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La fede, per chi è credente, rappresenta una colonna portante della vita. Che questo forum possa portare nuova luce, sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha. Nonché stimolare la discussione su questo tema. Ognuno potrà riportare le proprie esperienze, testimonianze, preghiere, dubbi.

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Messaggioda Cuoretriste » 08/08/2024, 10:17



Grazie navigator per le risposte scientifiche e ben scritte che posti in ogni thread.
In realtà sono d’accordo con te ed è la cosa che mi ripeto sempre, il punto è che PRIMA (quando ero immatura ed alle prime armi) sentimentalmente andava sempre bene(o meglio, c’’erano situazioni non positive ma avevo la percezione che fossero situazioni comunque fisiologiche) dopo di lui un disastro.
Non sono una di quelle persone che trova sempre lo stesso tipo di partner, anzi, ho sempre trovato persone molto diverse tra loro. Ci sono le situazioni impossibili, gli immaturi, le incompatibilità etc… ma questa situazione secondo me va molto oltre.


Cordis ha scritto:
responsabilità degli eventi e quella di cambiare (p.es. andando in terapia)


Eh be, questo è sicuramente il consiglio migliore

Mi fa stizza di essere andato ad associare malocchio/preti senza aver pensato alla cosa più ovvia dolore/cura...


In terapia ho provato ad andarci (per altri motivi, soffro di crisi di ansia e ho avuto problemi sul lavoro) ma secondo me la cosa è troppo sopravvalutata. Insomma penso sia meglio leggere un libro di crescita personale piuttosto che fare 1mese di “terapia”
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Messaggioda Cordis » 08/08/2024, 12:00



leggere un libro di crescita personale piuttosto che fare 1mese di “terapia”


Sui libri ri "crescita personale" sono abbastanza prevenuto...

Poi certo che con un mese di terapia non ci si fa nulla, se lo scopo è ottenere risultati in termini di cura ci vogliono anni,
magari in un mese si può fare un po di terapia d'appoggio (ti tiri un po' su, li x li) e farsi scrivere un anamnesi accurata, nel caso in seguito si decida di accedere ad altri tipi di cura (es. farmacologica).

Ma comunque se il problema era la paura del malocchio, se questa paura ti influenza davvero, vale la pena fare qualcosa, non eaiste che ti fai male da sola... affrontare l'argomento con uno psicoterapeuta mi pare ottimo, certo meglio che affrontarlo in altri modi.
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Messaggioda Navigator63 » 08/08/2024, 16:34



Cuoretriste ha scritto:Grazie navigator per le risposte scientifiche e ben scritte che posti in ogni thread.

Prego :)

In realtà sono d’accordo con te ed è la cosa che mi ripeto sempre, il punto è che PRIMA (quando ero immatura ed alle prime armi) sentimentalmente andava sempre bene(o meglio, c’’erano situazioni non positive ma avevo la percezione che fossero situazioni comunque fisiologiche) dopo di lui un disastro.

A volte le cose succedono e basta. A volte ci capita un incidente e non ne abbiamo colpa (è il fato).
A volte incontriamo uno/a psicopatico/a, e l'unica cosa da fare è fuggire e mettere più distanza possibile con lui/lei (se invece gli stiamo attaccati, è indice che il problema è anche dentro di noi).

Altre volte, però, un problema nostro rimane nascosto nel profondo a lungo, e poi un giorno scatta qualcosa ed emerge, manifestandosi in una nuova situazione critica (non dico che sia il tuo caso; ma non lo escluderei).
Come la tizia che a 30-40 anni inizia ad avere crisi di panico... di solito questo rivela che problemi c'erano anche prima, ma non erano ancora "esplosi".

ma questa situazione secondo me va molto oltre.

Ok, ma non vuol dire che ci sia una ragione "magica" (soprannaturale).
Come detto, a volte incontriamo persone pessime.
A quel punto l'unica cosa da fare è fare punto e a capo, ed imparare dall'esperienza per evitarle in futuro.

In terapia ho provato ad andarci (per altri motivi, soffro di crisi di ansia e ho avuto problemi sul lavoro) ma secondo me la cosa è troppo sopravvalutata.

Questo mi sa di negazione.
Se tu avessi un tumore e ti proponessero una chemioterapia, diresti che è "sopravvalutata"? ;)
O proveresti di tutto per stare meglio?

Di solito chi sminuisce la terapia senza averla provata a fondo, sono persone che non vogliono guardarsi dentro per non stare male.
Il che è legittimo... ma non risolve il problema. :dunno:

Insomma penso sia meglio leggere un libro di crescita personale piuttosto che fare 1mese di “terapia”

Leggere libri in tema, ma soprattutto guardarsi dentro e mettersi in discussione, è sicuramente una strada fruttuosa.
Ma le due cose non sono mutualmente esclusive - anzi sono complementari. 8-)
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Messaggioda Cordis » 08/08/2024, 18:11



Se tu avessi un tumore e ti proponessero una chemioterapia, diresti che è "sopravvalutata"?


