Cara mamma, ho un problema con il cibo
Inviato: 09/01/2019, 2:06
Cara mamma,scusa.
Scusa, ma sono settimane che non riesco a dormire, mi scervello e nella mia testa si arrovellano mille pensieri. Come puoi immaginare la “dieta” non è andata bene, ho alternato giorni di abbuffate a giorni di digiuno e torno a Roma più piena che mai, tra sensi di colpa e ansia. Non ce la faccio più, questa tensione con il cibo ed il mio corpo mi distrugge. Sento gli sguardi, sento il giudizio, sento che tutti mi preferirebbero se fossi più magra, e mi sento sola. In questi giorni ho pensato molto al fatto che vorrei dimagrire, dimagrire fino a stare male perché a volte sento il bisogno di essere compatita e capita, senza il rimbombo del solito mantra “sii forte, poteva andarti peggio”. Ho provato a parlarntene, ma sei troppo presa dal tuo dolore, e credo che tu sia convinta che il mio sia superficiale. Vorrei tanto riuscire a concentrarmi sui miei veri problemi e smetterla di pensare solo al cibo e a quanto io stessa mi faccia schifo, vorrei piangere per altri motivi piuttosto che perché anche oggi, dopo aver giurato a me stessa di controllarmi, ho mangiato fino a stare male.
Cara mamma,
ogni volta che ti scrivo i miei “pensieri” comincio con delle scuse. Si, scusa, scusa se ti sputo addosso tutto il mio malessere, se ti incolpo per i miei disagi, se ti faccio sentire come se tu dovessi portare il peso del mondo sulle spalle. Non è così. Mi rendo conto che a volte rovino momenti, che sono troppo negativa per sorridere in alcune occasioni, troppo arrabbiata per stare tranquilla nelle giornate in famiglia.
Io non ti so spiegare il motivo, non so neanche se dovrei parlartene, ma non posso tenermi tutto dentro e tu sei l’unica certezza della mia vita. Mi scuso anche per questo.
Quando mi chiedi “che cos’hai?” e non ti rispondo è perché non lo so davvero. So solo che non sto bene, certi giorni, come se sentissi il vuoto nella mia vita, come se mi vedessi sprecata in una realtà che non mi appartiene, in un corpo che non mi piace, con attorno gente che non mi ama o, se ama, ama male, in modo ossessivo ed egoista. Ma so anche che non posso vedere l’amore degli altri se prima non mi amo io. Come si fa ad amarsi? Ci siamo mai amate, io e te? Forse tu hai imparato con gli anni, ma ho la sensazione che tutt’ora stia fingendo di aver trovato la tua pace interiore quando in realtà vorresti urlare che questa vita ti sta stretta.
Mi sento stupida, quando mi affaccio ad osservare le vite dei miei coetanei che, tra gioie e dolori, cercano di accaparrarsi un pezzetto di felicità ed uno spicchio di realtà, che lottano con i loro vent’anni in tasca per costruirsi un futuro. Mentre io mi perdo, mi perdo rincorrendo i miei stupidi problemi che non sono neanche in grado di capire, mi lascio trascinare dalle mie fissazioni, dal cibo, e mi isolo per crogiolarmi nel dispiacere pur di non affrontare le cose.
Cara mamma, cari nonni, care amiche.
Scusate, ma ho un problema con il cibo. So che voi non lo sapete e, forse, non lo saprete mai. So che forse si vede poco, perché il mio lieve sovrappeso per voi è solo poca forza di volontà, bellezza, costituzione. So che forse neanche vi importa perché d’altronde secondo i luoghii comuni esistono solo anoressia e bulimia. In effetti, a chi importa se una ventenne sta male da anni perché mangia troppo, perché si spappola l’organismo alternando abbuffate e digiuni, si imbottisce di lassativi, sta ore appoggiata alla tazza del cesso per vomitare ma non ci riesce, piange e si dispera, vorrebbe farsi del male quando si guarda allo specchio?
L’importante è salvare le apparenze, l’importante è un falso sorriso sulle labbra, ironia pungente, empatia.
Care persone che mi circondano,
Scusate. Mi sento una disadattata. E forse lo sono, inadatta intendo, a vivere questa vita.
