapevolezza e il disprezzo che comunque nutro verso ciò che fanno queste persone. Mi spiego meglio, è direttamente proporzionale la crescita della propria coscienza con l'insorgere di un eventuale narcisismo? Perché partendo da questa premessa logica è come se fosse una lama a doppio taglio a questo punto la crescita personale. Crescendo a livello umano e spirituale si tende a screditare ciò che la massa tende a fare, ossia pascolare. La stessa consapevolezza dovrebbe essere trascendente e ricolmare quel gap che ci distingue da chi non si fa alcuna domanda e in cui ci si tende ad impantanarsi, ovvero il giudizio.
A mio avviso è già importante che tu te ne sia accorto. Molti, che siano o no su un cammino di crescita personale, giudicano di continuo senza nemmeno porsi il problema. Hanno bisogno di sentirsi superiori agli altri, che sia perché hanno un posto privilegiato nella massa o perché se ne sentono sprezzantemente al di fuori.
L'unico rimedio è la costante consapevolezza: osserva la mente, guarda come formula di continuo giudizi su quello che vede, ma non sviluppare quei pensieri; lasciali andare, e senza giudicare te stesso per esserci ricascato. Così allenterai gradualmente la presa di quei pensieri su di te, e inizierai a trovare piacevole essere semplicemente consapevole, in pace.
Ief ha scritto:Perché a seguito di un giudizio involontario provo ancora dolore?
Ief ha scritto:Sia il non essere all'altezza delle mie convinzioni e sia la delusione in generale verso me stesso mista a senso di colpa
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