Le persone timide a lavoro

Questo forum di aiuto è dedicato a chi ha un temperamento timido e introverso. A chi si sottovaluta, a chi ancora non si ama, a chi avverte un costante vuoto interiore che ha bisogno di colmare. Non affrontiamo tutto da soli. Condividere questi disagi è un primo passo verso l'apertura. E' un nostro diritto! Lasciamoci colmare dal calore di chi ci sta vicino!

Le persone timide a lavoro

Messaggioda kathellyna » 26/12/2022, 21:04



OffHeGoes ha scritto:Ma nessuno, ok... forse qualche collega, pensa di fare alcuna 'buona azione' men che meno 'avere pietà' per loro.
Si sta solo cercando di avere dei buoni rapporti visto che per almeno otto ore al giorno ci si sta accanto.
Insomma siamo in un luogo di lavoro, un luogo dove è richiesto e necessario interagire socialmente (almeno nel mio settore).
Vedrò comunque di non forzare alcun approccio. Grazie.

ok, forse per come l'ho scritto pareva troppo un discorso da chiesa, diciamo allora che sapere di essere percepiti come persone che hanno bisogno di avere un rapporto con altri del tipo "sto parlando con te perché cerco di essere gentile dato che mi hanno incaricato di farlo" può fare piacere a qualcuno, ma turbare altri.
non so quale sia il tuo lavoro ma a quanto dici 3 su 4 di questi colleghi lo svolgono bene o in modo accettabile, quindi forse non è sto gran problema la timidezza.
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kathellyna
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Le persone timide a lavoro

Messaggioda Penna » 26/12/2022, 21:55



OffHeGoes ha scritto:Ciao,

volevo sapere se qualcuna\o di voi ha qualche idea su come approcciare\interagire con persone molto timide sul luogo di lavoro.
Negli ultimi mesi sono arrivate quattro persone nuove (tra i 21 e 27 anni). Nonostante i miei giorni in smart working (che loro non hanno) ho notato che sono davvero timidi e introversi. Si sono creati un loro gruppetto all'interno dell'open space dove lavoriamo e basta. Faticano a rispondere anche ad un semplice buongiorno o ciao. In mensa stanno sempre distanti da tutti. Gli aperitivi dopo lavoro vengono sempre rifiiutati. Le persone con più anzianità iniziano a pensare che non sono timide ma solo maleducate.

L'idea dell'azienda era ed è quella di trovarsi tutti noi della redazione un giorno la settimana (dopo tre anni che stavamo sempre in smart working) per riallacciare un po' i rapporti tra tutti. Un giorno alla settimana poteva essere un'occasione di socialità tra colleghi. Vuoi per l'età, vuoi che in azienda sono quello più socievole\estroverso mi hanno un po' scaricato l'incombenza di cercare di integrarli con il resto della redazione.

Tuttavia non sembro riscuotere molto successo ( :lol: ) da qui l'apertura del topic. Le uniche passioni che sembrano muoverli sono solo manga e anime...

Naturalmente non sto parlando di creare amicizie o altro. Solo di buoni rapporti tra colleghi.


A volte ci vuole tempo per integrarsi. Essendo arrivati da poco hanno bisogno di comprendere la realtà in cui sono inseriti e in che modo dare il proprio contributo.

Seppur non volendo, hai già espresso giudizi poco piacevoli sui nuovi colleghi in termini di apporto dato ("0 social skills"), ma come è possibile misurare l'abilità e la capacità in termini professionali di qualcuno che ancora non si è integrato nel contesto professionale? Si parla di un'età che inizia dai 21 anni, quindi plausibilmente un'esperienza professionale scarsa. E' necessario che qualcuno segua questi colleghi cercando di sottoporre loro delle questioni lavorative, di far vedere di cosa ci si occupa e chiedere il loro pensiero al riguardo. Solo così può esserci un'integrazione reale, di certo parlare con i senior della necessità di integrarli in un'ottica di socializzazione è controproducente, crea un muro e una percezione di avversità nei colleghi inseriti, e rende ancora più difficile la reciproca comprensione ed empatia.

Se come scrivi sei una persona più tendente a socializzare, è necessario che innanzitutto ti cali nella loro ottica e nel modo in cui ragiona una persona introversa. Ti consiglio, al riguardo, il libro "Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare". Oltre a permetterti di guardare sotto una nuova luce i tuoi nuovi colleghi, permettendoti di comprendere il loro modo di ragionare, potrebbe inoltre farti capire che l'introversione non è un fattore da "curare", bensì da valorizzare in quanto portatrice di differenze di valore. Un introverso non è una persona che non ha social skills, semplicemente socializza in modo diverso e ha bisogno di più tempo, non ha la spontaneità dell'estroverso, ma di solito ha bisogno di una connessione maggiore.

