Salve a tutti. Sto per raccontare una carrellata di cose che vanno avanti da che io ne abbia memoria... A chiunque stia leggendo, grazie in anticipo.
Ho evidenti problemi di peso. E non dico per dire. Li ho davvero. Sono un metro e settanta e peso più di 100 kg. Non so quanto di più. Mi sono pesata l’ultima volta almeno tre mesi fa, e da allora non è che abbia seguito un’alimentazione proprio corretta. I miei genitori a tavola spesso mi tolgono le cose da davanti, oppure mi dicono “Dài basta! Non sei sazia?” Beh... No, non sono sazia. Ho sempre una fame da lupi. A volte mangerei i muri, se solo avessero un buon sapore. Mia mamma la chiama “fame nervosa”. Io non so cosa sia. So solo che ho sempre questa fame enorme, che però non mi occupa tutto il giorno, solo quando ci penso, come se me ne ricordassi. Voi mi direte... Allora non pensarci. Ma non è una cosa che gestisco proprio coscientemente, è una specie di dipendenza la mia. Non so se il mio è un problema alimentare. Voglio dire, dopo aver mangiato mi sento un po’ in colpa, e ogni giorno mi riprometto “domani inizio la dieta”, ma alla fine mi piace mangiare e i sensi di colpa li rimpiazzo pensando a cosa mangerò dopo, o che magari presto mi metterò a dieta, anche se a dieta non ho la forza di mettermici più da un po’.
Dopo questa introduzione penserete che ho sbagliato discussione, cioè che qui si parla di insicurezze e non di problemi alimentari. In realtà il punto è proprio questo: il mio corpo ciccione lo sento. Sento ogni sua parte. Sento che mi affatico quando salgo le scale, sento il cuore che mi batte forte per una corsetta, ho sempre le mani in viso per asciugarmi il sudore (so che è disgustoso... Sono io la prima a pensarlo), e poi, soprattutto, io mi vedo. Vedo che non mi entrano i vestiti e che devo strizzarmi nei jeans, e che non posso vestirmi come vorrei perché o non trovo i vestiti della mia taglia, o non ho il coraggio di metterli. La cosa peggiore è che odio il mio corpo a tal punto da non voler uscire neppure di casa. Ho 18 anni e le pochissime volte in cui sono stata in discoteca sono quelle in cui i miei genitori mi hanno costretta. Mi odio. Non mi piaccio. Non c’’è una sola cosa che mi piaccia del mio aspetto fisico. Non mi piace la mia postura. Non mi piace come cammino, e neppure la mia voce. Penserete: e il tuo carattere? Il mio carattere lo odio quanto il mio aspetto. Non sono decisa, anzi, sono insicura su tutto. Spesso mi faccio usare dalla gente, anche dalla gente che lo fa con ogni evidenza e che non si meriterebbe il mio aiuto. E io, anche se me ne accorgo, mi dico :”Eddai, per stavolta... E poi io non sono come loro”. Cioè è come se mi giustificassi con me stessa per fare cose che non devo a nessuno e che vanno contro la mia volontà. Ad esempio, nella mia classe c’è questa ragazza che chiamerò X. Una volta mi ha scritto se potevo mandarle i miei appunti di matematica (io sono l’unica in classe che li tiene in perfetto ordine e li prende a ogni lezione. Certo, tutti i miei compagni prendono appunti, ma molte cose gli sfuggono perché chiacchierano in continuazione e perché la prof è molto tecnica). Comunque, dato che con i miei appunti avrebbe sicuramente preso un bel voto, io, che di recente avevo preso 4 in un’a materia , le ho detto: “che ne dici se la prossima volta mi aiuti tu in questa materia dove ho preso 4?” Lei aveva preso un voto alto, volevo soltanto che mi desse una mano. E invece si è arrabbiata un sacco, dicendo che un favore è una cosa che si fa senza chiedere niente in cambio. Dato che l’aveva presa così male, le ho dato i miei appunti. Ma ho continuato a prendere 4 nell’altra materia. Ieri mi ha chiesto dimuovo se potevo aiutarla. Indovinate che ho fatto? L’ho aiutata, e alla grande pure. Ha fatto una gran bella interrogazione. Non so perché l’ho fatto, mentre l’ aiutavo mi dicevo che io non sono come lei, sono buona, a differenza sua... E cose del genere. Tutta roba che attutisse il rancore. Ma non basta mentire a me stessa. A me questo ragazza sta antipatica. Trovo che si sia comportata da egoista. Ma contemporaneamente la giustifico, persino adesso... Del resto, mors tua vita mea. Odio questa logica, ma è quella con cui devo confrontarmi ogni giorno. X non è un caso isolato. Un sacco di persone mi trattano come fa lei. O peggio, come con frasi tipo:”devi aiutarmi”, dove devi non è detto con tono supplichevole o gentile, ma arrogante e dispotico.
