COENZIMA Q10 colesterolo, cuore e depressione

App. del Dott Alberto Martina

COENZIMA Q10 colesterolo, cuore e depressione

Messaggioda Royalsapphire » 17/03/2014, 18:55



DOSE giornaliera consigliata: 100 mg die.

Carenze tissutali di coenzima Q10
Sono associate a diverse problematiche:
Cardiovascolari (aritmia cardiaca, problema ischemico di angina da sforzo o di ipertensione a livello cardiaco), neuromuscolari, ipertensive, di ipertiroidismo, periodontali, asmatiche, inferfilità maschile, AIDS e invecchiamento.
Il CoQ10 si è dimostrato efficace nella prevenzione dell'emicrania e per una doppia azione anti-ischemica a livello miocardico e coronarico.
È efficace anche nel ripristinare l'ossigenazione e l'energia mitocondriale con attività anti-astènica (quindi energizzante) del soggetto cardiopatico.
Noi abbiamo un evidente rapporto fra i livelli di CoQ10 e la salute di cuore e cervello.
Il CoQ10 è fondamentale per l’ossigenazione tissutale e anche per la produzione di energia soprattutto a livello cardiaco e muscolare.
Vediamo un declino di funzioni cardiache e di quelle cognitive dopo una certa età associate a una carenza di CoQ10 (nel cervello il CoQ10 è localizzato nella materia grigia).
Il CoQ10 interviene in una serie vastissima di reazioni a livello mitocondriale (responsabile ad esempio dell’energia del cuore di pompare sangue) e cellulare.
Eclatante la riduzione del CoQ10 in chi fa uso di statine! Quindi è assolutamente necessaria una integrazione di CoQ10 in chi fa uso di statine.
Le statine agiscono inibendo l'enzima HMG-CoA-reduttasi per ostacolare la sintesi del colesterolo.
Agiscono allo stesso modo delle statine il riso rosso fermentato e i suoi derivati che potranno invece essere assunti dai soggetti intolleranti alle statine. Questo è ottimo da sapersi.
Di conseguenza anche la sintesi del CoQ10 risulta ostacolata.
Però, la sintesi del colesterolo e del CoQ10 riconoscono una via sintetica comune che si divide dal pharnesil pirofosfato dal quale si formerà da un lato l'ubiquinone e il CoQ10 e dall'altro lo squalene e quindi il colesterolo. Ora, la statina blocca l’HMG-CoA bloccando tutta la sintesi del colesterolo ma anche del CoQ10.
Quindi succede che in tutti coloro che prendono statine (o simili) avranno una riduzione del CoQ10 il che vuol dire più patologie a livello cardiovascolare e neurologico centrale. E le statine sono i farmaci più utilizzati. Alle statine vanno dunque sempre associati cicli di CoQ10 perché vengano ripristinati questi valori.
Adottare sempre il protocollo associato: statina + CoQ10.
È appannaggio del farmacista consigliare sempre il CoQ10 assieme alla statina.
Anche i beta-bloccanti, con un altro meccanismo, inibiscono la produzione endogena di CoQ10.
Addirittura se il soggetto prende anche un antidepressivo triciclico, es amitriptilina, perché ha una certa depressione e/o ansia, questo va ad inibire la sintesi di CoQ10.
Ricapitolando: per chi usa antidepressivi triciclici, beta bloccanti (per l’ipertensione o altre patologie cardiache), statine (per l’ipercolesterolemia), e soprattutto per chi usa associazioni come statina+beta-bloccante, beta-bloccante+antidepressivo, statina + antidepressivo, beta-bloccante+statina, o tutti e tre insieme, deve integrare CoQ10 (almeno 30 mg die).

fonte: consumerlab.com
Atorvastatina (Lipitor), rosuvastatina (Crestor) e altre statine che abbassano il colesterolo possono essere influenzate dall'assunzione di integratori e possono influire sulla capacità di assorbire determinate vitamine e minerali. Alcuni integratori a base di erbe, come l'erba di San Giovanni, possono ridurre i livelli ematici di alcune statine e, se assunti con atorvastatina, possono effettivamente determinare un aumento dei livelli di colesterolo. Alcune forme di magnesio possono anche ridurre i livelli ematici di statine - in particolare Crestor. Il riso al lievito rosso, che contiene una statina presente in natura, non deve essere associato a statine con prescrizione medica senza controllo medico.

