Cosa devo fare?

Parliamo dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), patologie sempre più diffuse nella nostra società. Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN), Disturbi dell'Alimentazione Non Altrimenti Specificati (DA-NAS o EDNOS), Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder, BED), Night Eating Syndrome, Orthorexia Nervosa, Reverse Anorexia.

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Messaggioda Paolo19 » 08/09/2020, 14:41



Ciao, se sono qui è perché ho bisogno di un consiglio da parte vostra, da parte di qualcuno che sa cosa vorrebbe o meno ciò che una persona "ignorante" come me e/o chiunque non viva un dsa facesse dall'altra parte. È da oltre un anno che vivo da persona esterna questo disturbo, in quanto non sono io che ne soffro. Piccoli miglioramenti sono stati fatti, ma la strada è ancora lunga. Il punto è che per me la situazione sta divenendo sempre più frustrante, io persona razionale e premurosa contro un muro di sofferenza ed irrazionalità che qualche volta sembra un sassolino da scavalcare, mentre più spesso appare come una montagna insormontabile. Non saprei da dove iniziare quindi vi chiedo semplicemente cosa posso o devo fare? Chi vive questo disturbo cosa vorrebbe dall'esterno? Mi rimetto a voi, popolo invisibile, anche solo per avere uno spunto di riflessione o un nuovo punto di partenza....grazie
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Paolo19
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Messaggioda Paolo19 » 08/09/2020, 15:13



Paolo19 ha scritto:Ciao, se sono qui è perché ho bisogno di un consiglio da parte vostra, da parte di qualcuno che sa cosa vorrebbe o meno ciò che una persona "ignorante" come me e/o chiunque non viva un dsa facesse dall'altra parte.


DCA* ....perdonatemi
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Messaggioda Adamas » 08/09/2020, 17:22



Ciao Paolo, mi dispiace per la tua situazione. Correggimi se sbaglio, la persona di cui parli ha un disturbo del comportamento alimentare giusto?

Hai fornito pochi dettagli sulla situazione quindi è difficile risponderti nello specifico, comunque...

Spesso e volentieri i disturbi psicologici si sviluppano come risposta patologica ad una situazione della vita percepita come difficile o insostenibile. Una situazione che genera uno stress ed il disturbo psicologico aiuta a contrastarlo. Il problema è che genera altri danni alla persona che ne soffre ed alle persone che le vogliono bene.

Cosa vuole chi ne soffre? La risposta è varia ma in genere vorrebbe o essere lasciato in pace oppure vorrebbe aiuto ma non per il proprio disturbo.

Il problema è che questo genere di disturbi interferiscono con la percezione della realtà ed al contempo sono efficaci nel restituire alla persona una sensazione di controllo sulla propria vita.

Di cosa ha bisogno chi ne soffre? Di qualcuno che gli stia vicino, nel modo giusto che varia a seconda dei casi specifici. Ha bisogno di potersi aprire, di poter parlare e sfogare quel fagotto di emozioni, sentimenti, sofferenza che ha chiuso nella propria anima e che scalcia per uscire fuori.

Ma per aprirsi ci vuole fiducia, bisogna costruire un rapporto di amicizia e comprensione.
chi ne soffre deve fare una delle cose più difficili: prendere delle decisioni e compiere delle azioni che percepisce come pericolose e sbagliate sulla fiducia che invece gli faranno del bene e lo aiuteranno a guarire.

Con il tempo, quando c'è fiducia si può cercare di discutere e di ragionare sull'irrazionalità di certi comportamenti che il disturbo psicologico fa mettere in pratica ma la via principale è "affettiva" prima che "intellettuale".

Cioè l'obbiettivo è arrivare al punto che la persona che soffre si fidi abbastanza da mettere in pratica dei comportamenti sani anziché quelli patologici perché sa che chi glieli propone ha a cuore il suo bene e la aiuterà a gestire lo stress, l'ansia e tutti gli altri sintomi che verranno fuori a causa della progressiva interruzione dei comportamenti patologici.

Successivamente, via via che il disturbo allenta la sua morsa e la persona si rende conto che non stanno succedendo cose terribili anche se ha smesso di assecondare il disturbo, si può dialogare più razionalmente e la persona può rendersi conto di quelle "sovrastrutture psicologiche" che il disturbo aveva creato e che stavano soffocando il suo senso di realtà e tutta la sua vita.

Se invece la persona stessa che ne soffre si rendesse conto che il disturbo la danneggia anziché aiutarla ecco che le cose sarebbero un pochino più facili perché la persona sarebbe più collaborativa sin dall'inizio e si potrebbe maggiormente fare leva sulla sua razionalità.

