Iniziamo con alcune informazioni a carattere generale.. magari saranno noiose

, ma servono per crearsi una base..
IGT, DOC e DOCG sono dei marchi che garantiscono la provenienza geografica di un vino (non la sua qualità).
IGT (Indicazione Geografica Tipica) è il più blando, in quanto consente l’aggiunta fino al 15% di vini “fuori zona”.
DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) si distingue dalla DOC principalmente per la “fascetta di stato”, una fascetta riportante la numerazione progressiva della bottiglia. Che sta a significare?
Brevemente: se il produttore XYZ ha iscritto al registro della DOCG un’estensione di vigneto dal quale può ricavare ogni anno al massimo 50.000 bottiglie, avrà in dotazione ogni anno 50.000 fascette "di stato".. si vorrebbe evitare che XYZ metta in commercio una quantità superiore di vino, magari acquistando uve da altre zone.
Nota: da un paio d’anni, esistono le fascette anche per le DOC.. credo, comunque, sia solo un’opzione e non un obbligo, perché di bottiglie “DOC con fascetta” ne ho viste in giro veramente poche.
IGT, DOC e DOCG
sono semplicemente dei “regolamenti”, dei “capitolati” ai quali i produttori si devono attenere se vogliono mettere in etichetta la denominazione.
Requisito principe e fondamentale
è l’ubicazione geografica del vigneto… se voglio produrre Barbaresco, il vigneto si deve trovare nel territorio dei comuni di Barbaresco, Neive o Treiso.. e basta (come indicato dalla DOCG Barbaresco).
Esistono denominazioni molto più ampie, come la DOC Piemonte, che comprende gran parte del territorio regionale.
Altri aspetti che sono regolamentati sono i vitigni autorizzati, la resa per ettaro (in quintali di uva prodotta), la data di inizio commercializzazione.. a volte sono indicati anche i tempi di affinamento, quali contenitori utilizzare per l’affinamento (legno, acciaio od altro), se esistano tipologie come “Superiore”, “Classico”, “Riserva”, “Vecchio”, “Novello”, “Passito” ecc. ecc.
Generalmente, comunque, questi regolamenti
hanno maglie larghe, non sono per nulla restrittivi.. esempio principe è la resa per ettaro che può arrivare, per alcune DOC, anche a 200 quintali…
Diciamo che per ottenere vini “mediamente buoni” questo valore deve scendere sotto i 100 quintali, i “grandi vini” si fanno con rese indicative attorno ai 40-60 quintali.. poi esistono alcuni produttori estremisti che hanno rese inferiori ai 30 (e 20) quintali.
Ci sono poi le "commissioni di assaggio", che dovrebbero autorizzare la messa in commercio solo di vini "tipici" e rispondenti al regolamento.. beh, si è visto di tutto e non diciamo altro
Fondamentale capire, però, che la scritta IGT, DOC e DOCG non garantisce nulla a riguardo della qualità del vino: un vino non è automaticamente buono perché è DOCG… potrebbe essere comunque una zozzeria!
"Carri armati nemici fatta irruzione a sud di ARIETE. Con ciò ARIETE accerchiata.
Trovasi 5 km nord-ovest Bir El-Abd. Carri ARIETE combattono."