La definizione del dizionario Treccani:
mitomania Tendenza a mentire e ad accettare come realtà, in modo più o meno volontario e cosciente, i prodotti della propria fantasia. Nel bambino normale, entro certi limiti, il fenomeno è frequente come alterazione della realtà dovuta soprattutto al prevalere dell’immaginazione, o all’inesperienza, o al desiderio di evitare un castigo. Nell’adulto, e talora anche nel bambino, ha invece significato patologico, come espressione di una personalità anomala, generalmente isterica, che, mediante la falsificazione della realtà e con racconti fantastici, cerca di attirare su di sé l’attenzione di quanti lo circondano allo scopo di soddisfare l’esagerata vanità e il bisogno di stima (pseudologia fantastica). Mentre alcuni di questi soggetti sanno perfettamente di abbandonare il terreno della realtà, altri al contrario non hanno piena consapevolezza delle proprie menzogne.
Da: http://www.treccani.it/enciclopedia/mitomania/
-
La mitomania (o pseudologia) è una sottile variante della megalomania. Mentre il megalomane ha il bisogno di esporre di continuo i suoi progetti alla prova di realtà (ricavandone guai a non finire), il mitomane, esperto nella suggestione e nell’inganno, evita di esporsi al crollo depressivo che può sortire dal deludente impatto con la vita reale.
Fasi e struttura della patologia
Il disturbo megalomanico e mitomanico segue delle fasi (nascita, sviluppo, acme e possibile crollo) che rivelano come esso funzioni secondo una logica più o meno sistematizzata.
Il mitomane ha scoperto, in genere sin da piccolo, il potere devastante della critica – e per meglio dire: della persecuzione critica.
In un genere di casi, le critiche sono quelle che gli hanno indirizzato i suoi genitori, persone rigide e dalle richieste esorbitanti, ora in senso morale, ora in senso sociale. Il futuro “malato” è stato perseguitato dall’obbligo di dare di sé prove eccezionali, fuori del comune, sicché nel terrore di deludere le aspettative altrui ha imparato a mentire: agli altri senza dubbio, ma spesso anche a se stesso.
In un altro genere di casi, il futuro “malato” ha subito la persecuzione diretta o indiretta del giudizio sociale, spesso a causa di una famiglia di appartenenza avvertita come carente o degradata e di cui provava una viva vergogna. Da qui l’esigenza di creare “favole” compensative e di ammannirle agli altri.
Quindi innanzitutto
il mitomane vive nell’angoscioso bisogno di occultare un suo “lato oscuro” (una profonda insicurezza e una bassa autostima).
Ciò lo costringe a vivere come un fuggitivo, sempre a caccia di esaltazioni e atterrito dalla possibilità di riconoscersi carente rispetto al modello ideale e di avere un crollo depressivo.
Egli finisce allora per crearsi un “mito”, una favola nella quale è un individuo eccezionale. Il mito lo protegge (temporaneamente) dal crollo.
Talvolta si accontenta di ingannare solo se stesso: si tratta allora di un mitomane mite e delicato, che vive la sua fantasia all’ombra di una rispettosa solitudine. Ma altre volte – soprattutto se incalzato dai dubbi altrui o da difficoltà reali, come debiti o richieste di prestazioni inerenti la sua atteggiata eccezionalità – egli deve imparare a ingannare.
Se giunge a farlo, mentre vive nell’illusione e inganna gli altri, il mitomane perde il contatto con la realtà, e soprattutto perde il potere di determinarla, cioè di convivere in modo efficace con la società. L’angoscia di crollare cresce sempre più, a misura della sua reale impotenza.
Il mitomane, infine, accumula segreti sensi di colpa nei confronti di coloro che inganna e nei confronti di se stesso. Il bisogno inconscio di essere punito per le sue colpe accentua la sua sfida nei confronti del mondo allo scopo di soccombere. Il fallimento della sua strategia è ora dietro l’angolo, sta per raggiungerlo: in fondo, è lui stesso che sta per provocarlo...
La megalomania è di solito una patologia più che evidente a buona parte di coloro che condividono col soggetto la sua vita privata. Sia perché la persona che ne è affetta si chiude in un mondo tutto suo, che finisce per danneggiarlo, rendendolo una persona fragile e patetica, sia perché sovente egli, per corroborare le sue fantasie o i suoi progetti, compie degli atti che finiscono per mettere nei guai proprio coloro che gli sono più affezionati o che, per leggerezza, si fidano di lui.
Tuttavia, per quanto grave ed evidente agli altri, la condizione patologica di megalomania è dal soggetto stesso ostinatamente negata, per via dell’insopportabile angoscia collegata al prendere coscienza d’essere un malato, un “menomato”. Questa negazione fa sì che l’aspirazione alla grandezza venga rilanciata all’infinito, trasformandosi sempre più in una sfida paranoide contro il tempo, contro gli altri e contro il destino.
Pertanto, nonostante il megalomane viva in apparenza in una condizione di sicurezza emotiva e di esaltazione di sè, la sua megalomania nasconde un aspetto molto insidioso: il terrore del crollo depressivo.
Il megalomane vive in uno stato di eccesso maniacale permanente, cioè di esasperato entusiasmo e di esagerato apprezzamento di sé, perché intuisce che al di sotto di questa sottile lastra di ghiaccio si cela l’abisso della devastazione depressiva.
In realtà egli ha una stima di sé bassissima, collegata ad antiche percezioni primarie (giudizi negativi da parte dell’ambiente, modelli di riferimento posti come inarrivabili o anche la coscienza primaria di deficit e handicap, accompagnati dalla derisione, dal disprezzo o dalla compassione altrui). Quindi egli vive da leone, in fuga continua dalla coscienza di sé, che vorrebbe rigettarlo a contatto con la sua immagine interna negativa.
Con gli anni, il megalomane associa a questa immagine interna negativa un angoscioso bisogno di punizione, dovuto sia all’antico disprezzo di sé, che ai sensi di colpa maturati nel corso della vita per via dei suoi sleali e pericolosi comportamenti. Il bisogno di punizione si struttura allora in un masochismo morale, un “volersi male” che lo minaccia di annientamento. In quest’ottica e in questa fase della malattia, i conflitti che egli riesce a procurarsi hanno come segreto fine quello di causare la propria distruzione.
http://nicolaghezzani.altervista.org/ps ... mania.html