Ah ma quell' atteggiamento li l'ho condiviso anch'io x anni, anche se non per la psicoterapia ma x i farmaci (x la verità x me, più che negazione, era fifa), purtroppo si "cambia idea" quando si è costretti (di solito perché si sta troppo male o magari perché le persone che ci circondano non ci sopportano più) ma più in generale, è un atteggiamento mentale, sbagliato e dannoso, che è parecchio diffuso e produce danni quotidianamente...
Vado OT, un medico mi raccontava che, in pronto soccorso, gli capita un bambino con ferita aperta sporca di catrame (brutta grattata sull'asfalto), in un caso del genere si fa' immediatamente l'antitetanica, ma il padre era un no-vax e ha negato il consenso. Gli ha fatto presente che, se avesse sviluppato il tetano, poi l'unica cura possibile sarebbe stata una dose massiccia di immunoglobuline che, quelle si, sono molto stressanti x l'organismo e non danno nemmeno una sicurezza al 100%, e che il tetano è un morbo ignorante, una volta che è sintomatico non si riesce più a fermare e da una morte terribilmente dolorosa, che non si può alleviare nemmeno con la morfina! Ma il padre ha precisato che in ogni caso avrebbe negato il consenso anche per le immunoglobuline...
Gli hanno fatto firmare un modulo dove si assumeva le responsabilità del caso.
Quello che mi fa' più rabbia è che, se il figlio fosse poi morto x tetano, quel padre li non sarebbe andato in galera...
Patria potestà, diritto a scegliere...
Mi fa' venire in mente certe interviste di padri orgogliosi dei figli che sono andati a farsi esplodere come bombe umane, mi piacerebbe che si facessero ammazzare loro! Non dei ragazzi a cui hanno riempito la testa di stronzate.
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Messaggioda Navigator63 » 08/08/2024, 22:27



Cordis ha scritto:(x la verità x me, più che negazione, era fifa)

La negazione è sempre figlia della fifa. 8-)

Gli hanno fatto firmare un modulo dove si assumeva le responsabilità del caso.
Quello che mi fa' più rabbia è che, se il figlio fosse poi morto x tetano, quel padre li non sarebbe andato in galera...

Purtroppo è una questione complessa. La libertà è sempre un'arma a doppio taglio: più siamo liberi, più possiamo fare cavolate monumentali (come quel padre - che personalmente disprezzo).

L'unica cosa certa, in queste situazioni, è che l'ignoranza è sempre deleteria. :rabbia2:

"Di tutte le bestie selvagge, l'ignoranza è la più difficile da trattare."
(Platone)

"L'ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza."
(Charles Darwin)

"Esiste solo un bene, la conoscenza, e solo un male, l'ignoranza."
(Socrate)
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Messaggioda Cordis » 09/08/2024, 12:18



La negazione è sempre figlia della fifa

Ma le emozioni negative sono diverse, la negazione in particolare viene generata solo e sempre dalla paura? Perché non dalla vergogna ad esempio?
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Cordis
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Messaggioda Navigator63 » 09/08/2024, 16:35



Cordis ha scritto:
La negazione è sempre figlia della fifa

Ma le emozioni negative sono diverse

Vero, ma sono sempre originate da qualche forma di paura (o da un danno concreto o percepito - che ci scatena paura).

Stabilito questo, è importante poi identificare quale paura specifica ci sta condizionando. :mmm2:

la negazione in particolare viene generata solo e sempre dalla paura?

Dalla paura e/o dal dolore. P.es.:
- Giudico negativamente una parte di me -> paura di essere sbagliato -> negazione che mi attenua quel disagio ("Io non ho quel problema; TU hai quel problema")
- Soffro perché sono stato respinto -> ho paura che mi succeda ancora -> nego (allontano) la possibilità che succeda ancora (es. "Non amerò più")

Comunque vada, la paura c'entra sempre.

Perché non dalla vergogna ad esempio?

Ma la vergogna E' una forma di paura. 8-)
La vergogna è essenzialmente paura di essere sbagliato, o di aver sbagliato, e conseguente paura del giudizio altrui (ricorda che siamo animali sociali, quindi molto sensibili a quello che pensano gli altri).


Potremmo dire che in noi esistono fondamentalmente due potenziali: la luce e l'oscurità. (positivo/negativo, bene/male... inserire metafore a piacere)
- Tutto ciò che ci spinge verso l'oscurità è legato a qualche paura.
- Tutto ciò che ci spinge verso la luce è legato ad una forza positiva (puoi chiamarla amore, vita, anima, élan vital, Dio...)

