Avete mai sentito parlare di DCA?

Disturbi del comportamento alimentare

Parliamo dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), patologie sempre più diffuse nella nostra società. Anoressia Nervosa (AN), Bulimia Nervosa (BN), Disturbi dell'Alimentazione Non Altrimenti Specificati (DA-NAS o EDNOS), Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder, BED), Night Eating Syndrome, Orthorexia Nervosa, Reverse Anorexia.

Avete mai sentito parlare di DCA?

Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 15:32



Buona domenica e ben ritrovati, amici di penna virtuale! :hi:

Volevo domandarvi se anche voi, attualmente o in passato, abbiate mai avuto problemi prolungati e pervasivi nel vostro rapporto col il cibo.

Vi faccio l'esempio del mio "vecchio me" quando, molti anni or sono, assumevo una condotta di amore/odio nei riguardi della tavola.

Ho vissuto un periodo di anoressia nervosa in prima adolescenza perché volevo, cosa sbrogliata negli anni con i miei terapeuti, inconsciamente diventare invisibile e non essere mai più vittima di abusi. Ho sempre mangiato in modo attento e curato, "ortoressico" si direbbe oggi. Quando però subentrò la distimia in prima età adulta, questa cosa si accentuò ulteriormente, perché per me rifiutare il cibo era diventato un modo rapido per sparire, avvicinarmi alla morte.

Nel momento in cui, nel corso del tempo, per tante situazioni interne ed esterne mi scoppiò l'episodio depressivo maggiore conclamato, ricordo che nella prima fase di malattia la mia "curva grafica" si ribaltò: passavo tutta la mia giornata a letto in ipersonnia, dormendo pure fino a 17 ore (non è uno scherzo - mi diedero per morto quando, una sera, andai a dormire a mezzanotte e mi svegliai alle 17 del giorno dopo) ma, quando mi svegliavo dal letargo catalettico, mi alzavo esclusivamente per mangiare l'intero frigorifero e la dispensa tutta, in uno stato rabbioso e semi-confusionale, al punto da sfiorare la sindrome di Kleine-Levin.

Ma vi dico: inglobavo qualsiasi cosa, al limite dell'edule. Fagocitavo vaschette di gelato, pizze surgelate intere, patatine fritte, popcorn, kg di pasta, dolci di ogni tipo spalmandoci sopra il ketchup, salatini bagnati nella coca-cola o nel latte, carrarmati, t-rex, stegosauri e capodogli. Forse anche pianeti e galassie intere, se fosse stato possibile.

Sono passati anni da quel periodo devastante, cui seguì una breve ma intensa fase di insonnia e anoressia totali che mi portarono a essere ricoverato, anche perché tentai "gesti inconsulti" sui quali, ora, non vorrei sbilanciarmi. Oggi sto bene, ho un rapporto sano con il cibo, equilibrato, grazie a dovute cure seguite.

La mia domanda è: com'è il vostro rapporto col cibo? Com'è stato? Come vi sentite, oggi?

Un abbraccio a tutti coloro che hanno esperito su propria pelle questi drammi, di difficile comprensione al mondo esterno.

Grazie anche solo a chi avrà letto perché l'offrire testimonianze, in cui anche soltanto rispecchiarsi o ritrovare un barlume di speranza, penso sia una cosa che dovremmo fare più spesso possibile. Trasformiamo il nostro dolore di anni in qualcosa di prezioso per chi cerca una luce nel buio!
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Messaggioda White Rabbit » 15/05/2022, 17:00



Non ho nessun problema col cibo. Uno dei pochi settori della mia vita in cui non problemi.

(sì, ho sentito parlare dei DCA e so cosa sono)
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Cerco un varco tra i miei pensieri chiusi
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Messaggioda Liya15 » 15/05/2022, 17:14



Ciao, beh l'unico problema che ho con il cibo è che spesso fatico a digerirlo ma a parte questo non ho altri problemi e ne so poco però anch'io ho sentito parlare dei DCA
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Liya15
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Avete mai sentito parlare di DCA?

