Disabled ha scritto:È comodo così...
Non si fa nessuno sforzo, te credo che non può venirne fuori assolutamente nulla. Rigirare la frittata, manipolare i discorsi altrui e trovare l'ennesima scusa per non agire è parte del disagio mentale. Non te ne faccio, infatti, una colpa. Lo so perché ci sono passato anche io, è proprio un limite.
Insomma, in sintesi ti deresponsabilizzi come farebbero i bambini, riducendo tutto a "vedete? nessuno mi dà consigli".
occhigrandi ha scritto:Se qualcuno ti ha consigliato di rivolgerti ad un professionista è per il tuo bene, a volte pensiamo di potercela cavare da soli o che l'aiuto di un terapeuta sia inutile...non è così. Se continui a vedere tutto nero, evidentemente o stai sbagliando prospettiva o semplicemente non ci riesci, non perché tu sia stupida o altro, ma a volte è così, non riusciamo a fare le cose, e per questo dobbiamo rivolgerci a chi può aiutarci.
I tuoi scritti dimostrano che non hai ancora svolto alcun lavoro personale su te stessa e che, di conseguenza e non me ne volere, di psicologia clinica sai ancora poco se non niente.
Sei convintissima che il sentirsi dire "prova a ricevere aiuto" sia la certezza ineluttabile che i tuoi pensieri equivalgano a deliri incomprensibili (non capisco poi il confronto con puttanate xD un vero upgrading) quando ti stiamo dicendo, in tutte le lingue del mondo, che semmai ci sono problemi di percezione e aspettativa.
Convinzioni limitatissime, pensiero dicotomico "o tutto bianco o tutto nero" e soprattutto si continua a rigirare la frittata per aver ragione in modo oppositivo e capriccioso, vedere provocazioni (?) ove non ne sono state sollevate e così via.
Non me ne vogliate ma mi sembra di leggere gli stessi meccanismi presenti in un ritardo mentale, mi spiego meglio, é un parallelismo: sappiamo tutti che si può arrivare a comprendere fino ad un certo punto, normalmente l'asticella si può sempre spostare un pò più in là con la crescita, lo studio, l'evoluzione... Ma nei casi di ritardo mentale c’é proprio un muro oltre il quale non riesci a vedere o comprendere altro. Di conseguenza, come fai a spiegare una nozione di algebra avanzata ad una persona che ne soffre che a malapena riesce a fare e comprendere le tabelline? Ci puoi mettere tutta la buona volontà ma proprio non riesce a comprendere, non può capire perché non ha i mezzi, ha dei precisi limiti anche fisici eventualmente che non gli permettono proprio di superare lo scoglio. É proprio un limite intrinseco nella persona. Questo a prescindere dalla gravità ed entità del ritardo, ogni caso è sempre a sé stante. In rarissimi casi può anche succedere il miracolo, ma ci vuole tantissimo impegno e non è nemmeno detto che diventerà mai un genio dell'algebra avanzata.
Ecco, allo stesso modo può esistere anche il ritardo psicoemotivo, che é perfettamente comprensibile se non si é mai fatto lavoro su sé stessi e si é a livelli patologici di disagio. Ora non voglio dire che tu ne sia affetta, ma ormai mi sembra evidente che ci sia proprio questo muro che non ti permetta di vedere tutte le sfumature cromatiche, non solo di grigio; di comprendere la bellezza e bruttezza della vita. Che insomma per quanto proviamo a spiegartelo proprio non lo accetti, non riesci a comprendere perché non ne hai proprio i mezzi né la volontà... É possibile che tu sia terrorizzata di conoscere tutto ciò che sta oltre quel muro, perché ti conforta girare intorno con la copertina di Linus del pensiero dicotomico nella tua striminzita stanzetta di convinzioni ormai cronicizzate che è tutto ciò che hai conosciuto finora. Per questo non vuoi cambiare, vuoi che la gente ti riconfermi costantemente che quel posticino é il più sicuro esistente al mondo per te. Ma inconsciamente ti sta stretta e vai raminga a chiedere un aiuto che però nessun altro può darti se non affronti quel granitico muro lì. E che probabilmente non riuscirai mai a superarlo se non facendoti aiutare da qualcuno a scalarlo o darti i mezzi per picconarlo metaforicamente.
Chiedo scusa se mai ho offeso qualcuno, spero di essermi spiegata bene.
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