Purtroppo essere brava a scuola è l’unica cosa che mi permette di affermarmi. È così triste, ma vedete, non ho carattere, non ho un bel fisico, almeno faccio finta di avere un bel cervello. Dico che faccio finta perché secondo me io non sono neppure tanto intelligente, probabilmente sono sotto la media, ma dimostro di essere brava, o quantomeno studiosa. La gente che mi conosce pensa che sia una secchiona. A me va bene così. Almeno sono qualcosa. Poi però arriva il momento in cui ci sono le feste, i gruppi di amici si organizzano per uscire... E io rimango a casa. Anche se mi invitano (succede piuttosto raramente) appena so che devo mettere un vestito, o che devo farmi bella per uscire, mi assale un disagio che non so descrivere. Mi pervade completamente. Spesso provo per la centesima volta un paio di jeans o una camicetta che so già che non mi entrerà, ma lo faccio comunque, e quando vedo che non mi sta, mi arrabbio e spesso piango. Entro in crisi: odio il mio armadio, è pieno zeppo di vestiti che non mi entrano, e finisco col mettere sempre la stessa roba. Ma al momento di uscire... Quando penso alle gambe lunghe e toniche delle altre ragazze, alle loroo braccia affusolate... Mi sento un bidone dell’immondizia e declino qualsiasi invito. Penso ai loro corpi gracili avvolti in vestitini striminziti. Come le invidio! A volte, nei momenti in cui sono stata più disperata, sono giunta a pregare di ricevere un bel corpo per un mese. In cambio alla fine del mese avrei dato la vita.
So che fa ridere quest’ultima cosa che ho detto, almeno, secondo me è piuttosto ridicola, e adesso pensando a quei momenti mi viene da ridere, rendendomi conto di quanto fossi disperata. Ma non c’è nessuno che mi dice “stai bene così”, cioè a volte qualcuno me lo dice, ma sono sicura che non lo pensa davvero. Esempio? Una mia amica con un fisico da paura mi diceva l’altro giorno che ha intenzione di non mangiare più pane nè pasta per rimettersi in forma. Le ho risposto che non ne ha assolutamente bisogno, perché è già perfetta. E che ne avrei avuto bisogno io più di lei. Cos’ha detto lei un secondo dopo? “Ma tu stai benissimo così!!”.
I miei genitori sono giunti a valutare di rivolgersi a uno psicologo per la questione della “fame nervosa” e della mia “asocialità”. Abbiamo fatto un incontro con un terapeuta familiare... È stato orribile. Era come se i miei genitori si aspettassero chissà cosa da me, ma non avevo niente da dire. Ho provato anche ad andare da una psicologa per conto mio, ma dopo qualche seduta ho smesso di andarci perché non avevo niente da dire neppure in quel caso. Finivamo per parlare di come andava a scuola, e mai abbiamo discusso del perché io non riesca a trovare il coraggio di uscire come fanno molti miei coetanei.
In realtà i miei genitori non mi aiutano molto, piuttosto che chiedermi “come va?”, mi chiedono “perché non esci?”. Ogni volta che mi vedono seduta alla mia scrivania mi dicono di uscire, e mi siedo lì tutti i giorni. Mia mamma spesso mi racconta di quando lei era giovane. Mi ha detto “io ero come te. Ma poi sono esplosa.” e se io non fossi la stessa di lei? Che succede se io non “esplodo” (da intendersi come il momento in cui si prende una rivincita su tutto e si diventa delle bombe sexy)? Ho paura che un giorno potrei pentirmi di non aver vissuto le serate da ubriaca, non aver ballato per una notte intera o non aver fumato. E di aver vissuto senza un amico vero, di cui fidarmi a 361 gradi e senza un fidanzato, con cui fare le cose che si vedono nei film per adolescenti e cantare al karaoke. Da un lato vorrei fare tutte queste cose banali che sembrano essere così importanti da fare almeno una volta , da un lato sento che non ne sarò mai capace. Quando vedo un gruppo di persone che parlano, anche se le conosco tutte, ho difficoltà a inserirmi: ho questo complesso di inferiorità che sento di essermi meritata in virtù della mia sdolcinata remissività. Non riesco ad avere amicizie sincere perché dopo che ho finto per un po’ di essere a mio agio con me stessa poi mi stanco di recitare e mi chiudo in me stessa.
Vi giuro che se chiedeste a chiunque mi conosca se, secondo lui o lei, sono insicura di me stessa e ho complessi sul mio aspetto e sul mio modo di essere, vi risponderebbe che sono l’ultima persona che potrebbe averli. Dò l’immagine di una ragazza sicura nelle poche battute che riesco a partorire durante una discussione. Poi però devo scappare a casa a mangiare, a chiudermi nella mia stanza, a ripetermi che non sarò mai all’altezza, che non sono bella, nè simpatica o intelligente, che mi merito di non esserlo. E se vi state chiedendo perché penso che me lo meriti, beh, è una consapevolezza che ho acquisito col tempo: quando dopo aver provato l’ennesima dieta ho fallito e sono tornata la stessa cicciona di sempre... Ho pensato che magari in questa vita deve andare così. E che non sono forte abbastanza per oppormi a me stessa.