Messaggioda occhigrandi » 15/05/2022, 17:59



Ne ho sentito parlare e avevo anche in parte studiati i DCA.
Devo dire che fortunatamente non ne ho mai sofferto ma sono disturbi molto delicati, che è certo rispecchiano poi quello che è il nostro mondo interiore altrettanto delicato e fragile. Uscirne è durissima, e le persone che ci riescono hanno tutta la mia stima.

Ciò detto, in forti periodi di ansia o depressione, tendevo (in parte anche ora quando capita ma in modo meno incisivo) a mangiare di meno e dimagrire molto, ma per il puro fatto che non avevo fame, avevo lo stomaco chiuso, oppure mangiavo ma l'energia impiegata nel rimuginare i pensieri o provare paura che qualcosa di brutto potesse capitarmi mi prosciugava a livello fisico.
Ad oggi, quando capisco che sto per oltrepassare la soglia dello stress massimo, che nel mio corpo si trasforma in insonna, tachicardia, ecc. inizio a mangiare di più, perché so già che probabilmente dimagrirò ed essendo magra di costituzione non posso permettermi di perdere chili.

Ora mi taccio, perché la mia testimonianza non è di DCA e mi piacerebbe invece leggere di persone che hanno vinto la guerra o stanno ancora lottando :hi:
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Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 19:12



Ringrazio di cuore tutti voi per aver scritto qualcosa delle vostre situazioni, è sempre un dono personale e unico, al di là dell'aver vissuto poi o meno su propria pelle certe esperienze o disagi.

Grazie davvero, vi ho letti con piacere! <3
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Messaggioda VeraVita » 16/05/2022, 9:05



Broken Mirror ha scritto:Buona domenica e ben ritrovati, amici di penna virtuale! :hi:

Volevo domandarvi se anche voi, attualmente o in passato, abbiate mai avuto problemi prolungati e pervasivi nel vostro rapporto col il cibo.

Vi faccio l'esempio del mio "vecchio me" quando, molti anni or sono, assumevo una condotta di amore/odio nei riguardi della tavola.

Ho vissuto un periodo di anoressia nervosa in prima adolescenza perché volevo, cosa sbrogliata negli anni con i miei terapeuti, inconsciamente diventare invisibile e non essere mai più vittima di abusi. Ho sempre mangiato in modo attento e curato, "ortoressico" si direbbe oggi. Quando però subentrò la distimia in prima età adulta, questa cosa si accentuò ulteriormente, perché per me rifiutare il cibo era diventato un modo rapido per sparire, avvicinarmi alla morte.

Nel momento in cui, nel corso del tempo, per tante situazioni interne ed esterne mi scoppiò l'episodio depressivo maggiore conclamato, ricordo che nella prima fase di malattia la mia "curva grafica" si ribaltò: passavo tutta la mia giornata a letto in ipersonnia, dormendo pure fino a 17 ore (non è uno scherzo - mi diedero per morto quando, una sera, andai a dormire a mezzanotte e mi svegliai alle 17 del giorno dopo) ma, quando mi svegliavo dal letargo catalettico, mi alzavo esclusivamente per mangiare l'intero frigorifero e la dispensa tutta, in uno stato rabbioso e semi-confusionale, al punto da sfiorare la sindrome di Kleine-Levin.

Ma vi dico: inglobavo qualsiasi cosa, al limite dell'edule. Fagocitavo vaschette di gelato, pizze surgelate intere, patatine fritte, popcorn, kg di pasta, dolci di ogni tipo spalmandoci sopra il ketchup, salatini bagnati nella coca-cola o nel latte, carrarmati, t-rex, stegosauri e capodogli. Forse anche pianeti e galassie intere, se fosse stato possibile.

Sono passati anni da quel periodo devastante, cui seguì una breve ma intensa fase di insonnia e anoressia totali che mi portarono a essere ricoverato, anche perché tentai "gesti inconsulti" sui quali, ora, non vorrei sbilanciarmi. Oggi sto bene, ho un rapporto sano con il cibo, equilibrato, grazie a dovute cure seguite.