Quello che ho scritto non è minimamente esaustivo e probabilmente anche poco comprensibile ma spero ti potrà dare degli spunti utili.

Valuta comunque possibilità di rivolgerti ad uno psicoterapeuta che potrebbe darti sostegno nello gestire la situazione ed anche la tua sofferenza e frustrazione che ne derivano. Anche se ci andassi solo tu, se l'altra persona non vuole venire, un terapeuta potrebbe consigliarti meglio vista la sua esperienza e la possibilità di conoscere più approfonditamente la vostra situazione.

In bocca al lupo e continua a chiedere più nello specifico se pensi possa esserti utile.
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Messaggioda Paolo19 » 08/09/2020, 17:55



Grazie Adama, hai ragione non ho dato molti dettagli sulla questione. Comunque sei stata molto comprensibile, il problema è che questo disturbo non è razionale. Il punto quindi è che questa battaglia è un demone irrazionale, più forte della mia razionalità, del mio amore e di quello dei nostri amici, un disturbo che va e viene, un qualcosa di altalenante....io ci sono h 24, sono sempre presente, ma dopo tanto tempo con pochi miglioramenti, con momenti sempre più tristi e la mia grinta che va pian piano scemando, capirai che essere comprensivo e non avere reazioni o ripercussioni come una lastra di ghiaccio è pressocché impossibile.
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Messaggioda Immyguru » 08/09/2020, 19:00



Ciao Paolo19. Una persona che amo è affetta da un disturbo con cui dovrà convivere a vita. Cosa posso fare? Assolutamente niente. Credimi, la mia non è rassegnazione. Ho provato ogni cosa, ogni via, sia sacra che profana. Ma non ha funzionato. E sai perchè? Perchè per quanto io mi possa impegnare, non sono io che sono affetta da quel disturbo. Io non posso capire. Non so cosa pensa, non so cosa prova e perciò non posso pretendere di sapere cosa è meglio per lui. E per quanto ciò mi faccia soffrire, in guerra non ci sono io, c'è chi mi sta accanto. È lui che sta lottando. E io posso solo amarlo, dimostrargli che sarò presente sempre e comunque, anche quando prenderà scelte irrazionali, anche quando vorrei solo fuggire da questa situazione così assurda da non sembrare reale. Quello che possiamo fare è accettare il fatto che le persone a volte non vogliono o non possono guarire, o non possono farlo come vorremmo noi, e imparare a conviverci così per come sono.
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Messaggioda Adamas » 08/09/2020, 20:31



Paolo19 ha scritto:Grazie Adama, hai ragione non ho dato molti dettagli sulla questione. Comunque sei stata molto comprensibile, il problema è che questo disturbo non è razionale. Il punto quindi è che questa battaglia è un demone irrazionale, più forte della mia razionalità, del mio amore e di quello dei nostri amici, un disturbo che va e viene, un qualcosa di altalenante....io ci sono h 24, sono sempre presente, ma dopo tanto tempo con pochi miglioramenti, con momenti sempre più tristi e la mia grinta che va pian piano scemando, capirai che essere comprensivo e non avere reazioni o ripercussioni come una lastra di ghiaccio è pressocché impossibile.



Prego :)

Capisco bene la tua difficoltà, io stesso ho esperienza di assistenza a persone che hanno disturbi psicologici e può essere molto debilitante per chi cerca di aiutare. Ed al contempo ho esperienza di cosa significa stare dall'altra parte e provare imperiosi impulsi (scusa il bisticcio di parole) che ti portano a compiere azioni apparentemente poco sensate. Anche se ti rendi perfettamente conto che dovresti smettere quell'impulso è così forte che non riesci a resistergli. Ma non era una battaglia impossibile da vincere, rendersi conto di questo è stato il primo passo. Smettere progressivamente di assecondare il disturbo è stato il secondo.

Non è necessario che tu sia una lastra di ghiaccio, anzi usare le tue emozioni anche negative nel modo giusto potrebbe essere d'aiuto. La cosa importante è farlo sempre in modo propositivo e costruttivo, non distruttivo. Deve sempre essere chiaro che non vuoi offendere o far del male ma al contrario che soffri e vuoi che lei stia bene. Un'esortazione fatta con voce alta ed accorata certe volte può essere più efficace di una fatta con un tono calmo ed indifferente. Se non si riesce a domare un disturbo usando la ragione e la razionalità può essere possibile usando l'intelligenza emozionale ed il legame affettivo/di fiducia. Anche in questo caso comunque ogni situazione è differente, per questo ti consigliavo di parlare con un terapeuta, anche per conto tuo per consigliarti una linea d'azione efficace.