Onestamente non vedo una terza possibillità. Tutto sembra declinare in una delle due direzioni. :dunno:

Ne deriva che, per ogni scelta o azione o stato d'animo, potremmo chiederci: "E' qualcosa che mi porta verso la luce o verso l'oscurità?"
Naturalmente, una vita piena di luce è gioiosa e appagante; mentre una piena di buio è triste, angosciosa, soffocante e arida.
Ma se non ci poniamo quella domanda, potremmo non renderci conto che siamo noi a scegliere di andare in una delle due direzioni, inconsapevolmente. :mmm2:
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Messaggioda Cordis » 09/08/2024, 17:55



Insisto perché l'argomento è interessante.
Insomma, non sono mica tanto convinto, affermare che la paura sia l'elemento fondamentale che sta dietro a tutto il resto rischia di diventare una generalizzazione che si autoconferma e che non fa' più vedere... il resto della realtà.
Non voglio dire che sia falso, ne che sia sbagliato, dico che è una visione relativa, che in certi casi non può funzionare: tanto per dire, nel caso di uno schizofrenico con allucinazioni, non lo sistemi mica con questa visione qui.
Altra cosa: è passato tanto tempo e non riesco più a dare dei riferimenti precisi, ma quella dell' uomo come animale sociale è, in ordine cronologico, la seconda di cinque (negli anni 90) interpretazioni della posizione dell'uomo in questo mondo:
. Homo faber, nell'antica Roma
. Animale sociale, nell'illuminismo
. Uomo come interprete di rappresentazioni sociali (tra l'8 e il 900)
. Uomo come attributore di significati sociali alle cose (anni 70)
. La quinta non me la ricordo più (e mi scoccia un casino)
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Messaggioda Navigator63 » 10/08/2024, 0:56



Cordis ha scritto:Insisto perché l'argomento è interessante.

Concordo (anche se stiamo invadendo il 3D).

Sia chiaro che per me è uno scambio di idee (opinabili), non un cercare di imporre la propria. E' un ambito dove non esistono verità oggettive (cosa da scienze esatte), ma modelli più o meno affidabili e coerenti.
Quindi va bene vederla in modo diverso. :coolok:

affermare che la paura sia l'elemento fondamentale che sta dietro a tutto il resto rischia di diventare una generalizzazione che si autoconferma e che non fa' più vedere... il resto della realtà.

No, perché dietro la definizione generale "paura" ci possono essere tante possibilità. Non è un dogma che ti impedisce di approfondire.

La dicotomia che propongo (luce vs oscurità) è un po' come la suddivisione di chimica in organica e inorganica (non ce n'è una terza): serve a fare una divisione fondamentale tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, ma poi si aprono diramazioni infinite.

In pratica mi sembra che la forza più potente che ci influenza è la paura; essa crea:
- L'istinto di sopravvivenza (paura di morire)
- La pulsione alla riproduzione (paura di morire del tutto, senza lasciare nulla di sé e del proprio DNA)
- L'acquisizione di risorse (paura della scarsità, della fame, della miseria)
- La ricerca di potere (paura di essere sopraffatti o emarginati o miserandi)
- La ricerca di legami relazionali (paura della solitudine, dell'isolamento), ecc.

La paura non è "male": è naturale e utile. Se però ci domina, oppure è l'unica nostra motivazione, può portarci ad una vita "oscura" (rendendoci ansiosi, aggressivi, oppressivi, noncuranti, ecc.).
Per questo trovo fondamentale diventare consapevoli di come le paure ci influenzino. Per poter fare scelte diverse e vivere meglio.

Non voglio dire che sia falso, ne che sia sbagliato, dico che è una visione relativa, che in certi casi non può funzionare:

Certo, è una "mappa" e non è il "territorio" - per usare una metafora che mi è cara. E' un modello che spiega la realtà, non la realtà in sé. Non è un Vangelo. :D
IMHO la domanda da porsi è: "E' un modello sensato e valido? Mi può aiutare a capirmi e vivere meglio?".

tanto per dire, nel caso di uno schizofrenico con allucinazioni, non lo sistemi mica con questa visione qui.

Beh, io di solito mi riferisco a persone (abbastanza) sane di mente. :rolleyes:
Persone in grado di ragionare, valutare, scegliere e confrontarsi.

Nel caso di uno schizofrenico o psicotico, purtroppo sono "partiti per la tangenziale" ed hanno perso la capacità di ragionare in modo efficace. Per cui serve tutt'altro approccio.

quella dell' uomo come animale sociale è, in ordine cronologico, la seconda di cinque (negli anni 90) interpretazioni

Non conosco quella teoria, che pare interessante. Sono tutti modelli sensati e utili.

Ma quando parlo di "animale sociale", mi riferisco a qualcosa di oggettivo, ad una osservazione etologica che coinvolge la nostra specie: gli umani fanno parte di quelle specie che vivono in comunità e non come individui isolati (tranne rare eccezioni).
E non è nemmeno uno sviluppo recente: da milioni di anni abbiamo teso a formare tribù e villaggi. La nostra natura sociale è tale per cui mi pare assurdo pensare il contrario.

Poi ovviamente puoi usare tanti altri modelli ("mappe") per interpretare la nostra specie. Ma negare che l'uomo è un animale sociale sarebbe come negare che i pesci vivono nell'acqua. :D
Ovviamente, la nostra natura sociale fa sì che sviluppiamo una serie di costrutti mentali associati: p.es. l'umano è un "narratore", ama inventare storie ed ascoltarle (il che corrisponde ad alcuni dei modelli che hai citato, III e IV).

Ricorda: le "mappe" non si escludono a vicenda, ma si completano a vicenda (come una mappa politica o fisica). :cincin:
Sono invece altri sistemi di pensiero, come le ideologie, a sostenere che "E' così e non può che essere così".
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