Faith no more?

La fede, per chi è credente, rappresenta una colonna portante della vita. Che questo forum possa portare nuova luce, sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha. Nonché stimolare la discussione su questo tema. Ognuno potrà riportare le proprie esperienze, testimonianze, preghiere, dubbi.

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Messaggioda BassViol » 29/07/2020, 17:48



Robinson ha scritto:E aggiungo un altro indizio . Che se la maggioranza di noi è credente, le chiese invece da tempo si stanno spopolando. La chiesa è in forte crisi da decenni. E allora mi chiedo se sia davvero la religione che metta in crisi l'uomo o l'uomo che attraversi una forte crisi religiosa.


Semplicemente credo che l'uomo come specia stia piano piano, molto lentamente, rendendosi conto che la fede come un qualcosa nella quale rifugiarsi per trarre sollievo, non ha più senso.
Parlo di fede in senso lato, non solo in merito alla religione cristiana.
L'idea di avere sempre qualcosa alla quale dare il merito o il demerito di ciò che ti succede, che sia questo dio, allah, le energie della natura, il karma o il malocchio (dalle mie parti, in Sardegna, moltissima gente è ancorata e crede fortemente in questa assurdità, specialmente nelle piccole comunità), è obsoleta. I meriti dei nostro successi dovrebbero essere solo nostri, così come i demeriti, senza bisogno di appellarsi ad identità invisibili per cercare sostegno.
Non mi dilungo invece a parlare della chiesa come istituzione strutturata, perché rischierei di fare notte.
Ovviamente tutto va valutato con le dovute eccezioni, perché si sta parlando in senso molto ampio, ed è innegabile che alcuni missionari, ad esempio, facciano del bene e che non tutti i credenti e i religiosi siano stupidi o in malafede, ma sono fermamente convinto che il bene sia portato da brave persone che hanno solo scelto un modo per veicolarlo che io non condivido, ma che in assenza di questo lo avrebbero fatto comunque, a prescindere da fede o religione.
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BassViol
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Messaggioda Robinson » 30/07/2020, 6:11



Avete ragione. Il tema è vasto e richiederebbe tempo. Forse l'astensione da questo genere di tema nel forum allora era per timore di affrontare un argomento così vasto e sfaccettato? Beh allora vi ringrazio per esservi prestati a parlarne. Dunque proviamo a fare sempre un passo alla volta cosicché se ci si perde, sarà più facile recuperare la bussola.
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Messaggioda Robinson » 30/07/2020, 6:37



Prendiamo allora per assunto dio non esista e di conseguenza la religione sia un male e un ostacolo al progresso della società.
Provo a fare una lista di nomi illuminati che di sicuro hanno portato sapienza e progresso alla nostra cultura. Kierkegaard, Vico, Pascal, Cartesio,Dante, Tommaso d'Aquino,Agostino dIppona, Copernico,Galilei , Keplero, Newton, Leinbniz, Lavoisier, Volta, Mendel, Pasteur, Maxwell, Marconi, Einstein, Fermi, e mi fermo qui.
Erano tutti credenti.Alcuni di questi lo erano fervidamente. La domanda è : siamo sicuri, come affermato, che la fede religiosa sia d'ostacolo al progresso, addirittura un male? Cosa sarebbe di noi senza questi nomi?
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Messaggioda Ātman » 30/07/2020, 9:11



Purtroppo la religione è spesso la negazione della spiritualità. È forma vuota, moralismo ipocrita, superstizione.
Le religioni istituzionalizzate si sono ridotte nel migliore dei casi ad enti di carità, un compito che potrebbe essere comunque svolto anche da altri (e lo è non di rado).
Quello che manca e che sarebbe auspicabile è un rinnovamento che parta dall'interiorità dei singoli individui, che scoprano davvero quel "regno dei cieli in noi" cui qualcuno un tempo accennò. Ma il viaggio interiore richiede un'autoconsapevolezza non comune, spietata, un anelito insopprimibile al Trascendente, e la capacità di non accettare supinamente l'identità di consumatori narcisisti ed edonisti che la società odierna ci offre.
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Messaggioda Robinson » 30/07/2020, 10:59