Concludo con il dire che se la vostra redazione (in particolare le risorse umane o chi ne ha fatto le veci) non sono state in grado di anticipare questa eventualità disegnando un percorso di integrazione per i nuovi colleghi più timidi, la responsabilità non deve ricadere sui nuovi inseriti, bensì su chi li ha assunti senza riuscire a capire che apporto potessero dare in termini professionali e umani. Quando parlate tra di voi chiedendovi se i ragazzi sono timidi o maleducati, bisognerebbe sollevare anche il problema della capacità dei dipendenti addetti alla selezione.

Personalmente sono timido, introverso e orgoglioso di esserlo, e guardo molto male ogni persona che cerca di cambiarmi sul lavoro per adeguare me al "clima aziendale". In particolare, mi rifiuto categoricamente di partecipare ad ogni aperitivo post-lavoro, perché quando finisco di lavorare voglio stare per conto mio e sviluppare la mia vita in modo individuale (e individualista). Ho sollevato queste mie tendenze fin dalla fase del colloquio e non è mai stato un problema (infatti nessuno mi ha mai messo in dubbio professionalmente, le volte in cui ho fatto degli errori ho semplicemente riconosciuto le mie responsabilità e non è avvenuta nessuna ripercussione). Il clima aziendale poco sereno non è determinato dalle persone introverse che fanno gruppo per condividere interessi in comune, ma da chi si mette in testa di cambiarli come persone mettendo loro pressione e alimentando preoccupazioni che oltre ad essere controproducenti, non avranno mai l'effetto sperato.

Se davvero vuoi fare qualcosa per loro, comunica a chi ti ha dato questo incarico che nel lavoro c'è sempre un processo di assimilazione e acculturazione alla realtà aziendale, che va fatto in modo progressivo e con pazienza permettendo alla persona implicata di decidere cosa mettere da parte nelle ore di lavoro per integrarsi al meglio abbracciando la vision e la mission aziendale. Redarguisci chi parla di maleducazione o incapacità professionale dopo pochi mesi, perché ciò implica etichettare qualcuno che non si conosce senza dare possibilità di manifestarsi umanamente e professionalmente. Interagisci con i nuovi colleghi mostrando loro di cosa ti occupi, chiedendo loro un parere, e dai tu stesso pareri sul modo in cui stanno lavorando cercando di mettere in luce quelli che sono i punti di forza e gli aspetti da migliorare, sempre con educazione e con parità.
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Messaggioda Mattias 1985 » 27/12/2022, 6:37



Gli open space sono bellissimi ma personalmente se credi Che altre persone si debbano adattare a te sei fuori strada,lasciatelo dire....
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Messaggioda Mattias 1985 » 27/12/2022, 7:10



Creare un cambiamento e voler ottenere il consenso è roba dittatoriale....
La tua idea sul piano teorico è bellissima ma su quello pratico no...
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Messaggioda OffHeGoes » 27/12/2022, 10:59



@ Mattias 1985

L'idea non arriva da me ma dall'AD che si autodefinisce una persona fredda. In via ufficiosa sono stato scelto dai colleghi responsabili. Sono sicuro di non aver mai scritto che queste quattro persone debbano adattarsi a me\cambiare.


@ Penna

Intanto ti ringrazio per aver trovato il tempo di rispondermi.
Vedo di rispondere sulle problematiche che hai evidenziato.

Questi colleghi (3 ragazze + un ragazzo) sono arrivati tra i 9 e 3 mesi fa. E' chiaro ora che serva decisamente più tempo a loro. Sono stati assunti e formati via Zoom. Hanno tutti delle mansioni entry-level. L'ambiente di lavoro non è ipercompetitivo né ci sono molti workgroup. Gli aperitivi non sono organizzati top-down ma nascono spontanei tra colleghi. Immagino comunque sia ancora troppo fonte di stress per loro. Concordo sui limiti del processo di selezione.

Il mio "0 social skills" non è stata certamente un'espressione felice. Quello che volevo comunicare era: a buona parte delle persone non rispondono ai saluti, le comunicazione verbali vengono tenute al minimo in ambito lavorativo (talvolta le interazioni necessarie sarebbero maggiori). Il loro linguaggio del corpo è indisponente verso altri colleghi.

Ho ascoltato su YT un riassunto audio di venti minuti del libro "Quiet" e un TED talk dell'autrice su questo argomento. Vedrò di espandere le mie conoscenze al più presto su questo argomento.

Oltre alla timidezza e introversione sociale mi par di capire che - in vari gradi- queste persone soffrano di ansia sociale.

