Morte e nichilismo

Che cosa c'è dopo la morte?

La fede, per chi è credente, rappresenta una colonna portante della vita. Che questo forum possa portare nuova luce, sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha. Nonché stimolare la discussione su questo tema. Ognuno potrà riportare le proprie esperienze, testimonianze, preghiere, dubbi.

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Messaggioda Premio Nobel » 03/11/2015, 1:10



Se ho ancora buoni ricordi da liceo, era Tito Lucrezio Caro nel suo "De Rerum Natura", ispirandosi a Epicuro, ad invitare l'umanità a non temere la morte, poichè essa è nulla per noi, e quindi proprio per questo, noi non soffriamo e non dobbiamo temerla... anche Cicerone esprimeva un pensiero simile ( se non sbaglio era lui che suggeriva l'idea del banchetto della vita: nel quale noi umani, dopo esserci saziati al banchetto della vita, non indugiamo oltre e ci distacchiamo dal tavolo con l'animo in pace)

Talvolta mi capita ( anche se non molte), come qualche sera fa, a questi grandi quesiti... che cosa c'è oltre la morte, e tutta questa tranquillità io non riesco proprio ad averla....
Più precisamente pensavo ad una cosa: 1) non c'è nulla, ma in questo caso sarei terrorizzato alla idea del nulla ( un po' perchè non riesco proprio ad immaginarla, cioè non riesco proprio ad immaginare di non essere più): è un po' come immaginarsi di non provare più nessuna sensazione, e questa condizione durare per sempre .... ( ciò mi annichilisce, basti pensare che mi viene la pelle d'oca, e talvolta conati di vomito al tal pensiero) 2) c'è qualcosa e questa dura in eterno, ma anche in questo caso non riesco proprio ad immaginarmelo ( ad esempio ritrovarsi in un'empireo, una sorta di paradiso) perchè
Sapere poi che questo dilemma non è solo una stupida delucubrazione filosofica, ma sarà la realtà ( poichè prima o poi, ciascuno di noi trapasserà), mi inquieta, tanto che penso che quando sarò anziano probabilmente penserò più a ciò e forse potrei impazzirne.
L'unica è quella di non pensarci, di tenermi la testa occupata, o comunque di non pensare o preoccuparmi di questi problemi... ma talvolta, anche non in concomitanza di eventi luttuosi, mi capita di pensare a questo dilemma, e rimango shoccato.
Per inciso, credo di essere agnostico, nel senso che: penso che non ci siano prove ontologiche ne per dimostrare, ne per confutare l'esistenza di Dio o di una vita ultraterrena... e penso anche che non ci siano prove a favore o contro da un punto di vista ragionevole ( ma questo più privatamente)
Detto ciò, magari qualcuno qui può darmi qualche idea o consiglio su come affrontare questi problemi, o quanto meno come viverli non così drammaticamente?? --- c'è un quadro di Van Gogh ( il quale penso sia forse il mio pittore preferito), che credo esprima bene quelle mie sensazioni quando mi capita di pensare a questo dilemma: "Sulla sodlia dell'eternità" http://www.arteworld.it/wp-content/uplo ... nalisi.jpg
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Messaggioda Bonifacio » 03/11/2015, 8:35



quesito interessante.

NobelPrize1992 ha scritto:1) non c'è nulla, ma in questo caso sarei terrorizzato alla idea del nulla ( un po' perchè non riesco proprio ad immaginarla, cioè non riesco proprio ad immaginare di non essere più): è un po' come immaginarsi di non provare più nessuna sensazione, e questa condizione durare per sempre ....


Io penso, mia opinione, che la morte sia come dormire, non ti accorgi di nulla. Da questo punto di vista il nulla ti terrorizza sempre e comunque?

