salve a tutti, ho trovato il forum un po per caso, arrovellandomi come sempre il cervello in cerca di spiegazioni, soluzioni e "perchè", ma oramai mi rendo conto che le risposte non arrivano, e un po controvoglia ho deciso di buttare fuori,forse nel modo più sbagliato ma purtroppo non riesco mai a parlare di me con le persone vicine , è un mio limite estremo , posso dire d'avere relazioni con persone per cui nutro grande stima e delle quali accolgo continuamente le loro storie, abbraccio i loro dispiaceri e do consigli per quanto mi è possibile , ma loro conoscono il 40% di me.
vengo da un percorso molto travagliato, da piccola improvvisamente mi son trasformata da bambina allegra e spensierata ad una bambina perennemente arrabbiata, nervosa e in astio con il resto del mondo , perché con l'inizio delle elementari iniziarono le prime difficoltà, ero discostante non riuscivo a concentrarmi e seppur ci mettevo l'anima non arrivavo mai dove gli altri erano e mi sentivo piccola e diversa da ciò che mi circondava e me lo stavano a ripetere anche gli altri, mi dicevano che ero sempre strana ,stralunata e spesso mi si ingarbugliava la lingua in una serie di sillabe sconnesse incomprensibili , che mi facevano sembrare stupida e anche loro non provavano più piacere a starsene con me
la mia infanzia è trascorsa tra violente crisi di pianto, tra gli animi dei miei che non facevano altro di rimproverarmi della mia disco stanza e del fatto che gli altri arrivassero sempre 10 passi avanti a me , e crebbe in me un 'insicurezza abissale , incatenata di cui non sapevo liberarmene .
la matematica soprattutto, era il mio scoglio, ricordo che il mio primo compito in bianco lo consegnai a 10 anni , e presi due belle ramanzine sia dalla maestra che da mia madre in seguito, mio padre si limito unicamente ad ignorare il fatto, mio padre ha sempre ignorato ciò che mi riguardasse manifestandosi con me unicamente quando c'era da prendere appunto su la vasta gamma di cose che non sapevo fare , secondo il suo criterio .
alle superiori , ho vissuto una condizione di totale isolamento, le mie compagne di classe mi prendevano in giro ma non nel mondo che più mi sarebbe parso consono , ma violentandomi con una serie di maliziosi giochetti psicologici, e non c'era nessuno con me, ero sola contro tutti e forse anche allora avrei dovuto manifestare il mio disagio, ma non c'è la faccio, ancora una volta temevo d'apparire debole agli occhi degli altri ,ancora una volta volevo dimostrare che sono forte più degli altri,cosa che non ha fatto altro che rovinarmi la vita, l'umore .
in secondo liceo un professore di matematica,dopo notevolissimi sforzi da parte mia perché non riuscivo a tollerare il fatto che i concetti m'erano chiari e che erano i calcoli a darmi dei grossissimi problemi (pensate che a 15 anni non sapevo leggere l'orologio a lancette e nessuno ha mai pensato al perchè) mi disse in modo brutale, scagliando via il quaderno che non valevo niente è che nella mia vita potevo ambire unicamente a vendere il pesce, infliggendomi una lamina nel cuore e che a distanza di anni rimane ancora li, nonostante abbia poi avuto le mie rivincite e le mie consapevolezze
la vita continua a scorrere con una me sempre sola, triste, che non si capisce, che ha paura di sbagliare e sbaglia sempre, con gli occhi svuotati e l'ansia perenne, logorante, che gli brucia lo stomaco.......
con l'arrivo dell'anno della maturità,ho dovuto accettare il fatto che la matematica m'avrebbe potuto destare problemi , non che mi venne in mente di essere discalculica , e pregai mia madre di portarmi da un neuropsichiatra per verificare,volevo che i miei dubbi andassero via ma mia madre mi disse unicamente che i miei problemi erano legati allo scarso impegno e alla poca stima che riponevo nei miei confronti, ma non potevo accettare quella sentenza... cosi' presi un foglio dove descrivevano le caratteristiche degli affetti da DSA (Disturbo specifico dell'apprendimento) e gli feci notare quanto quelle descrizioni combaciassero con me ,alla fine ebbi una conferma ero discalculica e dislessica e avevo capito finalmente le mie difficoltà, affrontai la maturità con estrema fierezza, alzando la testa e dimostrando quello che valevo possedendo una nuova consapevolezza di me.
passa l'estate,e arriva l'università e da qui il crollo definitivo, le mie difficoltà erano alla mia vista , le vedevo e le conoscevo non mi sentivo all'altezza, e son caduta in crisi depressiva,consultando uno psicologo a cui nonostante i vari sforzi son riuscita a dire ben poco , limitando la mia vita al divano e al letto, e a me stessa ,che per me ormai valeva meno di zero, che aveva fallito in tutto e che avrebbe dovuto porre fine a tutto.
un anno di tristezze , di insonnia ,di calo dell'autostima dia per quanto riguarda la mia intelligenza , il mio aspetto sia per le mie capacità
poi dal niente, cambio umore mi riscrivo all'univerisità , con la voglia di rivalsa, ma l'ombra del passato ritorna a bussare la porta di tanto in tanto...buttandomi in un orda di tristezza e malinconia tale al punto di pensare di ri-mollare tutto.. solo che non voglio, vorrei avere la forza d'affrontare la vita senza sentire il peso di quello che credo d'essere, di cui ne sono convinta ,vorrei dare la prova di valere ma l'insicurezza e la paura mi bloccano e non riesco mai ad andare avanti...
perdonate lo sproloquio ,sono 20 anni di silenzio che prendon vita solo ora...