Fai quello che fanno gli altri

disse mio padre

Questo forum di aiuto è dedicato a chi ha un temperamento timido e introverso. A chi si sottovaluta, a chi ancora non si ama, a chi avverte un costante vuoto interiore che ha bisogno di colmare. Non affrontiamo tutto da soli. Condividere questi disagi è un primo passo verso l'apertura. E' un nostro diritto! Lasciamoci colmare dal calore di chi ci sta vicino!

Fai quello che fanno gli altri

Messaggioda JustBreathing » 05/07/2020, 16:23



È da quando mi sono alzato stamattina che ho capito che oggi era una di QUELLE giornate.
Quelle giornate in cui gli spettri del fallimento si accompagnano ai traumi e devo solo stringere i denti e aspettare che passi.

Fallimento in cosa, però? Nell'avere un lavoro a tempo indeterminato, nell'essere al mare in vacanza, nel fare quello che mi pare? Nell'avere avuto la fortuna di trovare la prima, e unica, compagna a 29 anni e la fortuna maggiore che lei ancora non mi abbia buttato fuori a calci dalla sua vita?

La risposta già la so.
I miei genitori mi hanno cresciuto nella consapevolezza di essere inadeguato. Non sgridandomi, non insultandomi. Ma attraverso tutta una serie di modi di fare, del tipo "meglio evitare, che non ne sei in grado" o "per come sei tu ti devi accontentare".
Loro desideravano avere un figlio diverso da me. Soprattutto mio padre.

Che ha finto per tutta la mia vita di volermi bene, o forse me ne ha anche voluto, ma come si vuol bene a un figlio menomato. Col massimo rispetto di chi lo è, anche perché alla fine lo sono anche io.
Mio padre mi vedeva soffrire per i bulli, e desiderava che io fossi come loro. Integrato, conformista, becero, ignorante, ma ai suoi occhi felice. La frase titolo del topic me la disse davvero: eravamo a un semaforo rosso pedonale, io ero fermo, gli altri passavano, e mio padre mi rimproverò per essermi fermato.
Una stupidata, ma esplicativa.
Mia madre invece era più per la via del rinfacciamento e dell'insulto, ma la sostanza è la stessa: ambedue pensano che io sia inadeguato.

E oggi mi ritrovo a cercare con tutto me stesso di fare cose che non voglio, pensare cose che non penso nella speranza di arrivare a crederci, infuriarmi per ogni cosa che mi ricorda il mio peggior nemico, il mio incubo, il mio spettro: me stesso.
Oggi sono solo, perché la mia ragazza mi ha fatto capire da tempo che la devo smettere di buttarle addosso i miei problemi. Non ho nessuno. Vado al mare da solo, e me la godo finché non vedo gli altri. Non parlo con nessuno perché non ci riesco, mi blocca la paura di essere ignorato e la vergogna nel presentargli me.

Deve arrivare stanotte, domani andrà meglio. Fino alla prossima di QUELLE giornate.
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Messaggioda Anuar » 06/07/2020, 9:03



Ciao, va meglio rispetto a ieri?
Mi sembra di parlare al me di tanti anni fa, hai mai pensato di fare un visita psichiatrica? Giusto per capire se i tuoi problemi sono radicati nel tuo essere o meno.

A quasi quattro anni da ora io ero come ti descrivi in questo testo qui su, poi la mia ragazza mi lasciò proprio perché non sopportava più i miei problemi ed io stetti così male da sentirmi costretto ad iniziare un percorso di guarigione.

Ora dopo tutti questi anni beh sono ancora solo non ho ancora trovato una ragazza, ma i miei giorni di tristezza in cui mi cade il mondo addosso sono molti meno, mi aiuto facendo sport, rilassandomi, meditando, giocando a videogame.

Insomma ci ho messo un po ma alla fine scavando sotto tutta quella merda che è la mia vita ho trovato un mio equilibrio, grazie anche a psichiatri che hanno saputo dare dei nomi ai demoni che mi tormentavano.
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Messaggioda JustBreathing » 06/07/2020, 9:20



Anuar ha scritto:Ciao, va meglio rispetto a ieri?
Mi sembra di parlare al me di tanti anni fa, hai mai pensato di fare un visita psichiatrica? Giusto per capire se i tuoi problemi sono radicati nel tuo essere o meno.

A quasi quattro anni da ora io ero come ti descrivi in questo testo qui su, poi la mia ragazza mi lasciò proprio perché non sopportava più i miei problemi ed io stetti così male da sentirmi costretto ad iniziare un percorso di guarigione.

Ora dopo tutti questi anni beh sono ancora solo non ho ancora trovato una ragazza, ma i miei giorni di tristezza in cui mi cade il mondo addosso sono molti meno, mi aiuto facendo sport, rilassandomi, meditando, giocando a videogame.