La berberina deve essere evitata o utilizzata con cautela nell'assunzione di alcuni farmaci a base di statine, quali atorvastatina (Lipitor), lovastatina (Mevacor) e rosuvastatina (Crestor).

Mentre alte dosi di niacina possono aiutare a ridurre il colesterolo, gli studi dimostrano che se già si prende un farmaco a base di statine, l'aggiunta di niacina ad alte dosi non sembra fornire ulteriori benefici e può comportare gravi rischi. Tuttavia, alcuni medici credono che l'assunzione di niacina in aggiunta alle statine possa essere utile per certe persone; tuttavia non provare questa combinazione senza consultare il medico.

Alcuni succhi di frutta possono anche essere un problema, in particolare il succo di pompelmo, che compromette la normale ripartizione del corpo di alcune statine, permettendo loro di accumularsi a livelli potenzialmente eccessivi nel sangue. Poiché gli effetti del succo di pompelmo possono durare fino a 3 giorni, è necessario evitare l'assunzione di atorvastatina (Lipitor), lovastatina (Mevacor, Altoprev) o simvastatina (Zocor). Tuttavia, alcune altre statine non sembrano essere influenzate dal succo di pompelmo, tra cui pravastatina (Pravachol), fluvastatina (Lescol) e rosuvastatina (Crestor).

Anche se il tè verde può aiutare a ridurre il colesterolo, può anche ridurre l'assorbimento di alcune, ma non tutte, le statine. Per giocare sul sicuro, potrebbe essere meglio assumere statine almeno un paio d'ore prima di consumare un integratore di tè verde o una bevanda.

D'altro canto, il CoQ10 e l'olio di pesce possono offrire particolari benefici alle persone che assumono statine.



Colesterolo, conosciamolo davvero:

Il colesterolo è una molecola che appartiene alla classe degli steroli (*), considerato il "precursore" della Vitamina D (che, com'è risaputo, facilita l'assorbimento di calcio nell'organismo, un minerale importantissimo per l'essere umano e di cui è molto facile essere carenti).

colesterolo_struttura

* Gli steroli sono composti policiclici formati da quattro anelli condensati (tre sono con 6 atomi di carbonio, uno è con soli cinque).

Funzioni del colesterolo

Demonizzato da gran parte della popolazione che poco sa di alimentazione, il colesterolo è fondamentale per le funzioni del nostro organismo. Il colesterolo, infatti:

- conferisce resistenza alla membrana cellulare;
- regola le funzioni ormonali;
- è essenziale per lo sviluppo ormonale;
- viene utilizzato per produrre bile al fine di assimilare bene i grassi e quindi digerire;
- è un elemento fondamentale presente nell'emoglobina.

Insomma, questo colesterolo tanto temuto poi tanto mavaglio non è, se consideriamo che il nostro corpo ne autoproduce in grandi quantità (da 1 g a 2 g) e solamente una piccolissima parte viene assunta per via alimentare. Non solo, il nostro corpo, non essendo handicappato, sa riconoscere quando ha bisogno di eliminare il colesterolo in eccesso o di produrne di più.

Allora perché tutta questa paura nei confronti di "The Devil" colesterolo?

Probabilmente, per lo stesso motivo per cui sono demonizzati anche i grassi. La nostra società ha infatti un grave problema di sovrappeso legato a diversi fattori come ad esempio la sedentarietà, i disagi psicologici, personalità svogliate ecc (non stiamo ad approfondire troppo). D'altronde, la vita non ruota più intorno i campi, ormai, e ci sono innumerevoli comodità, mentre i nostri antenati più remoti dovevano fare km e km solo per procacciarsi il cibo. Tutte cose che ora (per fortuna!) non avvengono più.

