C'è chi crede in qualcuno. Altri credono in una causa o divinità. Altri ancora credono in sé stessi. E poi c'è chi non crede in nulla, se non alla certezza della sofferenza. Tutti soffrono, ma a me sembra di riuscire a vedere solo quello. Guardo altrove. Cerco spasticamente la salvezza, ma non trovo nulla che mi faccia cambiare visione.
Nella mia vita non va nulla. Non ho costruito niente. Sono un appestato. Quando non credi in nulla di positivo è quasi impossibile tirar fuori le energie necessarie a costruire qualcosa con costanza. Che senso ha? Alla fine ci si arrende. Vorrei solo una tana in cui crepare in pace, ma non posso avere manco questo, perché la vergogna mi impedisce di sbattermene del mondo esterno.
Sono ridicolo, patetico. Ho sbagliato tutto. Provo solo vergogna e sensi di colpa, ed è giusto così. Nella vita va avanti chi ha voglia di vivere. E' selezione naturale. Chi nasce privo di positività non sa costruire, ed è dunque uno scarto. Servo solo a far risaltare la luce altrui, da quanto faccio schifo. Mi sembrano tutti perfetti rispetto a me.
Sono Il fallito.