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Da bambina ricordo che amavo le sfide che mi proponeva la vita. Se qualcuno provava a distruggermi io tornavo più forte di prima. In cuor mio, sapevo di valere più di quello che avevo dimostrato. Però, quando me lo dicevano a casa.. che non valevo niente.. diventavo molto triste. E, mi arrendevo. Stavo bene, fuori, da sola.
Così, pensavo.
Da adulta ho incominciato ad odiare le sfide delle vita e del destino. Perchè spesso non andava mai come desideravo io. O, se andava come volevo io, mi accorgevo che ero felice anche senza alcune cose. Discorso, un po' lungo.
Ad ogni modo, mi chiedevo semplicemente, come affrontate le sfide della vita e se secondo voi quando una sfida la perdete se c'è un motivo di riflessione.

Grazie a chi mi risponderà ma anche a chi si limiterà a leggere ;-)

Mio padre come un guerriero mi parlava di sfide e a me non piaceva. Perchè lui era più intraprendente mentre io ero più... pappamolla insomma. Anche ora mi sento spesso debole, ma ho imparato che essere deboli può diventare un punto di forza così come sono forti i fili d'erba. Mentre i tronchi possono essere spezzati dal vento o dai fulmini. Non affronto di petto le sfide ma cerco di trovare la mia strategia, per fare in modo che non mi facciano soffrire troppo e per fare in modo di provare a gestirle anche attraverso i miei umili mezzi.

Lory White ha scritto:Mio padre come un guerriero mi parlava di sfide e a me non piaceva. Perchè lui era più intraprendente mentre io ero più... pappamolla insomma. Anche ora mi sento spesso debole, ma ho imparato che essere deboli può diventare un punto di forza così come sono forti i fili d'erba. Mentre i tronchi possono essere spezzati dal vento o dai fulmini. Non affronto di petto le sfide ma cerco di trovare la mia strategia, per fare in modo che non mi facciano soffrire troppo e per fare in modo di provare a gestirle anche attraverso i miei umili mezzi.

Grazie, bella risposta ^-^

Ammetto di essere molto preso dalle sfide che possano concernere dei risultati esclusivamente sulla mia persona, mentre sono scarsamente "competitivo" se intendiamo un rivaleggiare colleghi o altre persone: non mi piace tutto questo, mi è completamente lontano ed è proprio al mio opposto, anzi son felice se qualcuno possa essere più in gamba di me e quindi insegnarmi qualcosa di nuovo. Invece sono un perfezionista per tutto ciò che può riguardarmi in prima persona come detto poc'anzi, soprattutto sul piano obiettivi e "record personali", ahimè focalizzandomi spesso proprio su numeri e statistiche per quantificare i miei progressi: dalle kcal del mio nuovo piano alimentare alle valutazioni cui sono sottoposto a lavoro. Inoltre sono pure un soggetto che necessita di forte adrenalina e situazioni quasi di "rischio" per sentirsi davvero viva, al punto da cercare il "pericolo" inconsciamente, buttandomi a caso in modo apparentemente impulsivo. Spero di aver risposto, ciao!