Buongiorno! Sono Simone, un ragazzo di 20 anni. Mi sento solo probabilmente da qualche anno (penso abbia iniziato a sentirmi solo intorno ai 14/15 anni) e poi da quando la scuola è finita le cose sono peggiorate ulteriormente poiché è venuto meno l'aspetto scolastico per cui per lo meno parlavo con i compagni di classe. A settembre 2018 (a scuola finita dunque da 2 mesi) ho iniziato a lavorare presso un'azienda la quale si occupava di magazzinaggio e pur non essendo il mio ramo ho accettato di buon grado pensando potesse essere comunque una buona opportunità, ma mi sono pentito dopo poco perché il lavoro non mi piaceva un granché. Inoltre ho incominciato a sentirmi sempre più solo dal momento che il ragazzo (il quale aveva 3 anni in più di me se non vado errato) che era con me in magazzino con cui passavo quasi tutto il tempo non parlavo molto e anche quando ho provato a iniziare una conversazione mi rispondeva a monosillabi: sì,no,non lo so, ecc. così ho lasciato perdere e chiedevo domande solo inerenti al lavoro. Ho lavorato presso questa azienda per 10 mesi fino a Giugno 2019 quando non mi hanno rinnovato il contratto e se da una parte ci sono rimasto un po' male dall'altra parte il posto di lavoro non mi entusiasmava e ci stavo male tanto che nel periodo di Gennaio/Febbraio/Marzo (non ricordo il mese esatto) quando lavoravo continuavo a pensare che ero un fallito, solo, ecc. e mi veniva continuamente da piangere poi una volta a casa durante la pausa pranzo piangevo talvolta e spesso al ritorno dal lavoro mi chiudevo in camera sotto le coperte a piangere e non avevo questa grande fame. Ricordo inoltre che durante 1 o 2 settimane questi pensieri erano diventati talmente intensi da causarmi emicrania. A ottobre di quest'anno ho cominciato un corso di formazione a cui partecipavano ragazzi coetanei o quasi (con cui mi sono trovato abbastanza bene) che è durato fino a dicembre, tuttavia anche durante questo corso ci sono state 2 settimane in cui non sono stato molto bene (sempre per gli stessi pensieri di solitudine, fallimento e sono arrivato al punto di avere anche pensieri in merito al suicidio): avevo l'umore a terra e durante una lezione sentivo a tratti caldo alle gambe che saliva e intorpidimento oltre a un certo punto un leggero fastidio al petto e affanno (il che mi ha fatto pensare a un inizio di attacco di panico che comunque per fortuna non è sfociato in uno vero e proprio di cui non ho mai sofferto). Dopo un po' che pensavo di chiedere aiuto in un consultorio per supporto psicologico (ma non mi decidevo mai) ho approfittato del fatto che dovevo andare dal medico di famiglia per chiedere in merito a questo e lui mi ha fatto un impegnativa per una visita psichiatrica e ha segnato come possibile diagnosi distimia. Ora io non so proprio cosa fare: non so se andare al consultorio e chiedere allo psicologo o prenotare una visita psichiatrica (credo all'ATS, ex ASL), se dire ciò ai miei genitori (che non sanno dell'impegnativa) o non farlo, insomma non ho la più pallida idea su come muovermi.
Scusate se ho scritto un poema, ma volevo rendere la situazione più chiara possibile. Buona giornata a tutti.