Insomma ci ho messo un po ma alla fine scavando sotto tutta quella merda che è la mia vita ho trovato un mio equilibrio, grazie anche a psichiatri che hanno saputo dare dei nomi ai demoni che mi tormentavano.


Oggi va meglio.
Sono a tre psicologi più uno psichiatra con una diagnosi di disturbo da stress post traumatico, ma sul fatto che non voglio essere me nessuna diagnosi, solo tante belle parole sull'imparare ad apprezzarmi.

No, non avete capito, io non voglio apprezzarmi, io voglio cambiare e diventare un altro, solo che non ci riesco neanche qui dove non sono identificabile.
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Messaggioda maralgizi » 09/07/2020, 7:48



Mio caro, il cambiamento deve passare necessariamente attraverso l'accettazione di sé. Accettarsi non significa rassegnarsi a essere ciò che si è, soprattutto ciò che si pensa di essere, significa prendere atto di una condizione. Senza questo passo non farai altro che continuare a piangerti addosso, rinforzando proprio quelle cognizioni di base e inconsce che sono alla radice della tua timidezza e senso di inadeguatezza.
Più continui a svalutarti più l'inconscio conferma e rafforza l'idea negativa che hai di te, più si radicalizza il tuo sistema cognitivo fatto di pensieri strutturali di base che costituiscono la definizione del sé.
Detto in altre parole, cambiare significa scardinare questo sistema, modificando o sostituendo le credenze di base disfunzionali. Ma se continui a disprezzarti fai esattamente l'opposto.
E comunque il cambiamento richiede anni di lavoro su se stessi, procede lentamente. Scardinare un sistema cognitivo inconscio non è cosa semplice, richiede un continuo martellamento, quasi una sorta di lavaggio del cervello. Ciò perché i sistemi di credenze dei livelli inconsci non sono razionali ma emotivi, e i processi emotivi sono automatismi biologici. Questo significa che le cognizioni inconsce sul sé si sono formate sulla base delle emozioni provate nelle esperienze. Tali esperienze sono state memorizzate in termini emotivi, non hanno nulla di razionale. È così che i bambini (dalla nascita fino alla prima adolescenza) formano la loro idea di sé. Le capacità di valutazione astratta e critica del cervello umano si forma solo durante l'adolescenza. Ecco perché i bambini che subiscono messaggi negativi da parte dei genitori in modo sistematico sviluppano credenze di base negative su sé stessi: il loro cervello definisce l'idea di sé attraverso l'emozione che prova e le definizioni verbali provenienti dalle figure di riferimento che sono, per un bimbo, LA verità.
Tu non sei quel che pensi di essere, ma quello che gli altri ti hanno inculcato nella mente attraverso il loro modo di relazionarsi a te. Che tu razionalmente, da adulto, possa pensare di te è irrilevante se nell'inconscio permangono cognizioni formatesi nell'infanzia e mai modificate.
Non si tratta di diventare un'altra persona, ma di modificare il modo di pensare a sé stessi. La timidezza è di natura cognitiva.
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Pensar male di sé, ritenere di avere qualità negative, non significa e non implica che corrispondano alla realtà oggettiva, ma di sicuro sono espressione di emozioni di sofferenza.
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Messaggioda germano » 28/07/2020, 15:17



Devi buttarti, sforzarti a fare.
Solo così dimostrerai a te stesso che invece sei capace.
E volta dopo volta, la tua autostima migliorerà di continuo, in modo esponenziale: ciò se sei a livello 1 otterrai al primo passo il livello 2, ma poi al secondo passo non otterrai 3 bensì 4, poi 8, 16, ecc ecc.
Davvero funziona così: ogni successo porta una dose fortissima di sicurezza in sè stessi.

Quando ero timido con le ragazze mi sono buttato con la prima e... gli insuccessi sono tremendi, ma al primo successo non mi sono più fermato.

Quando sono stato 20 anni nello stesso posto di lavoro mi sentivo impossibilitato a cambiare, come se quello fosse l'unico posto per me e via da lì sarei morto, invece ho cambiato posto e sto benone (e prendo di più) e ora non ho più paura di capi, di imprenditori pazzi che chiudono o trasferiscono aziende, licenziano. Non ho più paura ed è una sensazione bellissima.

Quando mia moglie mi aveva detto che non ho le palle per trovarmi una casa da solo e andarmene (e non ho risposto, perchè sapevo che aveva ragione) e invece poi l'ho fatto: mi cagavo addosso mentre firmavo il contratto d'affitto, ma poi ha iniziato a rispettarmi, ci frequentiamo ancora e andiamo meglio di prima. E non ho più paura di niente e di nessuno.

Sforzati di fare il primo passo e sarai sempre più sicuro di te stesso.

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Messaggioda Jam » 28/07/2020, 15:29



L'assenza del riconoscimento da bambini si trasforma in una continua ricerca di autostima da adulti.
Non tutti possono genitorare. Me compreso.
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