
Volevo domandarvi se anche voi, attualmente o in passato, abbiate mai avuto problemi prolungati e pervasivi nel vostro rapporto col il cibo.
Vi faccio l'esempio del mio "vecchio me" quando, molti anni or sono, assumevo una condotta di amore/odio nei riguardi della tavola.
Ho vissuto un periodo di anoressia nervosa in prima adolescenza perché volevo, cosa sbrogliata negli anni con i miei terapeuti, inconsciamente diventare invisibile e non essere mai più vittima di abusi. Ho sempre mangiato in modo attento e curato, "ortoressico" si direbbe oggi. Quando però subentrò la distimia in prima età adulta, questa cosa si accentuò ulteriormente, perché per me rifiutare il cibo era diventato un modo rapido per sparire, avvicinarmi alla morte.
Nel momento in cui, nel corso del tempo, per tante situazioni interne ed esterne mi scoppiò l'episodio depressivo maggiore conclamato, ricordo che nella prima fase di malattia la mia "curva grafica" si ribaltò: passavo tutta la mia giornata a letto in ipersonnia, dormendo pure fino a 17 ore (non è uno scherzo - mi diedero per morto quando, una sera, andai a dormire a mezzanotte e mi svegliai alle 17 del giorno dopo) ma, quando mi svegliavo dal letargo catalettico, mi alzavo esclusivamente per mangiare l'intero frigorifero e la dispensa tutta, in uno stato rabbioso e semi-confusionale, al punto da sfiorare la sindrome di Kleine-Levin.
Ma vi dico: inglobavo qualsiasi cosa, al limite dell'edule. Fagocitavo vaschette di gelato, pizze surgelate intere, patatine fritte, popcorn, kg di pasta, dolci di ogni tipo spalmandoci sopra il ketchup, salatini bagnati nella coca-cola o nel latte, carrarmati, t-rex, stegosauri e capodogli. Forse anche pianeti e galassie intere, se fosse stato possibile.
Sono passati anni da quel periodo devastante, cui seguì una breve ma intensa fase di insonnia e anoressia totali che mi portarono a essere ricoverato, anche perché tentai "gesti inconsulti" sui quali, ora, non vorrei sbilanciarmi. Oggi sto bene, ho un rapporto sano con il cibo, equilibrato, grazie a dovute cure seguite.
La mia domanda è: com'è il vostro rapporto col cibo? Com'è stato? Come vi sentite, oggi?
Un abbraccio a tutti coloro che hanno esperito su propria pelle questi drammi, di difficile comprensione al mondo esterno.
Grazie anche solo a chi avrà letto perché l'offrire testimonianze, in cui anche soltanto rispecchiarsi o ritrovare un barlume di speranza, penso sia una cosa che dovremmo fare più spesso possibile. Trasformiamo il nostro dolore di anni in qualcosa di prezioso per chi cerca una luce nel buio!