NobelPrize1992 ha scritto:2) c'è qualcosa e questa dura in eterno, ma anche in questo caso non riesco proprio ad immaginarmelo ( ad esempio ritrovarsi in un'empireo, una sorta di paradiso) perchè
Sapere poi che questo dilemma non è solo una stupida delucubrazione filosofica, ma sarà la realtà ( poichè prima o poi, ciascuno di noi trapasserà), mi inquieta


Può darsi che sia vero, può darsi di no, se escludiamo la reincarnazione, uno dei due (nulla o empireo/paradiso/vita ultraterrena) deve essere per forza. Apparentemente ti inquietano entrambi, ma se dovessi scegliere, preferiresti il nulla o la vita ultraterrena?
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Messaggioda io sono Nessuno » 03/11/2015, 14:01



Da 3 millenni generazioni di filosofi hanno cercato risposte a problemi come questi,ma mai e nessuno potrà andare oltre le elucubrazioni,le teorie,le speculazioni perchè nessuno di noi sa neppure cosa lo aspetta l'indomani,l'unica certezza è che ogni giorno che passa è un giorno guadagnato.La mia personalissima opinione,ora,che esprimo con semplicità,senza voli pindarici.Penso che dopo non c'è assolutamente nulla,e la cosa non mi turba minimamente.Se mi sbagliassi,mi sarebbe molto più agevole credere alla reincarnazione indu-buddista che non al paradiso dei tre monoteismi ebraico,cristiano e islamico.Osservando gli animali,infatti,non è raro nè difficile vedere espressioni molto più umane di quelle visibili in troppi esseri umani,lo dico con tristezza e amarezza,sia detto per inciso.
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Messaggioda semplicementeio » 03/11/2015, 14:15



Quando muoio ti faccio sapere cosa c'è
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Messaggioda Naoki » 03/11/2015, 15:07



Sono cattolico...che idea o consiglio vorresti sentirti dire? Stai sperimentando il timor domini? :D
Per quel che mi riguarda, ed è un ragionamento che ho da sempre anche prima di diventare cattolici, i tuoi quesiti hanno come sola base l'esistenza di un'anima o se agli altri piace di più, un ghost (vedi Ghost in the shell) che sopravvive alla morte fisica del corpo.
E fino adesso senza dilungare troppo il discorso ci si divide in ci credo e non ci credo, non si scappa da lì.
Se non ci credo, perché l'esistenza del ghost non è scientificamente dimostrabile, perché farsi problemi?
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Citazione: Molti di quelli che vivono meritano la morte, e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu sei in grado di valutare, Frodo? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti.
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Messaggioda Premio Nobel » 15/11/2015, 21:50



Personalmente preferirei la vita ultraterrena, in realtà per un motivo molto stupido: non fosse altro che una cosa infinita è per me più facile da immaginare rispetto che il "nulla eterno" ( se non sbaglio era Leopardi che usava questa espressione nel suo "I sepolcri")
In realtà non presumo necessariamente l'esistenza di un anima --- io mi immagino il trapasso come quando uno in sala operatoria viene anestetizzato: a me è capitato una sola volta e non si percepisce nulla.... o meglio, per la precisione, è come se avessi per un attimo chiuso gli occhi ( anche se ho visto in quel momento il nero più buio che abbia mai sperimentato), e dopo che li hai riaperti sono passate 4 ore --- ecco, quelle 4 ore non sono succedute da niente, e durano per sempre.... se invece ci fosse qualcosa, mi tranquillizzerebbe di più, anche se però una cosa che dovesse durare per sempre non la concepisco assolutamente.... ( ad esempio, come potrebbe durare un abbraccio eventuale con Dio per sempre ed io sempre essere in uno stato celestiale)
Non è che se so che un problema non è risolvibile, allora mi posso tranquillizzare... è come dire: sono un naufrago in mezzo al mare, non so se qualcuno mi verrà a salvare (e non lo posso sapere scientificamente), probabilmente non sarei tranquillo e sereno
Ps. "Quando muoio ti faccio sapere cosa c'è": Houdini aveva fatto più o meno questa promessa alla moglie, per la cronaca attraverso un medium...
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