Mi sento solo...

[Lester]

Ciao a tutti,
sono nuovo e a dire la verità è la prima volta che mi trovo su un sito in cui si "chatta" con sconosciuti, ma purtroppo credo di essere arrivato ad un punto in cui le persone che conosco nella vita reale si sono rivelate essere solo una manica di s*****i; quindi se qualcuno vuole fare due chiacchiere ci sono, anche solo per capire le dinamiche che ci hanno portati a finire isolati e magari, perchè no, a ragionare assieme su una possibile soluzione al problema.

Forza!!

[Royalsapphire]

Benvenuto Lester
Non ti preoccupare, un periodo così capita a tutti. Siamo fortunati che le persone giuste per noi esistono, è solo questione di tempo trovarle .
Se ti va di raccontare, in che circostanze i tuoi amici non si sono dimostrati tali?

[Riccardina]

Non sei il famoso mostro di miluochi, vero?

[Lester]

Ciao Royalsapphire, ciao Riccardina

no non sono il mostro di Milwaukee, però effettivamente alludo a lui nominando quella città
Più che altro al fatto che in certi momenti ci si sente talmente estranei alla realtà da ritenersi quasi mostri (in senso non violento) o comunque imprigionati in un mondo parallelo in cui ogni gesto o azione che compiamo sembrano non avere conseguenze, non impattare, con le vite degli altri. Quasi come se fossimo diventati fantasmi.

[Riccardina]

Invece bisogna pensare che una nostra azione può rovinare la vita di altri. Altrimenti rischia di diventare una giustificazione del tipo "ah, ma non pensavo di fare male".

[7smiliardi]

Benvenuto Leicester.

[Hiraeth]

Ciao, benvenuto. Se vuoi parlare io ci sono.

[Lester]

Ciao SmileSmileSmile, ciao Hiraeth
no no forse mi sono spiegato male Riccardina, intendevo dire che è assurdo vedere come si passa da una situazione di "normalità", in cui hai qualcosa di simile ad una vita sociale, ad un lavoro in cui esci con i colleghi, una fidanzata: in definitiva un'identità data dai tuoi rapporti sociali, ad una situazione in cui fatichi a uscire con un qualunque coetaneo, a rapportarti con l'altro sesso, a trovare discorsi comuni con estranei, e anche solo a incontrare colleghi decenti che non riducano i loro dialoghi a degli sterili "ciao" o "buona serata".
E assistere a questa caduta senza che la minima azione riesca ad ostacolare l'inevitabile conclusione, è questo che intendevo con "azioni che sembrano non avere conseguenze" o almeno non più.

[Gippo75]

Ciao Lester,
un po' mi ritrovo nei tuoi discorsi, anche se devo ammettere che qualche collega con cui scambiar due chiacchiere riesco ancora a trovarlo... qualche punto d'interesse c'è ma si ferma e limita tutto durante l'orario di lavoro.
anche se poi in questo periodo sono triste per la mia situazione ma di questo sicuramente non ne parlo con i colleghi un po' perchè non mi fido e soprattutto perchè son quasi sicuro che verrei isolato del tutto e quella parvenza di normalità che ottengo nell'orario di lavoro finirebbe per svanire...

[Lester]

Ciao Gippo75, io invece ho faticato molto in questi due anni, perchè è stato come un fulmine a ciel sereno.
Non conosco la tua situazione, ma per quanto riguarda me ho sempre tentato di essere razionale e di dare spiegazioni logiche alle cose, e credo di aver capito certe dinamiche che mi hanno portato (parlo sempre per me ovviamente) a trovarmi in una condizione di estrema solitudine (figurati che in un momento di minore lucidità ho creduto persino che qualcuno mi avesse fatto un malocchio!).
Il mio problema è iniziato superati i trent'anni, lì ho cominciato a vedere un fuggi fuggi generale; sembrava che attorno a me fosse obbligatorio che tutti mettessero su famiglia il prima possibile o che iniziassero ad impostare la loro vita da "trentenni", "ovvio" dirà qualcuno "si diventa grandi", si ma non pensavo che grandi volesse dire questo.
E così da due anni a questa parte non faccio che sentir parlare di soldi, bambini, suocere, vacanze con la donna oppure mi capita di conoscere persone il cui sogno più grande è quello di vincere la lotteria per poter portare alle Maldive la famiglia o poter comprare l'i-phone 1000 o il macchinone. E i discorsi con i vari colleghi spesso sono una variante di queste cose. Già ti guardano male se introduci un argomento che riguarda cinema o letteratura, figurarsi trovare qualcuno che condivida la passione della scoperta, del viaggio o dell'arte (contemplarla e produrla).
Una volta chiesi ad una ragazza quale fosse il suo sogno più grande, mi disse "andare sulle Luna". Le risi in faccia.
Solo in seguito realizzai che dopo una risposta così avrei dovuto sposarla invece che deriderla.