Da quello che dice l'autrice mi sembra di non aver sbagliato ad attaccare bottone in pausa caffé\pausa pranzo. In un ambiente che conosco bene io sono una persona estroversa e do il meglio di me quando la persone davanti a me hanno la stessa energia. E' evidente come non sia stato in grado di comunicare in maniera convincente lo scopo di questa iniziativa. Sono assolutamente certo della sincerità dell'AD e di molti colleghi che hanno voglia di scoprire i pregi e la forza dei nuovi assunti.

Concordo assolutamente con l'autrice sul punto finale del libro: la società (che sia lavoro o famiglia) ha bisogno di entrambi (estroversi e introversi) e prospera quando vengono affrontati i punti di forza di ogni personalità attraverso il riconoscimento, comunicazione e cooperazione.

Grazie a Penna e kathellyna che mi hanno dato gli strumenti per affrontare al meglio questa situazione.


PS: anche agli estroversi piace la solitudine e un po' di quiete ;)
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Messaggioda Ponte75 » 27/12/2022, 11:23



OffHeGoes ha scritto:Ciao,

volevo sapere se qualcuna\o di voi ha qualche idea su come approcciare\interagire con persone molto timide sul luogo di lavoro.
Negli ultimi mesi sono arrivate quattro persone nuove (tra i 21 e 27 anni). Nonostante i miei giorni in smart working (che loro non hanno) ho notato che sono davvero timidi e introversi. Si sono creati un loro gruppetto all'interno dell'open space dove lavoriamo e basta. Faticano a rispondere anche ad un semplice buongiorno o ciao. In mensa stanno sempre distanti da tutti. Gli aperitivi dopo lavoro vengono sempre rifiiutati. Le persone con più anzianità iniziano a pensare che non sono timide ma solo maleducate.

L'idea dell'azienda era ed è quella di trovarsi tutti noi della redazione un giorno la settimana (dopo tre anni che stavamo sempre in smart working) per riallacciare un po' i rapporti tra tutti. Un giorno alla settimana poteva essere un'occasione di socialità tra colleghi. Vuoi per l'età, vuoi che in azienda sono quello più socievole\estroverso mi hanno un po' scaricato l'incombenza di cercare di integrarli con il resto della redazione.

Tuttavia non sembro riscuotere molto successo ( :lol: ) da qui l'apertura del topic. Le uniche passioni che sembrano muoverli sono solo manga e anime...

Naturalmente non sto parlando di creare amicizie o altro. Solo di buoni rapporti tra colleghi.


Ciao. Io spesso per rompere il ghiaccio sparo qualche battuta o chiedo, ad esempio, per quale squadra tifate aggiungendo: mi sono scordato la domanda principale. Oppure: avete preso il caffè?
Un abbraccione ed in bocca al lupo
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Messaggioda Cordis » 27/12/2022, 12:24



Mah, t'han già dato delle risposte esaurienti, a me vien da dire che, se la socialità è un requisito richiesto in quell'ambiente di lavoro, bisognava pensarci prima, in sede di assunzione, oltretutto qui non è un singolo individuo, ma addirittura un gruppetto, dunque l'errore è a monte.
A sto punto non vedo cosa potresti farci tu. Al limite potresti prenderli uno per uno, separatamente, e spiegargli chiaramente cosa ci si aspetta da lui/lei, tenendo presente che non puoi richiedergli di "diventare" simpatici, casomai potrai dargli delle dirette operative più facilmente comprensibili (devi fornire queste informazioni, devi procurarti queste altre informazioni, ecc...), oppure vanno separati e messi a collaborare con personale più anziano in modo che si adattino all'ambiente aziendale senza crearsene uno proprio isolato. Poi col tempo matureranno, ma comunque... avere un "bell'ambiente" non è una cosa scontata, ne che si ottiene dall'oggi al domani... se questo è lo scopo, conviene programmarle meglio le assunzioni, anzi è meglio cominciare con (lunghi) periodi di prova, per vedere se la persona può inserirsi o no. Sembreranno banalità, ma non se ne esce mica altrimenti.
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Messaggioda Eternal Flame » 27/12/2022, 13:31



OffHeGoes ha scritto:@ Mattias 1985

L'idea non arriva da me ma dall'AD che si autodefinisce una persona fredda. In via ufficiosa sono stato scelto dai colleghi responsabili. Sono sicuro di non aver mai scritto che queste quattro persone debbano adattarsi a me\cambiare.




Lol, mettere in bocca alla gente frasi mai dette è la sua specialità
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Re: Le persone timide a lavoro

Messaggioda Ortensia » 27/12/2022, 18:23



Io da quello che scrivi li avrei bollati come maleducati anzichè introversi. Va bene la timidezza ma rispondere ad un saluto mi sembra il minimo, in ufficio poi!