Scusa, ma sono settimane che non riesco a dormire, mi scervello e nella mia testa si arrovellano mille pensieri. Come puoi immaginare la “dieta” non è andata bene, ho alternato giorni di abbuffate a giorni di digiuno e torno a Roma più piena che mai, tra sensi di colpa e ansia. Non ce la faccio più, questa tensione con il cibo ed il mio corpo mi distrugge. Sento gli sguardi, sento il giudizio, sento che tutti mi preferirebbero se fossi più magra, e mi sento sola. In questi giorni ho pensato molto al fatto che vorrei dimagrire, dimagrire fino a stare male perché a volte sento il bisogno di essere compatita e capita, senza il rimbombo del solito mantra “sii forte, poteva andarti peggio”. Ho provato a parlarntene, ma sei troppo presa dal tuo dolore, e credo che tu sia convinta che il mio sia superficiale. Vorrei tanto riuscire a concentrarmi sui miei veri problemi e smetterla di pensare solo al cibo e a quanto io stessa mi faccia schifo, vorrei piangere per altri motivi piuttosto che perché anche oggi, dopo aver giurato a me stessa di controllarmi, ho mangiato fino a stare male.
Cara mamma,
ogni volta che ti scrivo i miei “pensieri” comincio con delle scuse. Si, scusa, scusa se ti sputo addosso tutto il mio malessere, se ti incolpo per i miei disagi, se ti faccio sentire come se tu dovessi portare il peso del mondo sulle spalle. Non è così. Mi rendo conto che a volte rovino momenti, che sono troppo negativa per sorridere in alcune occasioni, troppo arrabbiata per stare tranquilla nelle giornate in famiglia.
Io non ti so spiegare il motivo, non so neanche se dovrei parlartene, ma non posso tenermi tutto dentro e tu sei l’unica certezza della mia vita. Mi scuso anche per questo.
Quando mi chiedi “che cos’hai?” e non ti rispondo è perché non lo so davvero. So solo che non sto bene, certi giorni, come se sentissi il vuoto nella mia vita, come se mi vedessi sprecata in una realtà che non mi appartiene, in un corpo che non mi piace, con attorno gente che non mi ama o, se ama, ama male, in modo ossessivo ed egoista. Ma so anche che non posso vedere l’amore degli altri se prima non mi amo io. Come si fa ad amarsi? Ci siamo mai amate, io e te? Forse tu hai imparato con gli anni, ma ho la sensazione che tutt’ora stia fingendo di aver trovato la tua pace interiore quando in realtà vorresti urlare che questa vita ti sta stretta.
Mi sento stupida, quando mi affaccio ad osservare le vite dei miei coetanei che, tra gioie e dolori, cercano di accaparrarsi un pezzetto di felicità ed uno spicchio di realtà, che lottano con i loro vent’anni in tasca per costruirsi un futuro. Mentre io mi perdo, mi perdo rincorrendo i miei stupidi problemi che non sono neanche in grado di capire, mi lascio trascinare dalle mie fissazioni, dal cibo, e mi isolo per crogiolarmi nel dispiacere pur di non affrontare le cose.
Cara mamma, cari nonni, care amiche.
Scusate, ma ho un problema con il cibo. So che voi non lo sapete e, forse, non lo saprete mai. So che forse si vede poco, perché il mio lieve sovrappeso per voi è solo poca forza di volontà, bellezza, costituzione. So che forse neanche vi importa perché d’altronde secondo i luoghii comuni esistono solo anoressia e bulimia. In effetti, a chi importa se una ventenne sta male da anni perché mangia troppo, perché si spappola l’organismo alternando abbuffate e digiuni, si imbottisce di lassativi, sta ore appoggiata alla tazza del cesso per vomitare ma non ci riesce, piange e si dispera, vorrebbe farsi del male quando si guarda allo specchio?
L’importante è salvare le apparenze, l’importante è un falso sorriso sulle labbra, ironia pungente, empatia.
Care persone che mi circondano,
Scusate. Mi sento una disadattata. E forse lo sono, inadatta intendo, a vivere questa vita.