Volevo di nuovo buttare giù una bozza di quella che è stata la mia esperienza, di quanto una cosa così futile come la perdita dei capelli mi abbia condizionato la vita.
Adesso all’età di 20 anni, con una diversa maturità e con una maggiore accettazione di me stessa, sono in grado di guardare indietro e razionalizzare tutto quanto.
Non ho mai accettato completamente la perdita dei miei capelli, ancora oggi evito di guardarmi allo specchio troppo a lungo e porto spesso un foulard sulla testa a coprire la mia “menomazione”.
Sembra assurdo ed esagerato, ma per una donna la perdita dei capelli è un forte attacco alla propria femminilità, è una fonte continua di insicurezza che condiziona in maniera illimitata la propria vita, le proprie emozioni, le relazioni umane.
Affrontare un tale vortice di emozioni e paure non è facile, soprattutto se sei estremamente sensibile, attenta agli atteggiamenti degli altri perché in continua ricerca di approvazione. E’ la fine di tutto, ti chiudi in casa in lacrime sperando che sia solo un brutto sogno; pensi che sei stata punita per qualcosa che hai fatto, ma che presto sarai perdonata… e invece niente, i giorni passano e non cambia niente, ti senti solo risucchiata in questo baratro nero e non trovi un appiglio per riaffiorare in superficie…
“Devi andare a scuola…” A scuola? Ma come faccio ad affrontare tutti quegli sguardi, le prese in giro… io non voglio andare a scuola, non voglio più vedere nessuno… Dio ti prego fammi morire, non ce la faccio… non posso affrontare tutto questo… da sola”.
Sembra incredibile, ma tutt’oggi mentre scrivo le emozioni di quella ragazzina di 14 anni, gli occhi mi si riempiono di lacrime e non riesco a smettere di piangere.
Quanta sofferenza…
Torniamo però a razionalizzare, niente succede per niente.
Ogni cosa, bella o brutta che sia, accade nella nostra vita per una ragione… il difficile è trovare un senso!
Sono fermamente convinta che senza questo piccolo imprevisto, oggi non sarei la persona che sono. In qualche modo quello che sembrava un problema insormontabile e la fine di tutto, è stato invece una specie di dono, qualcosa che ha reso speciale la mia vita e che mi ha permesso di essere unica.
Lo so che sembra assurdo, ma oggi c’è una parte di me che è felice di aver affrontato tutto questo.
In fondo finora ho ottenuto dalla vita tutto quello che volevo. Mi sono concentrata sullo studio perché all’inizio era l’unica fonte di soddisfazione, gli unici successi nella mia vita. Poi però dalla massa di persone superficiali che si fermava alla semplice apparenza, sono emerse tante persone valide, tante persone che valeva la pena di conoscere.
Ho cominciato ad avvalermi di questa mia diversità per fare una prima selezione delle persone a cui potevo aprire le porte del mio cuore… e ha funzionato. Piano piano crescendo e andando avanti in quello che è stato il mio percorso finora, sono riuscita a sorridere di nuovo alla vita, a pensare alle cose belle che valeva la pena di vivere… non posso credere che ho desiderato di morire.
Se ripenso a questi pensieri, ai conti che mi facevo continuamente nella testa su quanto a lungo potevo sopportare questa situazione… mi viene da sorridere, ho 20 anni e i capelli ancora non sono ricresciuti… eppure sono sopravvissuta lo stesso, eppure la mia vita è meravigliosa lo stesso… come cambiano le priorità, quanto bisogna maturare per accorgersi di quali cose contano davvero nella vita.
Non c’era nessun trauma, nessun problema evidente e in quanto al mio carattere, si sono molto emotiva e vivo qualsiasi cosa, anche la più insignificante, in maniera estremamente intensa facendomi carico non solo dei miei problemi, ma anche delle sofferenze degli altri… ma non credo sia questo il punto.
Il tempo continuava a passare e le cose non miglioravano granché. Nel frattempo continuavo a crescere e mi ritrovavo ad affrontare nuove problematiche.
Il liceo, le amicizie, le prime esperienze amorose (delle altre perché a me non mi guardava nessuno, per me erano solo delusioni).
Lentamente la parrucca, che avrebbe dovuto essere un aiuto, si stava trasformando nel problema principale.
Col passare del tempo si stava rovinando ed era sempre più evidente che non erano capelli veri, così l’incubo che qualcuno se ne accorgesse era sempre più una realtà, e di nuovo tanta insicurezza.