La mia domanda è: com'è il vostro rapporto col cibo? Com'è stato? Come vi sentite, oggi?

Un abbraccio a tutti coloro che hanno esperito su propria pelle questi drammi, di difficile comprensione al mondo esterno.

Grazie anche solo a chi avrà letto perché l'offrire testimonianze, in cui anche soltanto rispecchiarsi o ritrovare un barlume di speranza, penso sia una cosa che dovremmo fare più spesso possibile. Trasformiamo il nostro dolore di anni in qualcosa di prezioso per chi cerca una luce nel buio!


Personalmente, no. Ho avuto sempre un rapporto diverso, con il cibo. Ho sempre molto amato mangiare e anche se non sono magrissima, mi sento di dire che sono normale di corporatura.
Adesso, da adulta, però mi controllo. A volte, pratico anche il digiuno. Ho anche fatto il digiuno senza bere acqua. Ma non per lunghi giorni. Il mio massimo è stato di quasi 6 giorni.
Vorrei, provare a sperimentare un'intera settimana di digiuno.
Lo faccio più per una questione di salute che altro.
Ho trovato molte cose benefiche nel digiuno. E, pensare che un tempo, ero convinta che non mangiare facesse malissimo. Ora, sono del parere che meno si mangia e meglio è per la propria salute. Certo, se si hanno però dei pensieri negativi, e lo si fa per motivi deleteri, allora, si, digiunare può anche far molto male. Nelle cose, bisogna usare la testa.
Ad ogni modo, no, non ho mai avuto problemi con il cibo. Ho sempre avuto il problema contrario: mangiare troppo. Forse, perché nella mia vita non ho mai bevuto, fumato, drogata e altro ancora e mi sono spesso tuffata sul cibo, che mi dava un po' di piacere ;)
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Messaggioda Massimiliano89 » 16/05/2022, 11:50



Ti rispondo molto volentieri: non ho mai avuto gravi disturbi di alimentazione, ma il mio rapporto con il cibo è un po' confuso. Spesso ho degli attacchi di fame, anche se non faccio fuori l'intero frigorifero, comunque mi faccio amico qualche biscotto di troppo.

C'è stato un periodo (una decina di anni fa) in cui mi bevevo due o tre birre al dì. Non posso definirmi un ex alcolizzato, ma era una specie di dipendenza.

Mi fa immensamente piacere che tu ne sia uscito
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Messaggioda Eliminato » 16/05/2022, 17:35



VeraVita ha scritto:
Broken Mirror ha scritto:Buona domenica e ben ritrovati, amici di penna virtuale! :hi:

Volevo domandarvi se anche voi, attualmente o in passato, abbiate mai avuto problemi prolungati e pervasivi nel vostro rapporto col il cibo.

Vi faccio l'esempio del mio "vecchio me" quando, molti anni or sono, assumevo una condotta di amore/odio nei riguardi della tavola.

Ho vissuto un periodo di anoressia nervosa in prima adolescenza perché volevo, cosa sbrogliata negli anni con i miei terapeuti, inconsciamente diventare invisibile e non essere mai più vittima di abusi. Ho sempre mangiato in modo attento e curato, "ortoressico" si direbbe oggi. Quando però subentrò la distimia in prima età adulta, questa cosa si accentuò ulteriormente, perché per me rifiutare il cibo era diventato un modo rapido per sparire, avvicinarmi alla morte.

Nel momento in cui, nel corso del tempo, per tante situazioni interne ed esterne mi scoppiò l'episodio depressivo maggiore conclamato, ricordo che nella prima fase di malattia la mia "curva grafica" si ribaltò: passavo tutta la mia giornata a letto in ipersonnia, dormendo pure fino a 17 ore (non è uno scherzo - mi diedero per morto quando, una sera, andai a dormire a mezzanotte e mi svegliai alle 17 del giorno dopo) ma, quando mi svegliavo dal letargo catalettico, mi alzavo esclusivamente per mangiare l'intero frigorifero e la dispensa tutta, in uno stato rabbioso e semi-confusionale, al punto da sfiorare la sindrome di Kleine-Levin.