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Messaggioda Penna » 27/12/2022, 19:11



OffHeGoes ha scritto:@ Mattias 1985

L'idea non arriva da me ma dall'AD che si autodefinisce una persona fredda. In via ufficiosa sono stato scelto dai colleghi responsabili. Sono sicuro di non aver mai scritto che queste quattro persone debbano adattarsi a me\cambiare.


@ Penna

Intanto ti ringrazio per aver trovato il tempo di rispondermi.
Vedo di rispondere sulle problematiche che hai evidenziato.

Questi colleghi (3 ragazze + un ragazzo) sono arrivati tra i 9 e 3 mesi fa. E' chiaro ora che serva decisamente più tempo a loro. Sono stati assunti e formati via Zoom. Hanno tutti delle mansioni entry-level. L'ambiente di lavoro non è ipercompetitivo né ci sono molti workgroup. Gli aperitivi non sono organizzati top-down ma nascono spontanei tra colleghi. Immagino comunque sia ancora troppo fonte di stress per loro. Concordo sui limiti del processo di selezione.

Il mio "0 social skills" non è stata certamente un'espressione felice. Quello che volevo comunicare era: a buona parte delle persone non rispondono ai saluti, le comunicazione verbali vengono tenute al minimo in ambito lavorativo (talvolta le interazioni necessarie sarebbero maggiori). Il loro linguaggio del corpo è indisponente verso altri colleghi.

Ho ascoltato su YT un riassunto audio di venti minuti del libro "Quiet" e un TED talk dell'autrice su questo argomento. Vedrò di espandere le mie conoscenze al più presto su questo argomento.

Oltre alla timidezza e introversione sociale mi par di capire che - in vari gradi- queste persone soffrano di ansia sociale.

Da quello che dice l'autrice mi sembra di non aver sbagliato ad attaccare bottone in pausa caffé\pausa pranzo. In un ambiente che conosco bene io sono una persona estroversa e do il meglio di me quando la persone davanti a me hanno la stessa energia. E' evidente come non sia stato in grado di comunicare in maniera convincente lo scopo di questa iniziativa. Sono assolutamente certo della sincerità dell'AD e di molti colleghi che hanno voglia di scoprire i pregi e la forza dei nuovi assunti.

Concordo assolutamente con l'autrice sul punto finale del libro: la società (che sia lavoro o famiglia) ha bisogno di entrambi (estroversi e introversi) e prospera quando vengono affrontati i punti di forza di ogni personalità attraverso il riconoscimento, comunicazione e cooperazione.

Grazie a Penna e kathellyna che mi hanno dato gli strumenti per affrontare al meglio questa situazione.


PS: anche agli estroversi piace la solitudine e un po' di quiete ;)


Mi sembra che le tue intenzioni siano buone e che tu abbia capito il messaggio del libro che cercavo di trasmettere. L'unico consiglio che posso sottolineare è di fare attenzione alle interazioni con i colleghi già inseriti relativamente alle new entry. A volte un problema, in questo modo, viene amplificato in modo eccessivo con conseguenze tragiche.

Al riguardo, quando lavoravo altrove, ricordo l'episodio di un collega che aveva scritto una lunga lettera ad una collega. Una lettera decisamente inopportuna considerando il luogo di lavoro, ma che tuttavia poteva essere semplicemente cassata e la questione risolta face-to-face chiarendo l'assenza di interesse della controparte. Non è stato così, la lettera è stata resa pubblica e il collega è passato prima come uno stalker, poi licenziato. Quello che voglio dire è che parlando in gruppo di problematiche presenti in altri colleghi, si corre il rischio di amplificarle o comunque di tagliare i ponti senza dare alcuna possibilità di miglioramento poiché si creano eccessive aspettative e si crea una pressione controproducente anche se l'iniziale intento di alcuni può essere positivo. Purtroppo sappiamo che non tutti hanno buoni propositi, questi scambi di opinione possono servire anche a manifestare in modo esagerato la propria adesione alle visioni aziendali, senza spirito autocritico o volontà di apportare davvero dei miglioramenti, e questo può davvero essere pericoloso, anche perché non sempre sono visibili e chiari questi intenti. Da come ti sei posto, in una prospettiva di ascolto e approfondimento, probabilmente non è il tuo caso, ma cerca di essere un buon "mentor" per loro, magari potrebbe esserci un esito positivo anche nella tua carriera oltre alla soddisfazione personale che secondo me è un fattore rilevante in casi di questo tipo. Buona fortuna
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