Se ho ancora buoni ricordi da liceo, era Tito Lucrezio Caro nel suo "De Rerum Natura", ispirandosi a Epicuro, ad invitare l'umanità a non temere la morte, poichè essa è nulla per noi, e quindi proprio per questo, noi non soffriamo e non dobbiamo temerla... anche Cicerone esprimeva un pensiero simile ( se non sbaglio era lui che suggeriva l'idea del banchetto della vita: nel quale noi umani, dopo esserci saziati al banchetto della vita, non indugiamo oltre e ci distacchiamo dal tavolo con l'animo in pace)
Talvolta mi capita ( anche se non molte), come qualche sera fa, a questi grandi quesiti... che cosa c'è oltre la morte, e tutta questa tranquillità io non riesco proprio ad averla....
Più precisamente pensavo ad una cosa: 1) non c'è nulla, ma in questo caso sarei terrorizzato alla idea del nulla ( un po' perchè non riesco proprio ad immaginarla, cioè non riesco proprio ad immaginare di non essere più): è un po' come immaginarsi di non provare più nessuna sensazione, e questa condizione durare per sempre .... ( ciò mi annichilisce, basti pensare che mi viene la pelle d'oca, e talvolta conati di vomito al tal pensiero) 2) c'è qualcosa e questa dura in eterno, ma anche in questo caso non riesco proprio ad immaginarmelo ( ad esempio ritrovarsi in un'empireo, una sorta di paradiso) perchè
Sapere poi che questo dilemma non è solo una stupida delucubrazione filosofica, ma sarà la realtà ( poichè prima o poi, ciascuno di noi trapasserà), mi inquieta, tanto che penso che quando sarò anziano probabilmente penserò più a ciò e forse potrei impazzirne.
L'unica è quella di non pensarci, di tenermi la testa occupata, o comunque di non pensare o preoccuparmi di questi problemi... ma talvolta, anche non in concomitanza di eventi luttuosi, mi capita di pensare a questo dilemma, e rimango shoccato.
Per inciso, credo di essere agnostico, nel senso che: penso che non ci siano prove ontologiche ne per dimostrare, ne per confutare l'esistenza di Dio o di una vita ultraterrena... e penso anche che non ci siano prove a favore o contro da un punto di vista ragionevole ( ma questo più privatamente)
Detto ciò, magari qualcuno qui può darmi qualche idea o consiglio su come affrontare questi problemi, o quanto meno come viverli non così drammaticamente?? --- c'è un quadro di Van Gogh ( il quale penso sia forse il mio pittore preferito), che credo esprima bene quelle mie sensazioni quando mi capita di pensare a questo dilemma: "Sulla sodlia dell'eternità" http://www.arteworld.it/wp-content/uplo ... nalisi.jpg