Ma vi dico: inglobavo qualsiasi cosa, al limite dell'edule. Fagocitavo vaschette di gelato, pizze surgelate intere, patatine fritte, popcorn, kg di pasta, dolci di ogni tipo spalmandoci sopra il ketchup, salatini bagnati nella coca-cola o nel latte, carrarmati, t-rex, stegosauri e capodogli. Forse anche pianeti e galassie intere, se fosse stato possibile.

Sono passati anni da quel periodo devastante, cui seguì una breve ma intensa fase di insonnia e anoressia totali che mi portarono a essere ricoverato, anche perché tentai "gesti inconsulti" sui quali, ora, non vorrei sbilanciarmi. Oggi sto bene, ho un rapporto sano con il cibo, equilibrato, grazie a dovute cure seguite.

La mia domanda è: com'è il vostro rapporto col cibo? Com'è stato? Come vi sentite, oggi?

Un abbraccio a tutti coloro che hanno esperito su propria pelle questi drammi, di difficile comprensione al mondo esterno.

Grazie anche solo a chi avrà letto perché l'offrire testimonianze, in cui anche soltanto rispecchiarsi o ritrovare un barlume di speranza, penso sia una cosa che dovremmo fare più spesso possibile. Trasformiamo il nostro dolore di anni in qualcosa di prezioso per chi cerca una luce nel buio!


Personalmente, no. Ho avuto sempre un rapporto diverso, con il cibo. Ho sempre molto amato mangiare e anche se non sono magrissima, mi sento di dire che sono normale di corporatura.
Adesso, da adulta, però mi controllo. A volte, pratico anche il digiuno. Ho anche fatto il digiuno senza bere acqua. Ma non per lunghi giorni. Il mio massimo è stato di quasi 6 giorni.
Vorrei, provare a sperimentare un'intera settimana di digiuno.
Lo faccio più per una questione di salute che altro.
Ho trovato molte cose benefiche nel digiuno. E, pensare che un tempo, ero convinta che non mangiare facesse malissimo. Ora, sono del parere che meno si mangia e meglio è per la propria salute. Certo, se si hanno però dei pensieri negativi, e lo si fa per motivi deleteri, allora, si, digiunare può anche far molto male. Nelle cose, bisogna usare la testa.
Ad ogni modo, no, non ho mai avuto problemi con il cibo. Ho sempre avuto il problema contrario: mangiare troppo. Forse, perché nella mia vita non ho mai bevuto, fumato, drogata e altro ancora e mi sono spesso tuffata sul cibo, che mi dava un po' di piacere ;)


Comprendo molto bene il discorso che hai fatto sul "mangiare troppo", grazie per esserti aperta qui. ^_^

Quanto al digiuno, io mi trovo benissimo da quando ho scoperto quello intermittente: mi sento in forma, peso corporeo ottimale, analisi del sangue impeccabili! Due giorni alla settimana: digiuno senza toccare cibo (solo acqua e liquidi senza zucchero) per sedici ore di seguito, dalle 15 del pomeriggio alle 7 dell'indomani. Mi piace molto il tuo commento, grazie per aver citato il digiuno sano, quello fatto con l'aiuto anche di dietologi e nutrizionisti intendo, quello per depurarsi e aiutare il proprio corpo, non con finalità patologiche dunque. :turned:
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Messaggioda Eliminato » 16/05/2022, 17:42



Massimiliano89 ha scritto:Ti rispondo molto volentieri: non ho mai avuto gravi disturbi di alimentazione, ma il mio rapporto con il cibo è un po' confuso. Spesso ho degli attacchi di fame, anche se non faccio fuori l'intero frigorifero, comunque mi faccio amico qualche biscotto di troppo.

