Shinji: concordo col fatto che sia piuttosto semplice incappare in persone che non ci sono congeniali per svariati motivi, che in persone che sono a noi più simili e con le quali avremmo più cose in comune. Ma è il rischio che bisogna correre, no? Altrimenti che gusto ci sarebbe? Io non ho mai pensato di isolarmi completamente dal resto del mondo, anche se spesso, rispetto al prossimo mi sento più come un “alieno”, proprio per il modo in cui sono fatta, in cui ragiono. Tante volte mi son trovata a chiedermi: “Ma possibile che sono l’unica a volere certe cose, a pensare in una certa maniera? Allora sono io la diversa?” E sai cosa mi rispondo? Che mi va bene così! Sono contenta di essere diversa, di credere davvero in determinati principi e valori e di starci anche male. Mi dispiace per gli altri, che vivono in maniera amorfa e che si perdono il meglio (perchè alla fine, anche stare male ti fa sentire vivo, ti fa provare qualcosa per cui vale la pena andare avanti –almeno posso dire di aver provato determinate esperienze nella mia vita, no?- ma forse è solo un mio tentativo di tirarmi su, chissà..). Non vale la pena chiudersi troppo in se stessi. Io mi riprometto sempre di non cascarci, di andarci cauta, ma poi non riesco a mantenermi stabile con ciò che ho deciso. Se vedo che con una persona inizio a starci bene, c’è dialogo profondo ecc, poi mi butto e do tutto quello che ho. Insomma, se credo in qualcuno poi quel qualcuno sa che su di me può fare affidamento. Il guaio arriva quando quella persona mi delude, mi “abbandona” dopo avermi sfruttata: mi ha fato fessa una volta, quella dopo non mi frega più, divento più scostante, inizio a farmi i fatti miei, per vedere se quella è ancora interessata a me o no..
E’ buffo, perché è una cosa che mi sta accadendo proprio negli ultimi giorni. Dopo aver supportato e sopportato una persona ascoltando le sue lamentele e cercando di tirarla su in ogni maniera nell’ultimo anno (e non parlo di problemi seri, parlo di contesti frivoli, di menate che, a dirla tutta, mi hanno pure dato i nervi, perché certe cose a lungo andare mi fanno imbestialire: se io frequento un contesto che vedo che mi porta solo danni prima o poi me ne vado.. secondo la logica. Non sto là a farmi uccidere dagli altri.. giusto?), beh questa persona negli ultimi 10 giorni mi cerca solo se non c’è un’altra (che ha conosciuto grazie a me) con cui a quanto pare non si lagna mai.. Bah.. Le avevo dato pure una seconda chance.. ora son stufa.. sono umana e ho dei limiti anch’io.. me ne duole..
Akorgentil: gli animali sono come degli angeli. Io considero la mia pelosetta come un angelo custode: capisce i miei stati d’animo, asciuga le mie lacrime, assume un atteggiamento diverso dal solito se mi vede stare male (di solito corre per il giardino, si fa i fatti suoi, ha i suoi scavi e i suoi giochi da fare, è piena di gioia e di vitalità, ma se sto male mi sta accanto e diventa la mia ombra). Io la adoro e ringrazierò in eterno chi me l’ha regalata, perché ha portato la luce e la speranza dentro di me. Mi spiace per chi non ci arriva, perché manca di sensibilità.. non sa cosa si perde a non instaurare un rapporto con un animale.
Certo, non dobbiamo dimenticarci dei rapporti umani (anzi, forse il comportamento di un cane ci fa capire anche come dobbiamo comportarci con gli altri. Io lo dico sempre: le persone dovrebbero essere più cani e meno umane).
E’ molto bello quello che dici, dimostri di avere tanta sensibilità, cosa rara al giorno d’oggi. Ti dirò, a me va bene anche la serata in discoteca o il rave party, se accanto a me ci sono persone che mi fanno stare bene, che mi apprezzano per come sono e mi vogliono bene così, e che a mia volta io apprezzo e stimo.
E’ verissimo il fatto che, al giorno d’oggi tutti sono superficiali, non badano a quello che sta dietro. Ma, d’altra parte, l’essenziale è invisibile agli occhi. Bisogna guardare con l’anima per andare oltre, e la gente di solito si ferma a quello che gli salta sotto al naso, traendo spesso anche conclusioni affrettate. Pochi son disposti a mettersi in gioco davvero, la maggior parte si adegua a quello che fa la massa.
Io è una vita che vado contro corrente. Meglio sola contro il mondo, che fingere di essere ciò che non sono solo per fare piacere.. a chi?
K01: anche ciò che dici tu, è vero: aprire la propria anima al diverso, accettare quello che noi non siamo. Alla fine, se vogliamo metterla sul “semplice” è un po’ come il discorso dell’aprirsi ad ascoltare generi musicali nuovi cui non si è abituati. Staccarsi dal nido e buttarsi in qualcosa di diverso. Ti aiuta ad aprire gli orizzonti, ad allargare (come dici tu) anche il modo di pensare, a osservare ciò che ci circonda con occhi diversi, magari mettendoci nei panni di chi ci sta di fronte. E forse aiuta anche a vedere noi stessi in modo differente.. un po’ come se fosse “dal di fuori”. Però il problema è volerlo, è avere il coraggio di fare quel passo. Ne può derivare giovamento, se il confronto avviene in modo costruttivo e sano, e aggiungerei anche reciproco, ma.. c’è il rischio anche che possa tradursi in qualcosa di deleterio, se avviene nel modo sbagliato. Bisogna essere pronti per farlo, credo.. avere un carattere forte, essere sicuri di se stessi, prima di accettare il nuovo.
(scusate ma non ho trovato il multiquote per riportare le vostre frasi.. sono ciecata

)