Da abile osservatore, quando sono in giro (sul treno, in università, al supermercato, ai concerti, insomma dovunque), mi piace notare la corporatura delle persone. Secondo una mia empirica statistica (nulla di assoluto, dunque), comunque interessante, risulta che la maggior parte della popolazione è (in ordine di percentuale):

1) falsamente magra (dipensa più omogeneamente il grasso, rendendolo "invisibile");
2) in sovrappeso (specie più al sud, da quel che ho notato, dove paradossalmente il fast food riscuote meno);
3) obesa (non siamo ai livelli degli americani, ma ci stiamo avvicinando).

Questo dato empirico, ribadisco pur sempre significativo benché non assoluto, ci porta a capire qualcosa di fondamentale:

bisogna temere non già il colesterolo quanto piuttosto il sovrappeso. La giusta sequela, infatti, è questa:

Mangio troppo e/o non faccio attività fisica ---> sono sovrappeso ---> ho il colesterolo alto

Ergo,

chi segue una corretta alimentazione ipocalorica associata a una sana attività sportiva (ciclismo, corsa, sci di fondo, nuoto di fondo, trekking in montagna) non dovrà mai temere il colesterolo e gli alimenti che ne contengono anche in grandi quantità.

Tutto questo ammesso e concesso che non abbia predisposizioni genetiche. In questo caso, c'è poco da fare, bisogna per forza contenere certi alimenti (contenere, non eliminare!): burro, uova, frattaglie, formaggi e salumi grassi, alcune carni e alcuni pesci.

Indice di rischio

Mi capita spesso di sentire persone che fanno test per determinare il proprio livello di colesterolo. In effetti, ancora molti medici non si sono modernizzati e si attengono a questo solo parametro. Bisogna invece capire che il solo colesterolo totale, preso come parametro, non significa nulla. I medici più moderni misurano l'indice di rischio facendo il rapporto fra colesterolo buono (HDL) e quello cattivo (LDL). Per i maschi, questo indice è inferiore a 5, per le femmine inferiore a 4.5 (le donne hanno più grassi per costituzione; i seni sono per gran parte costituiti da grasso, una "zavorra" di cui i maschi non dispongono).

Purtroppo, qui anche la rinomata associazione OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha commesso un grossolano errore, a testimonianza che l'autorità è una condizione facilitante per poter avere credibilità ma non è sufficiente. L'OMS, infatti, nel 2004, ha affermato che il livello totale di colesterolo dev'essere inferiore a 200. Grande cavolata.

Colesterolo totale 195, HDL 35: indice di rischio 5.6 (sono a rischio);
Colesterolo totale 210, HDL 35: indice di rischio 6 (sono a rischio);
Colesterolo totale 250, HDL 70: indice di rischio 3.6 (OK);
Colesterolo totale 300, HDL 70: indice di rischio 4.2 (OK);
Colesterolo totale 175, HDL 30: indice di rischio 5.8 (sono a rischio);
Colesterolo totale 350, HDL 85: indice di rischio 4.1 (OK).

Capito il senso. Diffidate di qualunque medico (e a maggior ragione i non) che si basa sul colesterolo totale per valutare un rischio. Funziona così:

fissando la quantità di polvere che cade su un pavimento, il pavimento rimane tanto più pulito quanto più spazzini ci sono.

Gli spazzini non possono influire su quanta polvere cade sul pavimento, ma più sono e più lasciano pulito il pavimento.

Aumentare il colesterolo buono?

La domanda può sorgere spontanea, e la risposta è sì benché miracoli non se ne possano fare. Fondamentale è capire che:

il colesterolo buono aumenta, ma non diminuisce quello cattivo e dunque quello totale.

Un brevissimo vademecum è questo:

- impostare una dieta ipocalorica basata generalmente su una ripartizione dei macronutrienti in 50% carboidrati, 20% proteine e 30% grassi.
- fare una sana attività fisica;
- evitare prodotti con sostanze nocive come nitriti, contenenti grassi trans, margarina, polifosfati ecc.

Può essere utile l'utilizzo di fitosteroli. Ad ogni modo, in questo tipo di casi è sempre meglio rivolgersi a un medico, prima di fare il "fai da te" (purché sia un medico aggiornato, si intende).
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COENZIMA Q10 colesterolo, cuore e depressione

Messaggioda Royalsapphire » 13/02/2024, 20:33



Sempre attuale questo post, a distanza di tutti questi anni :D
Mi ero preoccupata, non lo trovavo più XD
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