da VanniS » 20/07/2016, 11:44
La mia situazione non è per nulla facile. Da sempre ho vissuto una vita costernata da continue umiliazioni: atti di bullismo, prese in giro, pubblici insulti che mi hanno accompagnato per tutta la mia infanzia e adolescenza(dalle scuole elementari fino alle superiori). Il fatto che chiunque mi abbia da sempre considerato un inetto ha inizialmente sviluppato in me un odio nei confronti dell'intera società, una spiccata tendenza ad isolarmi ed una cattiveria interiore di cui non mi vergogno e che fa adesso inevitabilmente parte di me: non provo e non ho provato dolore per le tragedie che sono accadute ai miei familiari (anche stretti e a cui volevo bene), nè per le ragazze che mi hanno lasciato per questo mio carattere egoista e ardo di rancore da sempre dentro di me, logorandomi in una sorta di "sete di vendetta" che ovviamente non verrà mai sfogata. Ma di questo non mi preoccupo. Ciò che mi dà preoccupazioni è che questo continuo sminuimento della mia persona da parte degli altri mi ha portato progressivamente a sentirmi veramente un fallito e ad essere talmente insicuro di me stesso che ho ormai sviluppato una paura nei confronti del resto della società, in seguito alla quale non riesco veramente a portare a termine neppure i compiti più elementari, quelli fondamentali e fisiologici che costituiscono la normalità per la vita di qualunque altro individuo. Vi faccio un esempio: oggi sarei dovuto uscire a comprare le sigarette al tabaccaio del mio paese; ecco, per paura del giudizio degli altri ho preso la macchina e mi sono recato in quello del paese vicino (distante circa 15 km). Solo ora mi rendo conto che questa cosa è una follia: sono quasi sicuro che non saprei confrontarmi neppure con chi mi spara due frasi di circostanza, figuriamoci nel caso di una lite: non oso neppure pensarci, ma sono sicuro che sarei sopraffatto. E coverei vendetta da solo, pur consapevole di essere incapace di fare nulla. Ho quasi 30 anni, tra un paio di giorni dovrò discutere la mia tesi di laurea, ma per quanto avessi ardentemente desiderato di raggiungere questo obiettivo (quasi potesse rappresentare una sorta di riscatto sociale), oggi ai miei occhi sembra quasi insignificante. Ed è questo l'aspetto che più di tutti mi fa paura: è come se ormai mi fossi inevitabilmente abbandonato al mio destino da fallito per il quale nulla ha più importanza e nulla potrà mai cambiare la situazione. Credo a questo punto di soffrire di qualche disturbo. Se qualcuno lo conosce o (purtroppo) lo condivide sarei lieto di potermi confrontare. Grazie.