E non dimenticare di trovare del tempo per te. Altrimenti potresti esplodere. Trovare del tempo per staccare la spina e rilassarsi aiuta anche ad essere più in grado di aiutare quando si è presenti.
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Messaggioda Adamas » 08/09/2020, 23:50



Immyguru ha scritto:Ciao Paolo19. Una persona che amo è affetta da un disturbo con cui dovrà convivere a vita. Cosa posso fare? Assolutamente niente. Credimi, la mia non è rassegnazione. Ho provato ogni cosa, ogni via, sia sacra che profana. Ma non ha funzionato. E sai perchè? Perchè per quanto io mi possa impegnare, non sono io che sono affetta da quel disturbo. Io non posso capire. Non so cosa pensa, non so cosa prova e perciò non posso pretendere di sapere cosa è meglio per lui. E per quanto ciò mi faccia soffrire, in guerra non ci sono io, c'è chi mi sta accanto. È lui che sta lottando. E io posso solo amarlo, dimostrargli che sarò presente sempre e comunque, anche quando prenderà scelte irrazionali, anche quando vorrei solo fuggire da questa situazione così assurda da non sembrare reale. Quello che possiamo fare è accettare il fatto che le persone a volte non vogliono o non possono guarire, o non possono farlo come vorremmo noi, e imparare a conviverci così per come sono.


Ciao Immyguru, mi spiace sentire che anche tu vivi una situazione di questo tipo. Certamente alla base di una guarigione c'è la volontà di guarire del diretto interessato. Ogni strategia che sia sul piano intellettuale, affettivo, emozionale e compagnia bella punta a stimolare la volontà del soggetto con il disturbo. Finché la persona non si rende conto del proprio disturbo, decide di voler guarire ed accetta che sia una cosa possibile è molto difficile che ci siano miglioramenti sostanziali. Poi ovviamente è vero che uno può anche non voler guarire ed avere un disturbo abbastanza lieve da poter vivere una vita lunga seppure resa più difficile da quel disturbo. E se proprio non vuole guarire o non vuole credere che sia possibile non puoi certo obbligarlo. Ogni persona è unica, ogni situazione è un caso a sé e certe volte possiamo solo stare accanto a chi vogliamo bene e dargli affetto, se proprio non vuole aiuto. Ma è davvero una tortura.
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Messaggioda Paolo19 » 09/09/2020, 11:40



Immyguru ha scritto:Ciao Paolo19. Una persona che amo è affetta da un disturbo con cui dovrà convivere a vita. Cosa posso fare? Assolutamente niente. Credimi, la mia non è rassegnazione. Ho provato ogni cosa, ogni via, sia sacra che profana. Ma non ha funzionato. E sai perchè? Perchè per quanto io mi possa impegnare, non sono io che sono affetta da quel disturbo. Io non posso capire. Non so cosa pensa, non so cosa prova e perciò non posso pretendere di sapere cosa è meglio per lui. E per quanto ciò mi faccia soffrire, in guerra non ci sono io, c'è chi mi sta accanto. È lui che sta lottando. E io posso solo amarlo, dimostrargli che sarò presente sempre e comunque, anche quando prenderà scelte irrazionali, anche quando vorrei solo fuggire da questa situazione così assurda da non sembrare reale. Quello che possiamo fare è accettare il fatto che le persone a volte non vogliono o non possono guarire, o non possono farlo come vorremmo noi, e imparare a conviverci così per come sono.


Ciao e grazie per la risposta innanzitutto. Non voglio apparire come un cinico egoista, ma credo che un individuo dovrebbe valutare una serie di cose. Per esempio, il tipo di legami che si ha con questa persona (parente, fidanzat*, amic*) perché è una variabile molto importante. Giungere ad un compromesso ed accettare il malessere "cronico" altrui cercando di conviverci è molto nobile, ma se il problema di un altro individuo influenza anche la mia esistenza nonostante io le abbia provate tutte e continuo ad essere sempre presente, ecco questo non è giusto ed è abbastanza masochista. Il sentimento verso l'altr* non è tutto, ci vuole anche un minimo di amor proprio e farsi trascinare giù quando tu il tuo equilibrio ce l'avresti, non credo sia giusto...sarà egoista come pensiero, non lo so, ma non capisco perché dovrebbero star male due persone anziché una (e questo io lo dico avendo vissuto, seppur con problematiche diverse, dall'altra parte della barricata...amore significa anche lasciar andare una persona che non riusciamo a rendere felici)...spero di aver scritto tutto
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Messaggioda Paolo19 » 09/09/2020, 12:12