Quanto dici mi pare possa condurci ancor più nel profondo. E mi ispira queste domande.
Può dunque la spiritualità riportare vigore e genuinità alla religione?
E soprattutto che rapporto c'è fra fede con spiritualità e fede con religione?
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Messaggioda Friedrich II » 30/07/2020, 16:54



Robinson ha scritto:Prendiamo allora per assunto dio non esista e di conseguenza la religione sia un male e un ostacolo al progresso della società.
Provo a fare una lista di nomi illuminati che di sicuro hanno portato sapienza e progresso alla nostra cultura. Kierkegaard, Vico, Pascal, Cartesio,Dante, Tommaso d'Aquino,Agostino dIppona, Copernico,Galilei , Keplero, Newton, Leinbniz, Lavoisier, Volta, Mendel, Pasteur, Maxwell, Marconi, Einstein, Fermi, e mi fermo qui.
Erano tutti credenti.Alcuni di questi lo erano fervidamente. La domanda è : siamo sicuri, come affermato, che la fede religiosa sia d'ostacolo al progresso, addirittura un male? Cosa sarebbe di noi senza questi nomi?


È una lista un po' troppo eterogenea, ci sono dentro cristiani ma anche persone che credevano semplicemente in una sorta di dio-universo (Einstein per esempio era sospeso tra panteismo e agnosticismo, Vico probabilmente non aderiva a nessuna religione in particolare). Inoltre alcuni di questi signori rientrano sicuramente nella categoria di nomi illuminati, ma francamente fatico a capire come Tommaso d'Aquino o Agostino abbiano portato progresso alla nostra cultura; di fatto la filosofia moderna ha dovuto praticamente ripartire da zero dopo che nel medioevo era stata asservita alla teologia, passando la sua epoca più buia.

Tolte queste eccezioni, sarebbe folle negare che ci siano stati grandi artisti, grandi filosofi e grandi scienziati cristiani. Ciò che è sbagliato nel ragionamento che fai è legare le scelte personali, come la fede religiosa e politica - che a volte vengono scelte razionalmente, ma molto spesso vengono scelte per tradizione, per sentimento personale o per mille altri fattori difficilmente identificabili -, al progresso che i nomi che hai fatto hanno portato all'arte, alla scienza e alla filosofia. Per esempio, Enrico Fermi (che tu hai citato) era un fascista; e fascisti/nazisti erano anche Giovanni Gentile, Martin Heidegger, Carl Schmitt, Ugo Spirito, Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti ecc. Dobbiamo per questo riconoscere nel nazifascismo un bene per la società e un fattore di progresso per la cultura? No, si tratta semplicemente di un grande abbaglio che questi signori hanno avuto; di fatto, le loro opere che hanno contribuito al progresso della società (per alcuni di questi ciò è opinabile) sono state elaborate nonostante la loro fede fascista. Mischiare le due cose è un errore, anche se comprensibile. Capisco che a prima vista potrebbe sembrare che Dante abbia trovato nel cristianesimo l'ispirazione per comporre la sua opera; ma allora si potrebbe dire che Omero e Virgilio abbiano trovato la loro ispirazione nel politeismo greco-romano. E allora chi preferisce l'Odissea alla Divina Commedia dovrebbe convertirsi al paganesimo? Semplicemente Omero e Virgilio si sono adattati alla loro epoca e hanno mescolato elementi della loro religione alla loro opera creativa, così come ha fatto Dante. Non sappiamo cosa avrebbero fatto se si fossero ritrovati in una società irreligiosa; ma è ben lecito pensare che avrebbero potuto comporre opere ancora più meravigliose. La conferma, sia pure indiretta, la potremmo avere solo in futuro. La società è stata religiosa per millenni, mentre l'ateismo di massa è un fenomeno nato l'altro ieri. Se in futuro i più grandi uomini dell'arte e della cultura saranno irreligiosi, la tua tesi (o quella che credo sia la tua tesi) sarà confutata. Per adesso ti posso dire che quelli che considero i più grandi registi nati finora (Bergman, Pasolini e Buñuel) sono tutti atei. Il cinema è nato nel secolo scorso, cioè il secolo in cui è nato anche l'ateismo di massa. E penso che finora la scienza e l'arte non erano mai progredite così tanto velocemente come hanno fatto nel XX secolo (se è lecito parlare di "progresso" nell'arte). Mi sembrano degli indizi molto indicativi.
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Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.
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Messaggioda Ātman » 30/07/2020, 18:07



