Dopo aver definitivamente perso ogni dignità col mio precedente topic voglio parlare per la prima volta di come l'ennesimo dei miei problemi sia l'essere una persona completamente diversa mentre faccio il mio lavoro di insegnante alle medie.
Cinque anni fa, in una terza, era aprile e in generale uno dei periodi in cui i ragazzi sentono la primavera e quindi hanno meno voglia di lavorare, un mio alunno mi chiese se ero mai stato bullizzato.
Non era la prima volta in realtà, io tendevo però a rispondere con battute, sia per continuare la lezione sia perchè io cerco di non essere mai protagonista nelle mie classi mettendomi al servizio dei ragazzi e delle loro necessità.
Però quella volta mi venne da rispondere, con leggerezza, che sì, io sono stato bullizzato. Mi sono aperto su vari aspetti della mia vita, dai miei problemi familiari al mio rapporto con le donne e in generale le altre persone. Ho detto ai ragazzi che molte delle motivazioni per cui a scuola non traspare ciò che ho subito è il fatto che la scuola mi permette di lasciare a casa i miei problemi per 18 ore alla settimana, per potermi occupare invece dei loro problemi qualsiasi essi siano.
Ho detto che dal bullismo si esce lavorando sull'autoconsapevolezza, imparando le possibilità che ci danno il nostro corpo e la nostra personalità. Ho concluso il mio discorso, che credevo in realtà non fosse nulla di che, con la frase che dà il titolo al topic.
"Tutti voi avete il diritto di piacervi".
Non me la sono studiata, mi è venuta così.
Al termine del mio discorso due alunni piangevano. Un ragazzo e una ragazza. Tutti e due oggi stanno realizzando i loro sogni, la ragazza in particolare ha iniziato ad apprezzare il suo corpo (era sovrappeso) e sta diventando una bellissima donna.
Tutti loro hanno il diritto di piacersi.
Io no.
Perchè come insegnante io posso, anzi DEVO fare l'impossibile e di più per fare in modo che i ragazzi crescano il più possibile sani e sereni, vivendo in modo positivo tutte le emozioni della loro età, la più difficile in assoluto per chi lavora nella scuola.
Ma di tutto questo sono altri a beneficiare. Non io.
Io non me ne faccio niente nè dei complimenti nè di altro, perchè non mi sono serviti a diventare una persona apprezzata dagli altri, anzi sono una persona sempre più sola ogni giorno che passa e con il sesso che ogni giorno di più diventa una chimera.
Se io racconto in giro di essere un insegnante ricevo attestati di stima che suonano più come attestati di pietà. Poveraccio, è finito a fare il professorino di sto c***o.
Mi dicono "sei un esempio, fai un lavoro eccezionale, ciò che fai ha un'importanza inestimabile". Non me ne faccio niente se questo non mi porta nè a scopare nè a fare serata essendo leader e non gregario.
Il mio destino è quello di restare intrappolato in eterno in una persona che non ha la possibilità di emergere con nessuno e che resterà vergine per tutta la vita, dato che qualsiasi essere femminile prova pietà e compassione per gli insegnanti, ma non è stimolata ad andare oltre (e come dare torto a tutte...) Ma se per me la guerra è finita, i ragazzi possono salvarsi e io darò sempre tutto me stesso per loro.
A scuola leone, nella vita co*****e. Perchè la società in realtà non vuole da me ciò che faccio, ma vuole altro e non ho ben capito cosa, ma di sicuro non un insegnante.