C'è stato un periodo (una decina di anni fa) in cui mi bevevo due o tre birre al dì. Non posso definirmi un ex alcolizzato, ma era una specie di dipendenza.

Mi fa immensamente piacere che tu ne sia uscito


Grazie di cuore, Massimiliano! Ecci, hai citato l'alcol, avrei voluto parlarne proprio in prima persona in questo thread perché, come hai colto giustamente, le due cose sono mooolto interconnesse tra loro. Alimentazione e alcolici, intendo, in quanto surrogato di sfogo, emozioni e persino sessualità represse a lungo. Ognuno, poi, vive in maniera personalissima tali dipendenze. Io lo facevo perché profondamente insoddisfatto della mia vita passata, per colmare anche il vuoto esistenziale o, talvolta, per indurmi un momento di "up", dunque euforia ipomaniacale. Altre, per placare viceversa emozioni forti come la tensione, la paura, l'angoscia, i pensieri intrusivi e addirittura la fobia sociale (non fatelo - tunnel rischiosissimo). Comunque anche io, anni addietro, ebbi un periodo di forte difficoltà con gli alcolici. Il sabato sera, per me, era diventato un rituale pericoloso infatti: rifiutavo rigorosamente ogni uscita e invito, pur di bere da solo chiuso in casa. Volavano via 3-4 birre come minimo, altre volte mi scolavo una intera bottiglia di vino. Insomma, comprendo il discorso e ti ringrazio per averne parlato! Sì, parliamone di queste situazioni: sono più comuni di quanto crediamo e, chi ci legge, trova forza e speranza, ma anche soltanto la percezione di non essere sola/o.
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Messaggioda Massimiliano89 » 16/05/2022, 20:28



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Massimiliano89 ha scritto:Ti rispondo molto volentieri: non ho mai avuto gravi disturbi di alimentazione, ma il mio rapporto con il cibo è un po' confuso. Spesso ho degli attacchi di fame, anche se non faccio fuori l'intero frigorifero, comunque mi faccio amico qualche biscotto di troppo.

C'è stato un periodo (una decina di anni fa) in cui mi bevevo due o tre birre al dì. Non posso definirmi un ex alcolizzato, ma era una specie di dipendenza.

Mi fa immensamente piacere che tu ne sia uscito


Grazie di cuore, Massimiliano! Ecci, hai citato l'alcol, avrei voluto parlarne proprio in prima persona in questo thread perché, come hai colto giustamente, le due cose sono mooolto interconnesse tra loro. Alimentazione e alcolici, intendo, in quanto surrogato di sfogo, emozioni e persino sessualità represse a lungo. Ognuno, poi, vive in maniera personalissima tali dipendenze. Io lo facevo perché profondamente insoddisfatto della mia vita passata, per colmare anche il vuoto esistenziale o, talvolta, per indurmi un momento di "up", dunque euforia ipomaniacale. Altre, per placare viceversa emozioni forti come la tensione, la paura, l'angoscia, i pensieri intrusivi e addirittura la fobia sociale (non fatelo - tunnel rischiosissimo). Comunque anche io, anni addietro, ebbi un periodo di forte difficoltà con gli alcolici. Il sabato sera, per me, era diventato un rituale pericoloso infatti: rifiutavo rigorosamente ogni uscita e invito, pur di bere da solo chiuso in casa. Volavano via 3-4 birre come minimo, altre volte mi scolavo una intera bottiglia di vino. Insomma, comprendo il discorso e ti ringrazio per averne parlato! Sì, parliamone di queste situazioni: sono più comuni di quanto crediamo e, chi ci legge, trova forza e speranza, ma anche soltanto la percezione di non essere sola/o.


Hai detto una cosa molto importante: bisogna parlarne in modo che chi legga, sappia di non essere solo/a.
Se vuoi, ne parleremo anche di persona quando ci sarà il raduno in Toscana (almeno spero si riesca ad organizzare).
Ma attualmente cosa fai nella vita? Riesci a lavorare e a relazionarti con gli altri?
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Massimiliano89
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