Robinson ha scritto:Quanto dici mi pare possa condurci ancor più nel profondo. E mi ispira queste domande.
Può dunque la spiritualità riportare vigore e genuinità alla religione?
E soprattutto che rapporto c'è fra fede con spiritualità e fede con religione?


Preferirei che trovassi da solo le risposte che senti più tue. Per quanto mi riguarda non sento la necessità di aggiungere altro.
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Messaggioda Robinson » 30/07/2020, 18:23



Adrien ha scritto:
Robinson ha scritto:Quanto dici mi pare possa condurci ancor più nel profondo. E mi ispira queste domande.
Può dunque la spiritualità riportare vigore e genuinità alla religione?
E soprattutto che rapporto c'è fra fede con spiritualità e fede con religione?


Preferirei che trovassi da solo le risposte che senti più tue. Per quanto mi riguarda non sento la necessità di aggiungere altro.


Ciao Adrian il motivo per cui scrivo in questo forum è proprio cercarle assieme a voi le risposte a questo tema. Se vorrai intervenire di nuovo (fra l'altro vi sono varie cose fra quelle che avevi scritto su cui mi trovo molto d'accordo) sarai il benvenuto. Grazie
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Messaggioda Riccardina » 30/07/2020, 18:56



Perché non a tutti interessa. Come diceva quel tizio in un film che non piace ai globalisti: I don't give a damn.
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Trump blasts moralisti's ass, Prime Severgnini escapes.

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E già che ci sei, fai lo stesso con quello del Bunifas!
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Anche a quello del Bunifas:
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Messaggioda Robinson » 30/07/2020, 23:04



Friedrich grazie della tua approfondita risposta. Ci ho messo un po' a leggerla tutta... Ma è una interessante la tua disamina. Io in effetti non intendevo tanto dire che se due geni della fisica a distanza di secoli come Newton e Heisenberg erano appassionati religiosi allora dobbiamo esserlo tutti noi. Semplicemente averei timore a liquidare la religione come un male, quando grandi pensatori, molto più di me, vi dedicavano non poco del loro pensiero. Dire che se questi personaggi fossero stati atei avrebbero fatto di meglio, beh forse è una confutazione di cui faccio fatica a trovare evidenza attuale. Forse semplicemente non è detto che sia un male o un ostacolo. Forse non si può facilmente chiudere la questione come penso nessun grande studioso abbia mai fatto. O veramente in pochi. Quindi non mi sento di farlo io, perdona il mio poco coraggio. Ma non vorrei viaggiare troppo. Torniamo a noi. Per esempio a Pasolini da te giustamente tirato in causa, potrebbe complicarci ancora di più le cose. Ecco piuttosto che limitarsi a dire che era ateo, sarebbe interessante ragionare su queste sue parole: "...il mio sguardo verso le cose del mondo, verso gli oggetti, è uno sguardo non naturale, non laico. Le vedo sempre come un po’ miracolose, ogni oggetto per me è miracoloso: ho una visione sempre informe, diciamo così, non confessionale, ma in un certo modo religiosa del mondo. Ecco perché investo questo modo di vedere le cose anche nelle mie opere. Per me il Vangelo è una grandissima opera di pensiero che non consola, ma che riempie, che integra, che rigenera, che mette in moto i propri pensieri". Ecco è già un pensiero di un certo peso che va ben oltre il discorso che la fede religiosa sia un bene o sia un male. Forse non è proprio così, nero o bianco?
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