Sindrome dell'Impostore

Buonasera,
di rientro dalla seduta con il nuovo terapeuta, vi parlerò di un problema che in realtà mi era già stato citato in modo soltanto teorizzato / ipotetico da altri specialisti, vale a dire la "Sindrome dell'Impostore", cioè quello che oggi mi è stato ufficialmente diagnosticato, per così dire, sebbene ICD-10 e DSM-V non facciano rientrare questo problema psicologico tra gli altri disagi psicologici.
In più ha aggiunto che rientrerei tra le cosiddette HSP ("highly sensitive person" o PAS persone altamente sensibili).
Volevo dunque chiedere qui a voi se anche qualcun altro soffrisse di suddette categorie caratteriali, se ve ne abbiano mai parlato in terapia, oppure se pensiate di rientrarci.
Per aiutarvi a comprendere di cosa si stia parlando, sintetizzo brevemente le due caratteristiche:
Sindrome dell'Impostore: sensazione costante di sentirsi poco validi, poco abili, poco bravi e di non meritare i successi o la felicità raggiunta. Qualcuno lo descrive come l'opposto del disturbo narcisistico di personalità. Tipiche reazioni o frasi di chi soffre di Sindrome dell'Impostore sono queste "ah, mi è andata bene solo per fortuna" - "è stato solo un caso" - "non credo di meritare questo premio o questo aumento di stipendio a lavoro" e cose di questo tipo. Il rischio di questo problema è di non credere abbastanza in sé stessi;
La Persona Altamente Sensibile viene, invece, descritta così: spesso necessita di scappare o ritirarsi perché assorbe moltissimo gli eventi e soprattutto le vicissitudini delle persone che si interfacciano a loro, spesso inavvertitamente succhiando loro forze emotive oltre che fisiche. Tendono facilmente a immedesimarsi, spesso troppo e magari a volte pure erroneamente, nelle vicende altrui (non è detto poi le capiscano davvero - ma ne vivono il dramma, la rabbia o la tristezza come se le storie altrui le vivessero in prima persona). Tipico esempio è un altamente sensibile normopeso che si mette a piangere o si arrabbia perché, per strada, deridono una persona sovrappeso. Il rischio di questo secondo difetto è, invece, quello di essere troppo fragili, di sentirsi troppo drenati o assorbiti dagli altri, infine di non riuscire, poi, a sostenere i troppi stress esterni. Parzialmente, a detta del mio terapeuta, anche questa specie di sindrome è circa l'opposto del disturbo narcisistico, sì da fare un paragone.
Qualcuno di voi si rivede in uno o entrambi questi quadri?
Ringrazio di cuore tutti per le risposte.
Un saluto affettuoso
N.B.: ovviamente ho dovuto scremare moltissimo le descrizioni per rendere la lettura più leggera.
di rientro dalla seduta con il nuovo terapeuta, vi parlerò di un problema che in realtà mi era già stato citato in modo soltanto teorizzato / ipotetico da altri specialisti, vale a dire la "Sindrome dell'Impostore", cioè quello che oggi mi è stato ufficialmente diagnosticato, per così dire, sebbene ICD-10 e DSM-V non facciano rientrare questo problema psicologico tra gli altri disagi psicologici.
In più ha aggiunto che rientrerei tra le cosiddette HSP ("highly sensitive person" o PAS persone altamente sensibili).
Volevo dunque chiedere qui a voi se anche qualcun altro soffrisse di suddette categorie caratteriali, se ve ne abbiano mai parlato in terapia, oppure se pensiate di rientrarci.
Per aiutarvi a comprendere di cosa si stia parlando, sintetizzo brevemente le due caratteristiche:
Sindrome dell'Impostore: sensazione costante di sentirsi poco validi, poco abili, poco bravi e di non meritare i successi o la felicità raggiunta. Qualcuno lo descrive come l'opposto del disturbo narcisistico di personalità. Tipiche reazioni o frasi di chi soffre di Sindrome dell'Impostore sono queste "ah, mi è andata bene solo per fortuna" - "è stato solo un caso" - "non credo di meritare questo premio o questo aumento di stipendio a lavoro" e cose di questo tipo. Il rischio di questo problema è di non credere abbastanza in sé stessi;
La Persona Altamente Sensibile viene, invece, descritta così: spesso necessita di scappare o ritirarsi perché assorbe moltissimo gli eventi e soprattutto le vicissitudini delle persone che si interfacciano a loro, spesso inavvertitamente succhiando loro forze emotive oltre che fisiche. Tendono facilmente a immedesimarsi, spesso troppo e magari a volte pure erroneamente, nelle vicende altrui (non è detto poi le capiscano davvero - ma ne vivono il dramma, la rabbia o la tristezza come se le storie altrui le vivessero in prima persona). Tipico esempio è un altamente sensibile normopeso che si mette a piangere o si arrabbia perché, per strada, deridono una persona sovrappeso. Il rischio di questo secondo difetto è, invece, quello di essere troppo fragili, di sentirsi troppo drenati o assorbiti dagli altri, infine di non riuscire, poi, a sostenere i troppi stress esterni. Parzialmente, a detta del mio terapeuta, anche questa specie di sindrome è circa l'opposto del disturbo narcisistico, sì da fare un paragone.
Qualcuno di voi si rivede in uno o entrambi questi quadri?
Ringrazio di cuore tutti per le risposte.
Un saluto affettuoso

N.B.: ovviamente ho dovuto scremare moltissimo le descrizioni per rendere la lettura più leggera.