Non solo, a complicare tutto c’era il fatto che la parrucca era solo poggiata sulla testa e quindi la paura che potesse cadere davanti a tutti: una volta in motorino era quasi capitata la disgrazia, per fortuna ho sempre il mio angelo custode vicino e quando la parrucca è volata via ho avuto la prontezza di prenderla al volo e rimetterla alla ben meglio sulla testa…” come avrei fatto se l’avessi perduta, mi avrebbero visto tutti… che vergogna”. Così era un continuo evitare le situazioni “pericolose”: niente più motorino; non uscivo se c’era vento; non uscivo se era troppo caldo perché la parrucca mi dava fastidio… mamma mia quanto sudava la mia povera testolina lì sotto; ovviamente non andavo al mare con gli amici; non andavo a ballare perché anche lì si suda e una botta in testa per sbaglio può sempre capitare… e, aggiungerei, così via.
Il contatto fisico con gli altri era difficile da affrontare, anche una semplice carezza sulla testa poteva rivelarsi un disastro… mamma mia come ho vissuto male quel periodo… anzi, come non ho vissuto quel periodo.
Se potessi tornare indietro, con la maturità di adesso, non permetterei ad una cosa così futile di impedirmi di vivere la mia vita… nessuno potrà mai ridarmi gli anni del liceo, nessuno potrà mai permettermi di fare le esperienze che si fanno a quell’età…
A complicare ulteriormente tutto c’ero io, dovevo fare i conti con me stessa, che sono sempre così vera, così sincera… come potevo non dire ad un’amica che quelli non erano capelli veri, come potevo essere così falsa e vivere nella menzogna.
Mi ricordo che per gradi, uno alla volta, alla fine quasi tutti scoprivano il mio segreto… ero io stessa a rivelarlo, e più lo sapevano, più io stavo meglio con me stessa.
Come è strana la vita, sono dovuta arrivare a 18 anni per rendermi conto che il vero problema, quello che veramente stava influenzando così tanto la mia vita, quello che mi stava impedendo di vivere le più comuni esperienze, era quella stupida parrucca.
Questo lo ricordo come la svolta nella mia vita, la migliore decisione che abbia mai preso… sono così fiera di me!
Quando andavo al mare coi miei, in genere portavo la parrucca il meno possibile, soprattutto di giorno non era concepibile stare in spiaggia senza poter fare il bagno, e poi la parrucca si sarebbe rovinata con l’acqua di mare. Così andavo in giro col foulard sotto lo sguardo incuriosito della gente, forte del fatto che lì non mi conosceva nessuno.
Avevo oramai 18 anni, il mio corpo aveva cominciato a cambiare, cominciavo a diventare più donna e nonostante i continui insulti e la convinzione di essere brutta, mi piaceva vestirmi carina, nella speranza di essere notata.
Quasi mi vergogno a raccontarlo, mi fa anche un po’ ridere adesso, ma quell’anno ho cominciato ad aumentare la stima in me stessa grazie ai famosi apprezzamenti da camionista.
Già… quei commenti cretini che il più delle volte danno fastidio alla maggior parte delle donne, mi hanno invece aiutata tantissimo. Per la prima volta ho cominciato a pensare che forse, in fondo, anche col foulard, anche senza capelli, magari potevo essere bella lo stesso… magari potevo essere notata anch’io.
Quell’anno, ho preso la decisione: mai più con la parrucca, voglio essere me stessa, voglio vivere la mia vita.
Avevamo comprato un po’ di foulard diversi con mamma, in modo da poterli abbinare ai vestiti e quel giorno ne avevo uno bellissimo color salmone, pieno di fiori.
Col cuore in gola ho chiuso la porta dietro di me e mi sono avviata per strada… è incredibile ma per descrivere la sensazione che provavo, l’unico paragone che mi viene in testa è la nudità… ero nuda davanti a tutti, ma più forte e più cosciente di me stessa.
In qualche modo questa può essere una fortuna. Una fortuna perché ci permette di avere una crescita interiore che pochi hanno, una fortuna perché alla fine non è un problema così insormontabile come sembra.
Forse se a quell’età avessi potuto incontrare qualcuno come me, qualcuno che mi avesse permesso di proiettare la mia immagine in un futuro felice anche senza capelli, forse sarei riuscita ad accettare prima la situazione, forse sarei riuscita prima a concentrarmi sulla mia vita invece di fossilizzarmi solo su un unico pensiero: vivrò quando ricresceranno i capelli.
Forse mi sarebbe stato di aiuto se qualcuno mi avesse fatto notare che forse i capelli non sarebbero mai ricresciuti, ma io non potevo certo permettere che la mia vita trascorresse di fianco a me senza che io la vivessi.
Forse oggi posso avere la possibilità di aiutare quella ragazzina di 14 anni chiusa in casa con la morte nel cuore!