Adamas ha scritto:
Paolo19 ha scritto:Grazie Adama, hai ragione non ho dato molti dettagli sulla questione. Comunque sei stata molto comprensibile, il problema è che questo disturbo non è razionale. Il punto quindi è che questa battaglia è un demone irrazionale, più forte della mia razionalità, del mio amore e di quello dei nostri amici, un disturbo che va e viene, un qualcosa di altalenante....io ci sono h 24, sono sempre presente, ma dopo tanto tempo con pochi miglioramenti, con momenti sempre più tristi e la mia grinta che va pian piano scemando, capirai che essere comprensivo e non avere reazioni o ripercussioni come una lastra di ghiaccio è pressocché impossibile.




Capisco bene la tua difficoltà, io stesso ho esperienza di assistenza a persone che hanno disturbi psicologici e può essere molto debilitante per chi cerca di aiutare. Ed al contempo ho esperienza di cosa significa stare dall'altra parte e provare imperiosi impulsi (scusa il bisticcio di parole) che ti portano a compiere azioni apparentemente poco sensate. Anche se ti rendi perfettamente conto che dovresti smettere quell'impulso è così forte che non riesci a resistergli. Ma non era una battaglia impossibile da vincere, rendersi conto di questo è stato il primo passo. Smettere progressivamente di assecondare il disturbo è stato il secondo.

Non è necessario che tu sia una lastra di ghiaccio, anzi usare le tue emozioni anche negative nel modo giusto potrebbe essere d'aiuto. La cosa importante è farlo sempre in modo propositivo e costruttivo, non distruttivo. Deve sempre essere chiaro che non vuoi offendere o far del male ma al contrario che soffri e vuoi che lei stia bene. Un'esortazione fatta con voce alta ed accorata certe volte può essere più efficace di una fatta con un tono calmo ed indifferente. Se non si riesce a domare un disturbo usando la ragione e la razionalità può essere possibile usando l'intelligenza emozionale ed il legame affettivo/di fiducia. Anche in questo caso comunque ogni situazione è differente, per questo ti consigliavo di parlare con un terapeuta, anche per conto tuo per consigliarti una linea d'azione efficace.

E non dimenticare di trovare del tempo per te. Altrimenti potresti esplodere. Trovare del tempo per staccare la spina e rilassarsi aiuta anche ad essere più in grado di aiutare quando si è presenti.


Grazie per il tuo tempo, ovviamente sono d'accordo con ciò che scrivi, ma comprenderai che la teoria e la pratica sono due mondi molto diversi. Io ho provato tutto ciò che hai scritto, magari in quest'ultimo periodo la mia pazienza è venuta meno, ma credo che sia fuori da ogni discussione che il voglia il meglio e mi auguro il meglio, altrimenti dopo tutto questo tempo credo che sarei già scomparso. I miglioramenti sono altalenanti, a volte bene, spesso male, insomma è una sorta di curva che va su e giù. Il problema è che mentre prima ero quello che cercava di tenere questa curva il più in alto possibile, ora questa onda sembra quasi mi abbia travolto ed influenzato al punto tale che, tra frustrazione nel non vedere grossi miglioramenti e le situazioni che hanno destabilizzato non solo me ma tutto il Paese, anch'io ora come ora sembro andare su e giù.
In questo spazio posso dirlo....sono abbastanza esausto
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Paolo19
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Messaggioda Adamas » 09/09/2020, 15:41



Solo tu Paolo puoi sapere se è arrivato il momento di "arrenderti". Quello che posso dirti su questo fronte è che è meglio farsi da parte se si è arrivati al limite e non c'è la si fa' più invece che continuare ma facendo involontariamente del male a se stessi ed all'altra persona perché non si è più in grado di tollerare la situazione ed aiutarla. In quel caso non è egoismo ma buonsenso. Può anche essere una pausa temporanea per chiarirsi le idee, non deve per forza essere subito un addio definitivo.

Ripeto sono cose personali e quindi non mi sento di consigliarti una cosa o l'altra. Io per esempio mi sono sempre detto che se un giorno arrivassi al limite me ne andrei via piuttosto che finire con l'usare maniere drastiche e prive di empatia. Anche se la persona che assisto non so se mi userebbe la stessa cortesia.

Condivido moltissimo la frase che hai scritto che se si Ama una persona bisogna anche saper lasciarla andare. Come si diceva? "Se ami qualcuno lascialo libero, se ti ama a sua volta tornerà da te"
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